Come cambia la notte italiana

Tendenze –

Il popolo notturno si trasforma: vuole socializzare di più, esce meno in gruppo, spende meno, rientra a casa prima. E cerca locali adatti ai suoi nuovi gusti

Mutano nel tipo di offerta e destinazione: così i locali della notte cercano di adattarsi alle abitudini di consumo in continua evoluzione degli italiani. Si confermano in rapida ascesa l'aperitivo e quei luoghi di ritrovo e socializzazione che sanno conciliare proposte diverse: l'happy hour, la cena, la musica, la serata culturale. A indagare i gusti del “popolo della notte” e il modo in cui i gestori dei locali li interpretano è una ricerca Gfk-Eurisko commissionata da Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) e Silb (Associazione italiana imprese di intrattenimento e ballo). Lo studio si è basato sui dati raccolti da un'altra indagine dello scorso luglio, condotta su un campione di 1.250 persone in tutta Italia, con un'età compresa tra i 18 e i 64 anni, da cui è emerso che il 43% degli italiani in quella fascia d'età frequenta un locale per l'aperitivo, la cena o la serata almeno una volta la settimana. Soprattutto si è visto che la percentuale sale al 54% se si considera la fascia d'età tra 18 e 44 anni. E proprio da qui sono partiti gli esperti di Gfk Eurisko per la nuova ricerca su “Il mondo della notte”, delimitata a un campione di 800 persone tra 18 e 44 anni che frequentano un locale serale almeno due volte la settimana. Lo studio annuale, coordinato dalla ricercatrice Rosanna Savoldelli, è stato presentato a Roma lo scorso 25 novembre e mette a confronto dati a partire dal 2006. Oltre alle interviste online, si è articolato su focus group e indagini qualitative condotte a luglio a Milano e Bari. I dati verranno nuovamente raccolti il prossimo febbraio, per essere poi confrontati.

Bisogno di convivialità

Nonostante la flessione economica e dei consumi 11 milioni di italiani continuano a uscire la sera. In particolare, sono i giovanissimi, tra i 18 e i 24 anni a vivere la notte, con una frequenza media di uscite di 3,6 volte a settimana. Sono loro a frequentare di più discoteche e locali notturni. I 25-34enni, invece, preferiscono una cena o un aperitivo.
Savoldelli fa notare che aumenta trasversalmente il bisogno di socializzazione e convivialità. Nonostante la diffusione dei social network, specialmente tra i giovanissimi, il desiderio di ritrovarsi fra amici e conoscenti aumenta, anzi è ancora più forte. Tale dato è confermato dal successo in ascesa dell'aperitivo.
Il 44% lo sceglievano nel 2006 e quest'estate la percentuale è salita al 60%, con un aumento di 10 punti rispetto al 2009. Anche coloro che optano per una serata scatenata (gruppo “excitement”) apprezzano sempre di più locali “dove si può parlare con calma”.
Dall'84% si sale al 93%.
In città come Milano “l'apericena” è una soluzione affermata dove l'ambiente è sempre più curato e dove la qualità del cibo e delle bevande aumenta. Infatti, fra i trend individuati c'è una maggior attenzione alla qualità dell'offerta, al servizio e al design del locale. Sempre più importante diventa il rapporto qualità-prezzo. È una tendenza trasversale che interessa tutti i gruppi d'età e in particolare i giovani- adulti, dai 25 ai 34. Per loro il divertimento è soprattutto relax e decompressione: privilegiano oltre ai bar, anche enoteche e pub e sono attratti da locali con proposte innovative, come esposizioni d'arte. I giovanissimi optano invece per le discoteche dove scatenarsi, e sono più ossessionati dalla ricerca del locale-novità all'ultima moda, che frequentano in gruppi numerosi. La loro serata finisce più tardi e spendono di più, una media di 34 euro a sera.
La spesa media per serata continua a diminuire. Era 27,2 euro nell'estate 2006, oggi è 24,5 euro. Questa minore disponibilità di spesa è responsabile di un nuovo trend che caratterizza in particolare i locali metropolitani: diverse esperienze nello stesso posto. Così i bar si trasformano in disco bar, nelle discoteche si cena ma ci si può trovare per parlare perché si moltiplicano le aree relax, i divanetti, così come i punti bar. Ma in una scala di importanza quali sono i criteri di scelta? Vince l'accessibilità del posto (36% di coloro che scelgono l'aperitivo e il 47% per coloro che escono nel dopocena).
I gusti poi si differenziano: chi fa l'aperitivo apprezza di più la possibilità di socializzare, una musica non troppo alta (31%) e la qualità di ciò che consuma (29%). Mentre chi fa tardi, ricerca un locale curato nell'arredamento e nei servizi (34%) e con una clientela selezionata (32%). Il prezzo è tra le ultime preoccupazioni dei macro-gruppi, così come la presenza di aree per fumatori.

I gruppi si restringono

È anche vero però che mediamente la notte si accorcia. Quattro anni fa si andava a casa in media all'1,45 di notte, oggi siamo fermi a mezzanotte e mezza e tra i compagni prediletti di bevute si sceglie sempre di più il proprio partner (per il 18% degli intervistati) invece del gruppo oceanico di amici disposto a tirare tardi a oltranza. I motivi si possono ricercare sia nella minore disponibilità economica sia nei più rigidi controlli sull'alcolemia. Come contrappunto le fasce più giovani apprezzano gli eventi “estremi”, organizzati in location fuori mano e lontane dai centri cittadini.
Questi cambiamenti di abitudini stanno modificando sempre di più anche le discoteche, che hanno ormai abbandonato il classico layout con un solo grande bancone bar e unico dance-floor centrale. In ossequio alla sempre più richiesta multifunzionalità le disco privilegiano format più adeguati al bisogno di socializzazione, con privé e zone meno disturbate, con un maggior numero di tavolini e una moltiplicazione di piccole piste in luogo di una sola.
Una nuova tendenza che incuriosisce, ma che è anche una minaccia per i locali “tradizionali”, sono gli eventi “one night” in location inconsuete, come hotel o chiringuitos che, per esempio a Milano, sono sempre più di moda. Spesso questi spazi “trasformisti” e provvisori sfuggono alle rigide regole cui devono invece sottostare i luoghi della notte ufficiali, ingenerando un senso di malcontento tra i professionisti del settore. «Questa ricerca conferma - ha sottolineato Renato Giacchetto, presidente Silb - che esistono delle asimmetrie amministrative e regolamentari tra l'offerta di intrattenimento ufficiale e quella parallela». Asimmetrie ovviamente da correggere.

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