Dehors gratuiti per tutto il 2022: la richiesta della Fipe ai comuni

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La Federazione ha chiesto ai sindaci di confermare le agevolazioni per l'occupazione degli spazi pubblici a tutto il prossimo anno. Intanto il governo ha incluso bar e ristoranti tra le strutture che beneficeranno delle risorse per l'efficientamento energetico del Pnrr

Dehors gratis tutto l’anno e includere anche bar e ristoranti tra le categorie beneficiarie delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per i progetti previsti per lo sviluppo del turismo 4.0. Sono due le richieste avanzate alle istituzioni politiche dalla Fipe per sostenere la ripresa e il rilancio del settore dei pubblici esercizi.

La prima rivolta ai sindaci è di estendere le agevolazioni per l’occupazione degli spazi esterni ai locali, messe in campo dalle amministrazioni locali (leggi Dehors e spazi all’aperto: le nuove regole nelle città principali), per tutto il prossimo anno. Il modello individuato è quello di Genova, dove l’amministrazione comunale ha già annunciato che confermerà la disponibilità di utilizzo del suolo pubblico anche per il 2022, in più continuando a renderlo gratuito. «Una scelta coraggiosa che riconosce il valore dei dehors per l’attrattività della città e che va nella direzione di garantire maggior vitalità allo spazio urbano e di conseguenza maggior sicurezza – ha commentato in una nota Aldo Cursano, vicepresidente vicario della federazione dei pubblici esercizi - E allo stesso tempo di valorizzare un settore di eccellenza, particolarmente apprezzato dai turisti, italiani e stranieri».

Una soluzione che piace anche ai consumatori e ai cittadini

Quella dei dehors ha rappresentato e continuerà a rappresentare una soluzione importante per aiutare i locali a recuperare fatturato, ancora ampiamente al di sotto dei livelli pre pandemia, e per la piena ripresa occupazionale del settore. Una soluzione che non solo piace ai gestori, ma anche ai consumatori. A dirlo una ricerca condotta dall’Ufficio Studi Fipe su Roma, dalla quale è emerso come il 64% dei consumatori abbia preferito mangiare all’aperto in questi mesi e il 56% intenda continuare a farlo anche in pieno inverno. A spiegare tale predilezione, in primo luogo una questione di sicurezza sanitaria, ma anche un più generale apprezzamento verso il consumo all’aperto. Da maggio 2020, evidenzia lo studio, nella Capitale c’è stato un vero e proprio boom di richieste di utilizzo di suolo pubblico da parte gestori. E attualmente ben 8 esercizi su 10 che dispongono di suolo pubblico lo hanno ottenuto o ampliato durante l’emergenza Covid, investendo in molti casi anche più di 5000 euro per allestirli.

Ma elevato è anche il giudizio positivo dei cittadini verso questa soluzione. Per il 70% di loro i dehors di bar e ristoranti generano emozioni positive, creando convivialità dove prima non c’era nulla, arredando l’ambiente, rendendo più armonioso l’ambiente circostante, più sicuri gli spazi urbani e addirittura riqualificando il patrimonio edilizio. Ma la ricerca non tace neanche le criticità collegate all’estensione dell’utilizzo del suolo, per lo più connesse alla cronica carenza di parcheggi nelle città italiane e, in alcuni casi, anche ad abusi nella gestione dello spazio che rendono complicato il passaggio dei pedoni sui marciapiedi.

Risorse del Pnrr anche a bar e ristoranti

La seconda richiesta è invece rivolta al Parlamento e riguarda l’inclusione dei pubblici esercizi tra le attività che possono beneficiare delle risorse del Pnrr per i progetti turismo 4.0, in particolare per quanto riguarda la digitalizzazione dei servizi, l’efficientamento energetico degli edifici e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Risorse al momento riservate alle sole strutture turistico ricettive, tra i quali alberghi, agriturismi e stabilimenti balneari. Da qui la richiesta della Fipe di non escludere bar e ristoranti dalla misura, avanzata da Roberto Calugi, direttore generale di Fipe, nel corso dell’audizione davanti alla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, impegnata nell’esame del Decreto Attuazione del Pnrr.

«Non si può dimenticare che, prima della pandemia, la spesa turistica per i servizi della sola ristorazione valeva 18,5 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 7 miliardi – ha dichiarato Calugo durante l’audizione -. La ristorazione è determinante per l’attrattività turistica del nostro Paese e non si può pensare di escluderla da un processo di ammodernamento e digitalizzazione. Se necessario vanno destinate maggiori risorse ma non si possono escludere alcuni settori a vantaggio di altri. Così si generano solamente inaccettabili asimmetrie concorrenziali».

Richiesta che ha già avuto un esito positivo. Il governo, per bocca del ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha confermato che anche bar e ristoranti sono compresi tra le strutture beneficiarie dei fondi per l’efficientamento energetico previste dal provvedimento. Una precisazione accolta con soddisfazione dalla Federazione. «Grazie a queste risorse, 2,4 miliardi di euro in tutto, saremo in grado di rendere maggiormente sostenibile e meno energivora una parte consistente di locali, bar e ristoranti, dando così il nostro contributo alla transizione green delle attività commerciali, che oggi hanno un impatto non trascurabile sulla quantità di emissioni di CO2 delle nostre città», si legge in una nota di Fipe a commento delle dichiarazioni del ministro.

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