Buoni pasto più ricchi, ma solo se elettronici. Con l’entrata in vigore di un emendamento alla Legge di Stabilità 2015 (Legge n. 190/2014), a partire dal 1° luglio la soglia di non imponibilità per i buoni pasto in formato elettronico è stata innalzata di 1,71 euro, passando dunque da 5,29 a 7,00 euro. Soglia di detassazione che invece resta a 5,29 euro per i ticket cartacei.
La “riforma dei ticket” può rappresentare una spinta importante per rilanciare i consumi nel canale fuori casa: uno studio dell’Università Tor Vergata di Roma, ha stimato che questa misura porterà le aziende a investire 500 milioni di euro per la pausa pranzo dei loro dipendenti e questo potrà generare un’integrazione di reddito di 400 euro annuali per i lavoratori beneficiari da spendere per il pasto. Tanto più che il buono potrà essere impiegato esclusivamente per l’acquisto di cibi e bevande da consumare nel luogo dove sono stati acquistati.
Altro vantaggio per gli esercenti consiste nella semplificazione della burocrazia e nella riduzione dei tempi per la riscossione degli importi dei buoni. Obiettivo della modifica, infatti, accanto al rilancio dei consumi, è rendere più digitale il mercato dei ticket, che nel complesso riguarda oltre 2,5 milioni di dipendenti e liberi professionisti, per i quali vengono emessi circa 500 milioni di buoni l’anno, dei quali gli elettronici rappresentano il 15% del totale, e ben 150.000 esercizi convenzionati. I buoni elettronici, dei tesserini dotati di chip digitale, simili alle carte di credito e ai bancomat, sono anti falsificazione e facilmente validabili in modo da rendere il processo di fatturazione per i gestori dei locali più rapido rispetto a quelli cartacei.
La loro diffusione, però, comporterà anche una serie di problematiche. La principale consiste nel fatto che il Pos per tracciare i ticket non è unico, in quanto ogni società emettitrice ne ha uno proprio. Questo significa che il gestore, se non intervengono accordi tra gli emettitori per l’introduzione di un Pos unico, saranno costretti a dotarsi di più dispositivi.
Inoltre, i gestori, potranno incassare un solo buono al giorno per lavoratore (che restano non cedibili, non cumulabili, non commercializzabili e non convertibili in denaro), non eccedente l’importo di 7 euro, mentre la quota restante, nel caso il costo del pasto fosse superiore, deve essere riscossa in contanti o con moneta elettronica.