Credito imposta Pos 2023: come funziona

Foto di tomekwalecki da Pixabay
Una guida chiara ed esaustiva per ottenere il beneficio fiscale sulle commissioni relative ai pagamenti elettronici. Con tutte le indicazioni da riportare nel modello Redditi 2023

Il credito imposta Pos, ovvero sulle commissioni relative ai pagamenti elettronici (carte di credito, di debito o prepagate o altri strumenti tracciabili) è riconosciuto agli esercenti:

  • con ricavi e compensi relativi all'anno d'imposta precedente di ammontare fino a 400.000 euro;
  • nella misura del 30% delle commissioni addebitate relative a cessioni di beni e prestazioni di servizi rese nei confronti di consumatori finali;
  • per le commissioni del periodo dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022, il credito è aumentato al 100% se vengono utilizzati registratori che consentono la trasmissione elettronica dei dati dei corrispettivi giornalieri all’Agenzia delle entrate.

Il credito d'imposta

  • non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini Irap;
  • non rileva ai fini del rapporto sulla deducibilità di alcuni costi;
  • è utilizzabile esclusivamente in compensazione con modello F24 (codice tributo 6916), dal mese successivo a quello di sostenimento della spesa e deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d'imposta di maturazione del credito e dei redditi relative ai periodi d'imposta successivi fino a quello in cui si azzera.

Come dividere le commissioni

Gli operatori finanziari che mettono a disposizione i sistemi di pagamento trasmettono telematicamente all'Agenzia delle entrate le informazioni necessarie al controllo del credito d'imposta, secondo modalità e criteri stabiliti dalla Banca d'Italia.

Il problema pratico da risolvere è come dividere le commissioni derivanti da pagamenti da consumatori finali dalle altre verso imprese o professionisti, possessori da partita Iva.

Bisogna dire che normalmente le imprese o professionisti con partita Iva, richiedono la fattura per poter anche detrarre la stessa Iva.

Questo schema può essere di riferimento:

Emissione di: Indicazione di:
Fattura immediata (o documento commerciale seguito da fattura) Solo codice fiscale Anche o solo

partita Iva

Documento commerciale Nulla o solo codice fiscale
Destinazione: B2C Business to consumer B2B Business to business
Consumatore finale Impresa o professionista

Dal prospetto emerge che ciò che caratterizza l’impresa o il professionista è la partita Iva.

La maggior parte dei documenti commerciali (scontrini) sono senza né codice fiscale e né partita Iva per cui si ritengono emessi nei confronti di consumatori finali.

Le indicazioni da inserire nel modello Redditi

Il riconoscimento credito d’imposta comporta anche tutta una serie di indicazioni da inserire nel modello Redditi.

Per le ditte individuali e le società di persone in contabilità ordinaria e per le società di capitali si indica nel campo RF55 della dichiarazione di redditi e nel campo IC57 della dichiarazione Irap la variazione in diminuzione per il credito di imposta imputato tra i proventi del conto economico ma che non viene tassato.

Coloro che tengono la contabilità semplificata non indicheranno semplicemente tale provento nel quadro RG.

Inoltre, i campi da compilare per il modello RU sono:

RU1 - codice identificativo del credito di imposta: H3.

RU2 - eventuale residuo precedente non utilizzato (da RU Redditi 2022 anno di imposta 2021).

RU5 – credito del periodo, nell’ultimo campo a destra (colonna 3) ammontare del credito di imposta maturato nel 2022.

RU6 - credito di imposta compensato con modello F24 fino al 31 dicembre 2022.

RU8 - eventuale credito di imposta compensato in misura superiore e riversato.

RU10 - credito d’imposta attribuito per trasparenza ai collaboratori dell’impresa familiare; per ciascun anno di maturazione del credito trasferito nell’anno deve essere compilato un rigo della sezione VI-B con indicato il codice del credito (58), l’anno di maturazione, il codice fiscale del collaboratore e l’importo ceduto.

RU12 - eventuale credito di imposta residuo, da riportare nella successiva dichiarazione corrispondente a RU2 + RU5 - RU6 + RU8 – RU 10.

I restanti righi dispari non sono compilati, perché il credito di imposta può solo essere utilizzato in compensazione con modello F24.

Aiuti de minimis

Siccome il credito è concesso nel rispetto delle condizioni e dei limiti previsti per gli aiuti de minimis, bisogna anche compilare il modello RS 401 aiuti di stato, codice aiuto 58; ammontare del credito di imposta maturato nell’anno (uguale a RU5, colonna 3), la forma giuridica (campo 12), la dimensione di impresa (13) e il codice Ateco (14); nel campo 15 “Settore” deve essere indicato il codice 1 (generale).

L’importo maturato nel 2022 deve essere indicato nei campi “Importo totale aiuto spettante”, campo 17.

Va tenuto presente anche il rigo RS402, nella maggioranza dei casi si barra la casellina “Assenza di Impresa Unica”.

Nel caso di imprese collegate o controllate (cosiddetta “impresa unica”) si indicano, i codici fiscali delle imprese che rientrano nell’ambito dell’impresa unica.

Per quanto riguarda la verifica delle soglie massime di aiuti de minimis il credito è da indicare nella dichiarazione dei redditi per l’esercizio di maturazione (maturato nel 2022 indicato nella dichiarazione dei redditi presentata nel 2023); viene iscritto nel Registro nazionale aiuti (Rna) nell’anno ancora successivo (nel 2024) per cui solo da tale anno che rileverà per il rispetto delle soglie massime che saranno fissate per tale periodo (ora il limite è pari ad euro 200.000 su un periodo di 3 anni).

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome