In Italia il settore, segnala una ricerca Censis/Città del vino, ha un giro d’affari di circa 2,5 miliardi di euro
In Italia c'è un settore che sembra non conoscere crisi: è quello del turismo enogastronomico, che secondo l'ultimo rapporto “Osservatorio sul turismo del vino”, realizzato da Città del vino/Censis, coinvolge nel nostro paese dai 4 ai 6,5 milioni di appassionati, per un giro d'affari complessivo stimato in circa 2,5 miliardi di euro. In nessun Paese come l'Italia, si legge nello studio, il turismo enogastronomico ha assunto una fisionomia così diffusa e consistente, con 140 Strade del vino e dei Sapori e 1.300 comuni attraversati da questa rete capillare, che comprende quasi 400 denominazioni territoriali di vini, oltre 4.000 ristoranti, quasi 33.000 prodotti vitivinicoli e più di 3.300 cantine. Gli eno-appassionati, in linea con la tendenza internazionale del momento, scelgono vacanze brevi, da 1 a 2 notti, ma ben organizzate.
Un 2008 positivo
Il turismo del vino rappresenta un fattore determinante per lo sviluppo turistico ed economico del territorio, soprattutto in Campania, Lazio, Piemonte, Marche, Sicilia, Veneto e Lombardia. Il fenomeno risulta già ampiamente affermato anche in Trentino, Umbria, Toscana, Puglia, Friuli ed Emilia Romagna. La crisi economica, sottolinea il rapporto Città del vino/Censis, non dovrebbe colpire il settore: in nessuna regione sono previste flessioni per il turismo enogastronomico da qui ai prossimi cinque anni. I dati più recenti, d'altronde, sono positivi: il 62% dei produttori delle aziende oggetto del sondaggio Città del Vino/Censis, ha visto aumentare il numero di visitatori nel 2008 rispetto al 2007. Segno negativo invece per i ristoratori, che hanno registrato una diminuzione dei loro ospiti, compresa tra - 4% e - 5,5%.
I fattori d'attrazione
Dal punto di vista della domanda, secondo il parere delle aziende della filiera del vino intervistate, la degustazione in cantina risulta essere l'attrazione preferita dei visitatori (93,5% delle preferenze). Seguono la visita alla cantina (85,8%) e, dato interessante, la vendita dei vini (57,4%). Elementi di minore interesse sembrano essere la vendita dei prodotti tipici (5,9%), la possibilità di pernottare in azienda (6,5%), le cene a tema (8,3%) e, sorprendentemente, la ristorazione (9,5%). Un certo fascino esercita la visita al vigneto (30,2%).
Il passaparola conta più di Internet
Alla base del successo dei tour enogastronomici c'è un mix di antico e moderno: se da una parte gli appassionati utilizzano con frequenza il web (quasi il 50% degli italiani naviga in Internet e sono oltre 10 milioni coloro che praticano il turismo online, il settore con il maggior tasso di crescita dell'e-commerce), questo non significa il tramonto del classico passaparola, che è sempre considerato dagli addetti ai lavori come il primo fattore di promozione e comunicazione. Le strategie suggerite dalle aziende vinicole per potenziare lo sviluppo enoturistico dei luoghi d'offerta sono legate, in primo luogo, alla necessità di promuovere la realizzazione di eventi eccezionali legati all'enoturismo (55,4% delle preferenze), senza però tralasciare gli investimenti sulla comunicazione via internet (48,2%) e la formazione degli addetti (46,4%).