ArGintario: un concentrato di Maremma in un gin

Nato dall’esperienza dell’Azienda Santa Lucia, cantina specializzata in Morellino, Vermentino e Ansonica, il gin ArGintario è un omaggio al territorio

Un gin che parla della sua terra. È ArGintario, un distillato figlio della Maremma del Sud, dalla quale prende le botaniche. A produrlo dal 2020, i fratelli Scotto, Lorenzo e Luca, già proprietari di una cantina, l’Azienda Santa Lucia, anch’essa molto legata al terroir. «Produciamo Morellino di Scansano, Vermentino e Ansonica. Con quest’ultimo, che è un vitigno autoctono, abbiamo lanciato di recente un metodo classico, dosaggio zero, 24 mesi sul lieviti: al momento un unicum», spiega Luca Scotto. L’Ansonica è, in piccolissima parte, presente anche nel gin ArGintario. Nella lista delle botaniche, oltre all’immancabile ginepro, spiccano lentisco e finocchietto marittimo, entrambi raccolti a mano in Maremma. Poi ci sono melissa, arancia amara, gelsomino e un tocco di acquavite d’uva prodotta dalla stessa cantina, proprio con uve Ansonica.

«Dico sempre – racconta Luca Scotto – che nel nostro gin c’è quel sentore di Mediterraneo che altri distillati ottengono utilizzando botaniche più scontate, come il rosmarino. Noi abbiamo scelto di lavorare il lentisco e il finocchietto marino perché è proprio quello che trovi passeggiando fra le nostre terre. Il finocchietto marino, poi, siamo stati fra i primi ad utilizzarlo. Per quanto riguarda l’acquavite, invece, l’abbiamo voluta introdurre come omaggio alle nostre radici e contribuisce dando una grossa morbidezza e bilanciamento in più al palato».

A realizzare la giusta ricetta, che ha messo a segno numerosi premi, è stato chiamato Lorenzo Zappi, insieme a Oscar Quagliarini che ha contribuito nel bilanciamento. Le Distillerie Quaglia sono quelle che in concreto producono questo gin, che è sul mercato con circa 5mila bottiglie l’anno, posizionato in fascia premium (a scaffale intorno ai 40 euro). «La distribuzione non prevede la gdo, ma si rivolge soprattutto ai clienti dell’horeca e alle enoteche specializzate». Va da sé che ci sia una sinergia con i canali di distribuzione che la cantina aveva già attivati nel mondo vino. «Oggi sono molti i distributori che hanno anche un portfolio di spirits e con quelli riusciamo a raggiungere soprattutto le enoteche specializzate e i locali polifunzionali. Per il mondo bar, aggiungiamo altri canali più diretti», chiarisce Scotto.

La bottiglia della limited edition D-Park

Particolarmente bella la bottiglia, che non ha un’etichetta, bensì una serigrafia (è prodotta dalla P&P Promotion), che rappresenta i confini terra-mare dell’Argentario. Il puntino bianco a sinistra rappresenta la posizione dell’azienda. Recentissima, inoltre, la release di ArGintario D-Park, in limited edition (solo 588 bottiglie), che ha ricevuto anche un premio a Tuttofood, realizzata da un artista della zona, Matteo Bonguerrieri. «È un omaggio al mare e al territorio in cui siamo. Il disegno rappresenta i fondali dell’Argentario e la mappa dei relitti affondati fra il monte Argentario e l’Isola del Giglio».

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