Contro l’aumento delle accise sulla birra

Iniziative –

Consegnate le prime 45mila firme della raccolta relativa alla petizione per fermare la nuova tassa sulla birra, promossa da AssoBirra, Unionbirrai e Cna Alimentare. Dichiarazione di sostegno da parte del Comitato economico e sociale dell’Unione Europea.

Riunito in sessione plenaria, il Comitato economico e sociale dell’Unione Europea ha approvato un documento redatto dalla Commissione consultiva sui cambiamenti industriali (Incentivising the growth potential of the European beer industry) in cui si ribadisce l’esigenza di ridurre il peso fiscale sulla birra al fine di sostenere il potenziale di crescita dell’industria della birra in Europa. Secondo il Cesue: «Il sistema delle accise a livello Ue e nazionale, dovrebbe riconoscere le caratteristiche uniche della birra, tra cui il contenuto alcolico generalmente basso, il processo di fermentazione e il contributo locale del settore della birra, per la società, l'occupazione e l'economia in generale. A tal fine, la birra come bevanda fermentata dovrebbe essere messa su un piano di parità e, quindi, il tasso minimo, pari a zero euro applicabile al vino e ad altre bevande fermentate, dovrebbe essere sancito dalla legislazione sulle accise dell'UE per la birra».

Particolare soddisfazione per l’approvazione è stata espressa da Alberto Frausin, presidente AssoBirra (Associazione degli Industriali della Birra e del Malto): «Il pronunciamento del Comitato economico e sociale dell’Unione Europea conferma la validità della nostra battaglia contro l’aumento delle accise deciso dal Governo nei giorni scorsi, provvedimento che rischia di penalizzare il nostro settore, oltre che colpire le tasche degli italiani. In tantissimi hanno già firmato la nostra petizione sul sito salvalatuabirra.it per chiedere il blocco delle nuove accise. L’importante sostegno che ci arriva dall’Europa rende ancora più forte la nostra azione».

Un aumento dannoso per i consumi e l'economia
L’approvazione europea al documento della Commissione consultiva sui cambiamenti industriali arriva mentre in Italia sono in discussione alla Commissione cultura, scienza e istruzione gli emendamenti al DL Scuola, che dovrebbe appunto essere finanziato con l’aumento delle accise.
Le prime 45mila firme fin qui raccolte per la petizione popolare contro l'aumento delle accise sulla birra, promossa da AssoBirra e altre associazioni come Unionbirrai e Cna Alimentare, sono state consegnate all’on. Giancarlo Galan (presidente della Commissione cultura, scienza e istruzione) nel corso di un incontro che si è svolto alla Camera dei Deputati. Insieme alle firme, AssoBirra ha anche consegnato una bottiglia di birra formato magnum con i loghi della campagna “Salva la tua birra”, a rappresentare simbolicamente un omaggio da parte di tutti i firmatari della petizione. L’on. Galan aveva espresso già nei giorni scorsi diverse perplessità sull’impianto del decreto che prevede l’aumento di questa tassa pagata dagli italiani ogni volta che consumano una birra.
«Ringraziamo l’ex ministro delle politiche agricole, on. Galan, per il sostegno che ha voluto offrire, in questo momento difficile, al nostro settore. Anche per questo - prosegue Frausin - abbiamo ritenuto giusto consegnare a lui le prime 45mila firme di italiani appassionati di birra, lavoratori del settore, consumatori e semplici cittadini che con questo gesto hanno voluto dire “no” a una tassa ingiusta, inefficace e dannosa per tutti. A nostro avviso, questa tassa finirà infatti solo per penalizzare i 35 milioni di nostri connazionali che bevono birra e gli oltre 150mila lavoratori del settore, compreso l’indotto, che rischiano di essere colpiti dall’inevitabile calo dei consumi che ci aspettiamo dopo questo provvedimento».

Una campagna per salvare la birra
Per contrastare il caro accise (il primo scaglione dell’aumento è già scattato il 10 ottobre, i prossimi sono previsti a partire dal 1° gennaio 2014 e dal 1° gennaio 2015) deciso dal Governo, che si andrebbe a sommare all’aumento Iva (arrivata al 22%), AssoBirra ha lanciato nelle scorse settimane la campagna “Salva la tua Birra”.
Si tratta di un’iniziativa simile a quelle organizzate in Gran Bretagna e in Olanda per salvare la classica “pinta” da analoghi aumenti e che in circa 10 giorni ha raccolto il sostegno di oltre 45mila italiani.
Un’iniziativa unica nel suo genere per il nostro Paese, pensata per tutelare uno dei piccoli piaceri dei consumatori e che ha un duplice obiettivo: da una parte, informare cittadini e consumatori su cosa sia davvero l’accisa e su quali conseguenze genererebbe un nuovo aumento in termini di consumi e di occupazione, oltre che di entrate ridotte per lo Stato; dall’altra parte, chiamare all’azione i tanti appassionati, per agire insieme contro una tassa ingiusta, inefficace e dannosa che in primis andrebbe a colpire proprio loro.
Per sostenere la battaglia di AssoBirra è possibile sottoscrivere la petizione online sul sito salvalatuabirra.it e sulla piattaforma social change.org.
Altre informazioni possono essere raccolte sulla pagina Facebook dedicata e tramite il profilo twitter appositamente creato (hashtag #salvalatuabirra). Conclude il presidente Frausin: «Anche noi siamo convinti che settori come l’istruzione e la cultura debbano essere sostenuti con forza, ma quello che chiediamo alle istituzioni e alle forze politiche è di non continuare a trovare le risorse necessarie aumentando ancora la già alta pressione fiscale sulla birra. Già oggi 1 sorso su 3 va al fisco, in pratica su una birra da 66 cl da 1 euro ben 37 centesimi sono di tasse; e con i nuovi aumenti si arriverebbe a un sorso su due! Da nostre stime sappiamo che l’aumento dell’accisa porterà a un calo ulteriore dei consumi di birra - visto che sono già in flessione nei primi mesi dell’anno - di circa il 5-6%. Allora perché non cercare queste risorse andando a tagliare la spesa pubblica improduttiva?».

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