Una rete aperta che vuole coinvolgere tutti gli attori della filiera del caffè: agricoltori, trader, torrefattori, baristi, ristoratori, esperti di settore, istituzioni pubbliche, grandi aziende, appassionati e semplici bevitori di caffè, animati dalla curiosità e dalla voglia di dare un contributo positivo alla causa comune di un caffè buono, pulito e giusto per tutti. Tutto questo (e molto ancora) è Slow Food Coffee Coalition, presentata in occasione della Giornata Mondiale della Terra in chiusura della lunga maratona di Terra Madre Salone del Gusto. Un progetto presentato dai suoi ideatori: Carlo Petrini, presidente di Slow Food e Giuseppe Lavazza, vicepresidente di Lavazza Group, che ha da poco presentato la sua Roadmap to Zero, l’obiettivo carbon free entro il 2030.
Il primo ha sottolineato l’importanza di unire la dimensione agricola a quella produttiva e distributiva: molti consumatori non conoscono la filiera e la cultura del caffè. Il nuovo obiettivo, prende il via dal caffè ma si dovrà allargare a qualsiasi prodotto, unendo la cultura alimentare a quella ambientale e ai diritti di chi coltiva e lavora. Da parte sua, Giuseppe Lavazza ha sottolineato come la collaborazione sia un tema fondamentale per affrontare temi e problemi di ampio raggio quali il cambiamento climatico, le disuguaglianze, le questioni di genere, il cambiamento generazionale che vede i giovani allontanarsi dalle campagne; problematiche alle quali nell’ultimo anno si è innestato negativamente la pandemia.
A fronte di un orizzonte sempre più complesso, la necessità di collaborare emerge con forza: l’obiettivo è creare uno spazio, un’arena al cui interno tutti gli operatori possano dare un contributo per il miglioramento complessivo della filiera, intesa come qualità del prodotto, prosperità, creando una ricchezza diffusa. L’auspicio è di un passaggio da una competitività basata sul prezzo a una fatta anche di valori, che le aziende devono trasmettere per prime, avendo come obiettivo l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Si tratta di un passaggio che vede il consumatore in parte preparato o comunque ben disposto: il grande pubblico oggi è sensibile anche a questioni di cuore; certo, rimane il problema del prezzo, che per molti è il primo riferimento. Lavazza vuole soddisfare questo mercato, comprendendo anche la parte che si rivolge al cuore del consumatore, forte della sua lunga esperienza sul campo accanto ai farmer nei paesi d’origine; chi comprenderà questi valori sarà anche disposto a spendere un po’ di più.
Le esperienze di alcuni produttori hanno messo in luce i grandi problemi legati ai cambiamenti climatici, che chiedono un deciso cambio di passo, per non vedere compromesse le loro colture e, sul lungo termine, l’intero settore del caffè. Sono emergenze che, ha nuovamente osservato Carlo Petrini, chiedono risposte dal mondo politico soprattutto da parte dei giovani, consapevoli del fatto che, se le cose non cambiano, il loro futuro è compromesso.
Tutti gli attori della filiera del caffè possono aderire al Manifesto della Slow Food Coffee Coalition, con i 10 pilastri per un caffè buono, pulito e giusto:
• La tutela dell’ambiente e degli ecosistemi come elemento fondamentale nella resilienza alla crisi climatica • La biodiversità come approccio sistemico tra ambiente, comunità e prodotti locali • La sicurezza alimentare garantita dall’applicazione dei principi dell’agroecologia • La salvaguardia dei diritti fondamentali dell’uomo e del lavoro lungo tutta la filiera • L’inclusione sociale a prescindere da identità di genere, razza, etnia, età e religione • L’educazione e l’incoraggiamento al dialogo tra i partecipanti alla filiera perché la conoscenza condivisa genera consapevolezza • La trasparenza lungo tutta la filiera del caffè • La tracciabilità come buona pratica a tutela della qualità nei diversi processi del caffè, dall’origine alla tazzina • L’origine specifica del caffè: da chi viene prodotto e in quale luogo • Il diritto al piacere: saper apprezzare gusto, aromi e sentori del caffè.
Cosa comporta questo per un operatore? «Siano essi baristi o ristoratori, sono gli interpreti del caffè e attraverso il loro savoir faire ci regalano il piacere della nostra tazza quotidiana o l’emozione di una ricetta sorprendente. Con la Slow Food Coffee Coalition si impegnano a utilizzare un caffè buono, pulito e giusto e a dare importanza al lavoro di tutti i partecipanti della filiera, valorizzando le loro storie ed esperienze: baristi e ristoratori sono la nostra più importante fonte di conoscenza e consapevolezza».