Come gestire al meglio la liquidità dell’azienda bar

liquidità
Courtesy Pexels/Pixabay
I consigli del commercialista per la gestione della liquidità: la riclassificazione del conto economico, l'analisi dei fabbisogni, la gestione del conto corrente, il calcolo dello stipendio da darsi, la scelta della banca a cui appoggiarsi

Il 2022, dal punto di vista operativo, è stata finalmente una annualità “piena”, senza le chiusure e restrizioni nel corso dell’anno che hanno caratterizzato il biennio precedente. Gli ultimi tre mesi sono stati anche discretamente incoraggianti per il settore del fuori casa.

Alcuni parametri possono essere utili a comprendere l’andamento della vostra azienda: se gli incassi del secondo semestre del 2022 sono andati meglio di quelli del secondo semestre del 2019 di qualche punto percentuale e gli incassi del 2022 sono stati inferiori meno del 15% rispetto a quelli del 2019, potete ritenervi soddisfatti.

In caso contrario, meglio mettere mano seriamente all'analisi dei numeri della vostra azienda, partendo dalla gestione della liquidità e del conto economico. Un analisi utile a tutti.

La riclassificazione del conto economico

Per fare delle analisi corrette sulla gestione della liquidità e sui costi del denaro il primo passo è riclassificare il conto economico in macroaree, seguendo lo schema indicato qui sotto.

liquiditàUn’operazione semplice che permette di capire che fine hanno fatto i soldi incassati durante l’anno.

Calcolare il valore percentuale della macroarea rispetto agli incassi totali consente di confrontare i risultati tra un anno e l’altro. Fatta la riclassificazione, la prima domanda a cui rispondere è: gli incassi complessivi meno i costi delle quattro macroaree danno un risultato positivo? Tale risultato è la liquidità prodotta nell’anno. Se non avete debiti pregressi, dovreste ritrovarlo nel saldo del conto corrente dell’azienda: se invece il saldo al 31/12 è inferiore a quello che avevate all’1 gennaio, pur avendo creato nell’anno un margine positivo di liquidità, va fatta un’analisi approfondita per capire cosa è successo: spesso a creare lo scompenso sono i debiti pregressi (cartelle esattoriali, dilazioni di pagamento, ecc.). 

Se vi occorressero 20mila euro l’anno per coprire i debiti pregressi, dovrete creare almeno 20mila euro di differenza positiva di liquidità nell’anno. Pertanto il vostro budget previsionale dovrà tenerne conto. 

Un secondo invito è di estrapolare dalla macroarea “costi vari” l’ammontare degli oneri finanziari; l’importo è dato dalle commissioni bancarie per le movimentazioni sugli estratti conto (costo bonifici, interessi passivi per scoperto di conto ecc.) e dagli oneri derivanti dagli incassi con transazione bancaria (Pos, Satispay, carte di credito, Sumup, ecc.); per le contabilità semplificate, è utile che il commercialista rilevi tutte le fatture di costo relative a questi incassi, che spesso sono accreditati sul conto corrente al netto dell’onere; per quanto non cambi nulla nel risultato finale, è utile imputarli separatamente per avere una corretta rappresentazione del peso delle altre macroaree sul totale degli incassi e non sugli incassi al netto degli oneri. 

Il controllo del conto corrente

Dall’analisi delle quattro macroaree di costi sostenuti nell’anno 2022, si può dedurre la liquidità media mensile che deve transitare dal conto corrente dell’azienda.

Se, per esempio, il totale dei costi annui è 350mila euro, di cui 300mila transitano dal conto corrente e 50mila in contanti (un po’ di fornitori, un po’ di personale e parte dello stipendio dei titolari/soci), è necessario che ogni mese transitino sul conto corrente almeno 25mila euro, cioè 6.250 a settimana. Questo conto va fatto in anticipo e il controllo deve essere costante in corso d’anno. Altrimenti si rischia di dover versare sul conto negli ultimi mesi dell’anno un’ingente somma non versata regolarmente. Uno degli errori più frequenti è versare a fine mese il contante necessario alla copertura degli impegni bancari in essere (ri.ba, rid, stipendi). La somma versata deve trovare coincidenza con l’incasso del mese stesso; l’escamotage del “finanziamento socio” per contanti lascia sempre intendere anche un ruolo diverso del denaro stesso. Una gestione costante del denaro sul conto corrente porta enormi benefici economici, specie nell’utilizzo dei fidi e degli scoperti di conto, oltre a una miglior difesa da presunzioni di ricavi non dichiarati da parte dell’Amministrazione finanziaria.

Il calcolo del proprio stipendio

Un'altra valutazione da fare è confrontare lo stipendio che vi potete permettere per l’attività che avete in essere con quello che vi occorre per mantenere il vostro tenore di vita e soddisfare i vostri bisogni familiari.

Se avete un bar a gestione familiare, dove titolare e coniuge lavorano all’interno e incassano 300mila l’anno, è difficile che la macroarea del personale vi permetta di prelevare più di 35mila euro per il lavoro prestato, se senza dipendenti; se però a voi servono 40mila l’anno per mantenere i figli, la casa, le auto, le scuole, i debiti pregressi, dovrete "recuperare" la differenza da qualche altra macroarea.

Questa differenza, nelle piccole realtà, spesso diventa un problema insormontabile perché l'escamotage che molti adottano è ridurre il costo della materia prima.
Questo su traduce nell'acquisto di prodotti a minor prezzo e quindi minor qualità, che, come conseguenza, comporta la riduzione degli incassi (l'inizio della fine!).

La cosa migliore da fare è di calcolare qual è il massimo dello stipendio che si può percepire dall'azienda; la differenza va colmata o riducendo il tenore di vita o staccando una delle persone a fare un altro lavoro.

La scelta dell'istituto di credito

Un aspetto importante della gestione della liquidità è la scelta dell'istituto di credito dove aprire il conto corrente. La scelta cambia da azienda ad azienda, in base alle esigenze e al territorio in cui si trova. 

Per negoziare, occorre conoscere i seguenti valori:

  1. numero di transazioni mensili per incassi fatti con Pos e con carte di credito;

2. numero di bonifici mensili (fornitori, stipendi, ecc.);

3. tipo di accesso al credito in essere (fidi, scoperti di conto).

Raccolti questi dati, il vostro bilancio e la riclassificazione del conto economico, chiedete alle cinque banche intorno a voi un preventivo sui tre punti sopra indicati. Tenete traccia scritta di quel che vi offrono, perché questo lavoro rischia di doversi ripetere quasi ogni anno.

 

*Titolare dello Studio Vitale Commercialisti di Rivoli (To)

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