Regno Unito, la birra zero alcol piace anche alla spina

Una ricerca commissionata da Lucky Saint sonda il mood degli inglesi riguardo le birre zero alcol. Il verdetto è chiaro: un terzo si dichiara pronto ad ordinarle al pub o al ristorante. Per un consumo anche alla spina

La birra zero alcol o alcol free sta guadagnando posizioni in Europa. Ne abbiamo recentemente parlato su Bargiornale in Birre alcol free, l'Italia ancora un passo indietro, facendo il punto su una categoria che sta conquistando alla causa, soprattutto nel canale diurno, salutisti, vegani, donne e nuove generazioni. L'ennesima conferma viene da oltremanica ed esattamente da una ricerca promossa da Lucky Saint, brand inglese che firma una lager non filtrata da 0,5% vol. Ebbene, circa un terzo dei consumatori considererebbe la possibilità di ordinare una birra zero alcol al pub, al bar o al ristorante. Non solo. La ricerca rivela che per il 22% degli intervistati, la mancanza della disponibilità di una referenza alcol free è la prima motivazione di non consumo. Una mancanza che riguarda, in particolare, la proposta alla spina (18% degli intervistati). Dei consumatori che dichiarano che, una volta terminato definitivamente il periodo di lockdown, preferirebbero consumare un drink zero alcol piuttosto che uno alcolico, il 20% rivela che lo farebbe per evitare i postumi e i malesseri che sono in genere conseguenti a una sbornia (la ricerca è stata condotta, tra il 2020 e il 2021, da Censuswide su un campione di 2001 rispondenti).

L'esempio a cui guardare? La Spagna

La crescente apertura ai prodotti zero alcol in un Paese a forte tradizione birraria come il Regno Unito è un dato molto importante per il futuro di una categoria che solo pochi anni fa sembrava confinata a restare un fenomeno di nicchia. Ma il lockdown sembra aver accelerato i segnali di un cambiamento dei comportamenti di consumo, già emersi in parte prima del 2020. Oltremanica, durante la crisi pandemica, le vendite di birra, secondo IWSR, sono diminuite del 13,2% (stima) mentre quelle a basso tenero alcolico o zero alcol dello 0,5%, mostrando una resilienza non comune. Si stima, secondo IWSR, che il segmento non alcol valga circa il 2% del mercato birrario britannico: una percentuale che potrebbe crescere fino al 6% entro il 2023. A questo proposito, i produttori di birra no alcol inglesi stanno guardando con attenzione a cosa sta succedendo in Spagna dove le birre no alcol rappresentano oggi più del 15% del mercato interno. Per quanto riguarda Lucky Saint, che ha lanciato la sua birra zero alcol nel 2018, diventando il primo brand indipendente di birra zero alcol nel Regno Unito, sta moltiplicando gli investimenti per essere sempre più presente non solo nel largo consumo, dove è referenziato dalle principali catene di supermercati come Sainsbury's e Tesco, ma anche nei pub e nei ristoranti. Nel 2020, ha lanciato la propria birra per il servizio alla spina e quest'anno ha investito 3,5 milioni di sterline per incrementare la sua brand awareness e posizionarsi come prima scelta nel fuori casa.

 

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