I costi per il disbrigo degli obblighi amministrativi in relazione ad autorizzazioni, fisco ecc. sono in continuo aumento e arrivano ad incidere fino al 7% del fatturato. Bassa la soddisfazione delle imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione, alla quale si chiedono iter più snelli
La difficoltà ad accedere al credito non è la sola spina nel fianco delle piccole e medie imprese: anche la burocrazia incide pesantemente, mandando in fumo ogni anno circa 13,7 miliardi. Si calcola che senza eccessivi oneri burocratici la produttività delle microimprese aumenterebbe del 5,8%. Insomma, un bel fardello. A questo proposito, l'ultimo rapporto di Promo P.A. sul livello di soddisfazione delle piccole e micro imprese nei confronti della Pubblica Amministrazione parla chiaro: l'anno scorso l'incidenza dei costi occulti legati alla burocrazia sul fatturato è aumentata ancora, passando dal 5,39% del 2008 al 6,90% del 2009. Un'aggravio misurato anche in giornate-uomo investite nell'adempimento di pratiche amministrative che è arrivato nel 2009 a “saturare” 30,9 giornate lavorative. Pesano sempre più in forma maggiore anche gli oneri relativi alle consulenze esterne (commercialisti, fiscalisti ecc.) passati dai 5.862 euro nel 2006 ai 6.469 nel 2009. Tra costi interni (giornate/uomo allo sportello) ed esterni (consulenze, commercialista) gli oneri complessivi risultano aumentati nel 2009 del 15,97%.
Il peso degli oneri fiscali
La fiscalità (intesa come corretta tenuta delle scritture contabili e l'assolvimento degli obblighi necessari per poter regolarmente pagare le tasse) è l'elemento che continua ad assorbire le maggiori energie da parte delle aziende. Rispetto anche agli oneri di gestione del personale e agli obblighi connessi alla tutela ambientale. Rispetto al 2008 il livello di soddisfazione complessivo verso l'operato della Pubblica Amministrazione rimane stabile, benché sempre molto basso: solo 4,4 su una scala da 0 a 10. A livello di enti e istituzioni sono le Camere di Commercio a ottenere il livello di gradimento più elevato, staccando nettamente gli altri interlocutori come Agenzia delle Entrate, Inps, Asl ecc. Interessante il capitolo del rapporto di Promo P.A. dedicato alle proposte delle imprese per ridurre il “carico” degli obblighi amministrativi: intervento prioritario è considerato lo sviluppo di procedure on line e in generale dell'e-government. Un intervento ritenuto ancora più importante della riduzione delle frequenza delle dichiarazioni o dell'eliminazione delle duplicazioni nella richiesta di documentazione. Obbiettivo finale è quello di arrivare a una sensibile semplificazione amministrativa. Un tema quest'ultimo fortemente sentito dalle pmi e dalle microimprese italiane tanto da essere ritenuto più importante dei tradizionali interventi di politica economica come i sostegni agli investimenti o l'accesso al credito. Un intervento richiesto soprattutto non solo per recuperare efficienza, ma anche per uscire dalla crisi. Non è infine un caso, come segnala il rapporto, che l'“efficiency gap” (divario di efficienza) della Pubblica Amministrazione sia proprio concentrato nella semplicità dell'iter burocratico insieme all'organizzazione e sinergie degli uffici e i tempi di attesa per l'erogazione degli stessi.