Vendite spirit: allerta Assodistil, ma l’export tira

grappa
L’aumento dei costi delle materie prime e dei servizi di energia elettrica e gas pesa. Ma l’estero vola, con +17% di vendite di acquaviti italiane.  Dopo la pubblicazione delle linee guida anti-alcol dell’Oms – Regione Europa, Assodistill e Federvini invitano a riflettere sullo spettro “proibizionismo”

È un bilancio in chiaroscuro quello tracciato da AssoDistil che si è incontrata a Roma a settembre per la sua assemblea annuale. Giunta all’incontro numero 76, AssoDistil ha presentato i dati relativi all’andamento del mercato dei distillati, che affronta come tutta l’industria italiana una crescente inflazione e l’aumento dei costi delle materie prime ed energetiche, ma che ha messo a segno negli ultimi mesi dati lusinghieri soprattutto in tema di export, dove hanno sortito ottimi effetti sia la concentrazione sulla qualità del prodotto, che le numerose attività di incoming messe in campo dal Comitato.

In questo quadro, nella stessa giornata, si è inserita la notizia dell’approvazione del documento adottato a Tel Aviv dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) - Regione Europa, “European_framework_action_alcohol_2022_2025” (clicca per scaricarlo): una serie di linee guida orientate alla diminuzione del consumo di alcol. Abbiamo sentito in merito il parere di Assodistill e Federvini.

L’exploit delle esportazioni

Secondo i dati realizzati da Format Research per conto di AssoDistil, nel primo semestre del 2022 l’export di grappa ha fatto registrare un +17% in valore e +9% in volume, che ha portato nelle casse del comparto vendite per 28 milioni di euro, 4 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tra i mercati internazionali che apprezzano di più la grappa vi è la Germania, che da sola concentra ben il 59% dell’export di settore.

Cresce la produzione e volano i consumi nell'horeca

Per contro, sul fronte interno, la metà delle imprese del settore lamenta un incremento dei prezzi e servizi di energia elettrica e gas superiore al 40%, accanto all’aumento dei costi delle materie prime per cui un’impresa su quattro ha registrato rincari superiori al 20%.

Antonio Emaldi, presidente di Assodistil

Per fronteggiare l’effetto dei rincari, l’86% delle imprese dei distillati hanno rivisto o prevedono di rivedere al rialzo i prezzi praticati, mentre l’80% di questa ha valutato o sta valutando di ricorrere a nuovi fornitori. «Le nostre aziende - denuncia Antonio Emaldi, presidente di AssoDistil - hanno bisogno di grandi quantità di gas: dicono di non sapere se riusciranno a mettere in moto gli impianti».

In merito all’andamento di mercato delle Acquaviti, che conta 34 Indicazioni Geografiche sul suolo nazionale, si intravedono alcuni segnali positivi: la produzione nazionale di grappa è salita del 9%, annuncia Cesare Mazzetti, presidente del Comitato Acquaviti di Assodistil.

Per comprendere lo scenario, aiutano i dati presentati da Emanuele Di Faustino, Senior Project Manager Nomisma: «Nei primi 6 mesi del 2022 il mercato della grappa, al pari di quello del vino e degli spirit in generale, ha registrato una contrazione delle vendite in GDO, a fronte di una ripresa dei consumi nel canale Horeca, in positivo di ben 31 punti percentuali». Quest’ultima è stata trainata dalla ripresa del turismo, nazionale e internazionale, che ha fatto vivere un’estate esaltante.

Peccato che Di Faustino avverta di fosche previsioni all’orizzonte, con un taglio dei consumi stimato nel canale bar/ristoranti del 34%. Inoltre, già si registra una diminuzione dei valori venduti sul canale e-commerce del 15%. “Ciliegina sulla torta”, aggiunge Emaldi, è l’inflazione. La riduzione del potere d’acquisto degli italiani e la conseguente contrazione dei consumi, inciderà in maniera importante sul mercato degli spirit in generale, dal momento che non si tratta di beni di prima necessità. Emaldi è anche preoccupato da un possibile rincaro delle accise: «Auspichiamo che il nuovo Governo che si insedierà nelle prossime settimane non adotti meccanismi di ulteriore inasprimento dell’imposizione fiscale sugli spirit, onde evitare un altro colpo al settore già in forte difficoltà per la difficile congiuntura economica».

La risoluzione dell’Oms e lo spettro del proibizionismo

In questo quadro, come abbiamo annunciato, si è inserita la notizia dell’approvazione del documento adottato a Tel Aviv dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) - Regione Europa, European framework for action on alcohol 2022-2025”: una serie di linee guida orientate alla diminuzione del consumo di alcol, con obiettivo -10% pro-capite, che comprendono l’aumento della tassazione, il divieto di pubblicità degli alcolici in qualsiasi forma, e l’obbligo di health warning in etichetta.

Le associazioni del settore vino e spirits hanno subito risposto definendola una linea “proibizionistica” tout-court.

Cesare Mazzetti, residente del Comitato nazionale Acquaviti di Assodistil

Assodistil condivide lo stupore e le preoccupazioni. «L’approvazione del documento da parte della Organizzazione Mondiale della Sanità - commenta Cesare Mazzetti, presidente del Comitato Nazionale Acquaviti AssoDistil -  conferma la posizione fondamentalista e politica di questa istituzione nei confronti del consumo di alcolici, che non tiene in alcun conto i numerosi studi secondo i quali un consumo moderato e consapevole non danneggia la salute e può anzi avere effetti positivi. Ma come abbiamo già visto in occasione della recente pandemia, l’OMS sembra muoversi spesso più per linee politiche che scientifiche. Ciò che stupisce maggiormente è che Paesi come l’Italia, la Francia e la Spagna non abbiano espresso contrarietà a questa iniziativa, destinata ad incidere duramente sul settore se i governi non riusciranno ad arginare a livello europeo questa deriva punitiva».

Micaela Pallini, presidente di Federvini

Micaela Pallini, presidente di Federvini e amministratore delegato di Pallini ricorda che l’Italia ha un consumo pro-capite già molto più basso rispetto alla media europea. Nella classifica sul consumo episodico pesante di alcol, l’Italia è ultima insieme a Cipro al 4%, ben lontana dalla media Ue del 19%, secondo i dati Eurostat 2021.
«Il nostro consumo – commenta Pallini – è più legato alla socialità e lo mostrano i dati che confermano la discesa delle vendite in Gdo a vantaggio del canale horeca, dopo la fine dell’emergenza Covid. A noi italiani piace bere e mangiare ed è sul consumo consapevole, con il corollario di un’alimentazione sana, che bisogna investire. Le politiche proibizionistiche rischiano solo di danneggiare il comparto e hanno dimostrato di avere scarsi risultati sulla prevenzione degli abusi”.

Obiettivo dichiarato per il futuro: rafforzare le tutele per i prodotti alcolici sul mercato internazionale.

Paolo De Castro, della Commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale Parlamento Europeo, in un intervento video durante l’incontro di Assodistil ha affermato di essere già al lavoro con la sua squadra per un nuovo regolamento europeo, che conta di portare a compimento «entro la presidenza spagnola del prossimo anno».

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome