Piazza dei Mestieri sbarca a Milano per formare i professionisti del fuori casa di domani

Piazza dei mestieri
Un innovativo modello di imprenditoria sociale, inclusione ed educazione per favorire l’inserimento lavorativo nel fuori casa

Sbarca a Milano, con una nuova sede, dopo quelle di Torino e Catania, Piazza dei Mestieri, un innovativo modello di imprenditoria sociale, inclusione ed educazione, che se da una parte svolge il lodevole compito di contrastare la dispersione scolastica, dall’altro favorisce l’inserimento lavorativo, e lo fa offrendo una formazione di altissimo livello volta a creare giovani professionisti pronti ad entrare nel mondo del lavoro per mettere in pratica tutto quello che hanno appreso.

Una carenza diffusa di personale

Dopo due anni di pandemia il settore sembra rialzarsi, i consumi aumentano e lo spettro di nuove chiusure e riaperture ad intermittenza sembra distante. Eppure tra i tanti problemi lasciati al mondo Horeca da due anni di pandemia tra i più rilevanti c'è quello della mancanza di personale. Molto quello che tra le varie chiusure e lockdown ha dovuto reinventarsi finendo per non ritornare più ad un’occupazione che seppur soddisfacente richiede senz’altro grandi sforzi e sacrifici, altro quello che proprio in virtù di una nuova tendenza, soprattutto tra i più giovani, di dare maggior valore al proprio tempo non trova più conciliabili gli stipendi, non sempre in linea con il mercato, e gli orari, spesso estesi, della ristorazione e del settore dell’accoglienza in generale. Dall’altra parte le richieste di qualità da parte di una clientela sempre più esigente, spinge gli imprenditori alla ricerca di personale sempre più competente e meno improvvisato, rendendo il reclutamento ancora più complesso.

«Gli ultimi due anni legati all’emergenza covid-19 hanno certamente messo in ginocchio il mercato del lavoro legato al settore della ristorazione, “non riusciamo a trovare lavoratori, pur offrendo 1500 euro al mese” è quello che giornalmente ci sentiamo dire dagli imprenditori del settore. Nel 2004 abbiamo dato vita al modello della Piazza dei Mestieri e ora abbiamo inaugurato la nuova sede di Milano, nella periferia del municipio 2, in una zona particolarmente segnata dal fenomeno della disoccupazione – queste le parole di Paolo Galeffi, responsabile della Piazza dei Mestieri di Milano - il tema centrale è aiutare giovani e mondo del lavoro ad incontrarsi. In crisi è prima di tutto la fiducia nel futuro, il desiderio. I giovani ricordiamolo, apprendono principalmente per emulazione, soprattutto tra l’età adolescenziale e la giovinezza. Per questo in Piazza abbiamo affiancato attività commerciali ad attività formative, non per raccontare loro il valore del lavoro ma per permettergli di sperimentarlo a fianco di maestri che sappiano comunicare passione, il loro aver trovato uno scopo, il loro saper rispondere a quel perché. I giovani devono poter osservare le mani intelligenti dei loro maestri all’opera, esserne attratti»

Un'opportunità per i ragazzi ma anche per i datori di lavoro

La nuova sede, inaugurata nei giorni scorsi alla presenza del sindaco di Milano, Giuseppe Sala è dotata di un bar e di un ristorante che accoglieranno molteplici attività che già nel 2023 arriveranno a coinvolgere almeno 1.000 persone, in larga prevalenza giovani, con particolare attenzione a quelli che vivono situazioni di disagio socioeconomico. Già da diversi anni, anche grazie al progetto di Immaginazione e Lavoro, la scuola professionale legata a Piazza dei Mestieri, Piazza dei mestieri forma professionisti del settore horeca. Questo grazie ad una formazione agile e moderna, orientata al lavoro, e alla collaborazione con realtà di primo piano del territorio, dalle caffetterie agli hotel, passando per ristoranti e cocktail bar.

«Stiamo cercando di spiegare alle aziende che non c’è cosa migliore che affidarsi ai ragazzi per crescere, per farlo a lungo termine, perché se è vero che un ragazzo di 16-18 anni non può già essere del tutto formato è anche vero che i risultati possono poi essere eccezionali, i ragazzi arrivano in azienda comunque con un background non indifferente e sono per il titolare di una attività del fuori casa come argilla da plasmare a cui insegnare il proprio stile – racconta Guido Mangiaracina, direttore dell’area ristorazione di Immaginazione e Lavoro - oltretutto le aziende hanno possibilità di collaborare con noi anche con contratti di apprendistato o con tirocini curricolari il che permette alle stesse di contenere i costi»

I ragazzi fin dalla prima partecipano periodicamente alla realizzazione di eventi, aperitivi e catering. Solo quest’anno diversi ragazzi, dalla seconda superiore in poi, hanno poi potuto svolgere tirocini formativi in realtà vivaci e moderne come il Pandenus o Eataly e ristoranti di altissimo livello quali Bartolini, tristellato presso il Mudec di Milano o Cracco in Galleria. Particolare attenzione è però anche quella prestata alle lezioni di base e teoriche con docenti selezionati tra professionisti di grande esperienza, in tal modo i ragazzi avranno modo di assistere alle lezioni di sala di Antonio di Mora, responsabile del ristorante Joia di Pietro Leemann o a quelle di mixology di Cesar Araujo, barmanager del Bob Milano. Diverse anche le masterclass e le gite organizzate per integrare la formazione dei ragazzi, gli stessi hanno partecipato lo scorso anno alla tappa finale di Baritalia. Sono stati ad esempio ospiti della scuola quest’anno relatori come Carlo Bitencourt co-fondatore della torrefazione Cafezal di Milano per parlare con i ragazzi di speciality coffee ma anche Yuri Gelmini del Surfer Garden e Terry Monroe di Opera 33 e del Drink Team di Bargiornale, che hanno incantato gli studenti con le loro storie di miscelazione, quest’ultima ha poi a sua volta ospitato i ragazzi nel suo locale per parlare di spezie, aromi e quant’altro.

 

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