Altro che Internet Cafè. Oggi le applicazioni vanno ben oltre la semplice connessione. Dai tavoli hi-tech che consentono ordinazioni on line, a sistemi intelligenti per la gestione del vino. E siamo solo agli inizi
Come potrebbe essere il bar del futuro? Le possibilità sono infinite e ognuno potrebbe avere una propria visione. Una cosa però è certa. Non potrà essere scollegato da Internet. E se i vari esperimenti di Internet bar o locali dove chattare e navigare in libertà finora si sono dimostrati di scarso successo, c’è comunque chi sta pensando di “agganciarsi” alla rete in modo innovativo. E cioè non sfruttandone le connessioni ma la nuova mentalità e la nuova cultura che con Internet stanno nascendo. Il web, infatti, sta profondamente trasformando il nostro modo di comunicare, introducendo un linguaggio sempre più basato sulle immagini e i suoni. Lo attesta il successo di Facebook, con ormai più di 200 milioni di iscritti in tutto il mondo e un trend in continua crescita, che vede l’Italia tra i Paesi più appassionati di questo social network. Ebbene, è stato verificato che la maggior parte del tempo passato dagli utenti su Facebook è dedicato al caricamento di foto e video. Questo nuovo linguaggio per immagini, in cui la parola parlata o scritta ha un’importanza sempre più marginale rispetto al video, ha anche portato alla nascita di nuovi strumenti informatici. Un esempio è Microsoft Surface, computer a forma di tavolino che è stato trasformato anche in un arredo da locale pubblico, dotato di software appositi per ordinare drink o cibi o per intrattenersi giocando o navigando su internet. Il Surface è appena arrivato in Italia, al costo non proprio popolare di 16mila euro, ma chi l’ha provato giura che si tratta davvero di una rivoluzione, che cambierà il nostro modo di usare il computer. All’estero, soprattutto negli Usa e in Gran Bretagna, esistono già lounge bar che lo impiegano. Un esempio è lo straordinario Inamo, ristorante e bar di Londra, dove si può sperimentare l’emozione dell’ordinazione interattiva.
Ma il sistema consente anche di esplorare il quartiere in cui si trova il locale, alla ricerca di eventi per proseguire la serata. Oppure di chiamare un taxi per farsi riportare a casa. Lo stesso concetto, di interattività per immagini, è sfruttato dal cellulare del momento, l’iPhone, che in pochi mesi dall’uscita sul mercato è divenuto un oggetto cult. Non tanto per il suo utilizzo come telefono, quanto per i “widget”, programmini acquistabili online a prezzi bassi, nell’ordine di uno o due euro, che aggiungono allo strumento funzionalità insospettabili. Tra queste cominciano a figurare, per ora soprattutto all’estero, le guide ai locali cittadini, che consentono di individuare su Google Maps il luogo dove trascorrere la serata e poi di integrare le informazioni con recensioni e commenti. Un’altra delle grandi sfide di Internet è quella del “tutto gratis”, altrimenti detto “open source”.
Le applicazioni in "open source"
È così possibile scaricare centinaia di programmi gratis e perfino schemi per realizzare schede madri da usare per applicazioni hi-tech. La scheda open source più famosa del mondo si chiama Arduino ed è un’idea italiana, sviluppata da tre geni informatici: Gianluca Martino, Massimo Banzi e David Cuartielles. Il bello è che con la scheda Arduino si possono fare cose incredibili. Ne è un esempio la rastrelliera per bottiglie WineM, progettata dallo studio creativo ThingM. Dotando le bottiglie di un tag, WineM consente, attraverso un’illuminazione a Led degli scomparti, di distinguere le bottiglie in base al colore della luce. Si possono per esempio raggruppare i Chianti in rosso, i Neri d’Avola in arancio, e così via. Ma cominciano a nascere locali che incarnano in toto lo spirito dell’open source. Il Bao;Bar di Roma, per esempio, è stato realizzato esclusivamente con software libero, a partire dall’architettura del sito web ai programmi fatti girare sui pc a disposizione dei clienti.