C’è fermento nel mondo dei convegni. Le mega strutture in fase di costruzione a Roma e in Romagna sono l’occasione buona per rilanciare il business a livello internazionale
Elide Vitali è presidente di Econ Congressi, società milanese specializzata nell'organizzazione di eventi medici in Italia. A Milano, può contare su tre strutture alberghiere adeguate su cui puntare: il Marriott, il Gallia e il Michelangelo. Le prime due a cinque stelle, la terza a quattro. «Ma associazioni come Farmaindustria o Assobiomedica - spiega - non sponsorizzano più i primi due, pertanto la scelta si riduce al solo Michelangelo».
Le carenze dell'offerta congressuale
Il primo vero punto critico dell'offerta congressuale alberghiera è dunque la mancanza di sale idonee: in genere sono piccole o senza spazi espositivi. Per intenderci, un congresso medico può anche essere organizzato in una sala per 500 persone, ma poi magari manca lo spazio per il catering. Gli eventi medici, tuttavia, rappresentano solo una piccola percentuale (seppure importante) dei meeting che si tengono in Italia ogni anno. «In realtà la media dei congressi ospitati nelle strutture ricettive alberghiere è sulle 40 persone», commenta Angelina Domina, direttore operativo di Ripamonti Hotel & Residence di Pieve Emanuele, due strutture a pochi metri l'una dall'altra, associate ad AtaHotels. La seconda, in particolare, Ripamontidue, come residence è forse il più capiente d'Italia, con 1.500 posti letto. Secondo la manager, quando un convegno medio, organizzato in una struttura alberghiera attrezzata, è per 20- 60 persone si riesce in genere a offrire un buon servizio. Quale, ad esempio, una ristorazione flessibile, con un menù che tenga conto dei tempi d'anticipo o ritardo della fine dell'evento, magari con un piatto unico “light”.
La mancanza di grandi gruppi internazionali
Meglio invece non investire in tecnologia dato il continuo aggiornamento delle apparecchiature: bastano le attrezzature base e fornitori di fiducia aggiornati. Al Ripamontidue, infatti, le cabine di traduzione sono fisse, sopraelevate e poste sul fondo della sala con visione diretta sul relatore, ma l'intero sistema d'interpretariato (cuffie, audio, microfoni) è noleggiato di volta in volta. Nel caso dell'illuminazione, invece, la direzione (tramite corsi di aggiornamento dell'MPI, Meeting Professionals International, la più grande realtà associativa nell'ambito dell'industria congressuale mondiale, fondata nel 1972) ha costretto i fornitori ad aggiornarsi predisponendo le soluzioni più all'avanguardia. Per finire, le due strutture citate hanno un altro punto di forza, oltre alla ristorazione flessibile: una squadra fissa di 10 manutentori, fattore che consente di ridurre al minimo le lunghe attese in caso di problemi tecnici. L'adeguamento tecnologico, dunque, non è un punto critico per gli alberghi attrezzati. «Noi italiani scontiamo, rispetto ad altri paesi europei, la mancanza di un'offerta omogenea di camere d'albergo» assicura Giancarlo De Venuto, general manager di Rome Airport Hotel della catena Courtyard by Marriott, «da noi mancano le catene alberghiere internazionali».
A Roma Eur un nuovo distretto congressuale
Si avverte soprattutto la mancanza diffusa di un'offerta unica, con un marchio ben riconoscibile, magari a livello di distretto congressuale, quale quello che sta nascendo proprio a Roma Eur. Area ad alta concentrazione di location e alberghi a forte vocazione congressuale, che si estende da Fiumicino alla fine di Via Colombo, passando per il pentagono del quartiere Eur. Si candida a diventare un polo congressuale di riferimento per la domanda di congressi ed eventi aggregati. Gli attuali promotori del progetto - Italcongressi ed Eur Spa- vogliono costituire un'associazione quale primo passo per la richiesta alla Regione Lazio del riconoscimento di distretto industriale a vocazione congressuale. Un gruppo di operatori della città di Roma dovrà, in definitiva, proporre e realizzare gli investimenti in comunicazione e promozione, selezionare sedi, alberghi e servizi da associare al distretto, e candidare il distretto dell'Eur e la città di Roma come polo congressuale di pregio verso la domanda nazionale e internazionale. I vantaggi per gli associati? Opportunità di business e visibilità a livello nazionale e internazionale. Il distretto congressuale di Roma Eur collaborerà con il futuro Roma Convention Bureau, che gestirà il nuovo Centro congressi progettato dal celebre architetto Fuksas, pronto forse per il 2010.
I centri congressi della Riviera romagnola
Sul nuovo Palacongressi di Rimini ha puntato in pieno l'associazione degli albergatori locali, che ha firmato un protocollo d'intesa con la Società per i congressi, che sta realizzando il nuovo impianto (108 milioni di euro per 9.300 posti distribuiti in 42 sale) attivo dal 2009. «Sono ben lieti di versare 1,1 milione di euro per 26 anni per essere coinvolti» afferma Stefania Agostini, direttore del Convention bureau della riviera di Rimini, società pubblica-privata (il socio di maggioranza è al 75 per cento Rimini Fiera) che gestirà il nuovo Palacongressi. «Nel 2013, quando andremo a regime triplicheremo il numero delle presenze e degli eventi». In effetti, il nuovo palazzo dei congressi, aumentando le opportunità di turismo congressuale, favorirà l'opera di destagionalizzazione del turismo sulla Riviera con riflessi positivi soprattutto per gli albergatori. Nella vicina Riccione il nuovo Palazzo dei congressi sorgerà con un anno d'anticipo: agli inizi del 2008, e sarà destinato a completare l'offerta di Riccione Congressi. Anche in questo caso alberghi e centro congressi fanno sistema, per offrire un prodotto unico. Non è un caso che nella compagine societaria di Palariccione Spa ci sia l'Associazione albergatori. Un sistema formato dunque dagli alberghi, ma anche dai locali e da tutta la città di Riccione, dato che il nuovo Palacongressi (presieduto da Giorgio Montanari) è a due passi da Viale Ceccarini, in pieno centro.