Stefano Cevenini vince l’Espresso Italiano Champion 2019

Una due-giorni di competizioni ha selezionato i quattro finalisti che si sono sfidati in una competizione in cui ha contato ogni singolo dettaglio. Cresce la professionalità dei concorrenti.

Si alza ogni anno di più il livello di professionalità dei concorrenti e dei finalisti dell’Espresso Italiano Champion, il campionato internazionale baristi promosso da Inei - Istituto Nazionale Espresso Italiano, giunto alla sesta edizione. Il 12 e 13 giugno presso Mumac Academy a Binasco (MI) si sono svolte le finali italiane: 14 concorrenti si sono disputati i quattro posti all’ultima competizione che ha decretato il campione italiano che gareggerà nella fase finale della gara, in programma tra il 18 e il 22 ottobre a Host Milano, in uno stand ampio all’interno del pad. 24. Ha vinto il giovane Stefano Cevenini con una prova sicura e pulita, primeggiando su Nadia Giacomelli, Davide Valenziano e Fabiano Bucci.

Ha solo 20 anni Stefano che lavorato con il caffè Gran Miscela di Mokador che in semifinale ha estratto a 92°C e in finale a 91°C per rendere l’espresso più rotondo, togliendo un po’ di acidità. Preciso, sicuro, ha curato nei dettagli ogni passaggio, soprattutto quelli legati alla pulizia e alla pressatura (con una curiosa alzata del portafiltro con il pressino posato sulla polvere di caffè al fine di verificarne la perfetta perpendicolarità). Barista e formatore all’Accademia italiana baristi Faenza, per i suoi cappuccini ha utilizzato una procedura che ha messo a punto guardando un video di Fabio Dotti: “lui iniziava dalla versata, omogeneizzando, quindi con la crema di latte; ho pensato di fare il contrario: partire dalla crema di latte, amalgamare e proseguire con la versata: l’insieme risulta più omogeneo e denso”. Ama la latte art, di cui ha già fatto corsi e sogna di gareggiare e diventare un campione. Proprio come Manuela Fensore di cui nella mattinata ha ascoltato con attenzione il racconto delle fatiche e dell’impegno che questa disciplina richiede. Buona preparazione in vista della finale, dove competerà con concorrenti di altissimo livello provenienti da Bulgaria, Cina, Corea, Germania, Gran Bretagna, Russia, Taiwan e Tailandia.

Gli altri tre finalisti si sono classificati a pari merito alle sue spalle. Nadia Giacomelli ha gareggiato con la miscela Gran Espresso di Caffè Milani estratta a 90°C:era un caffè fresco, di cui ha voluto mantenere al meglio gli aromi. Ha trovato rapidamente la giusta macinatura e ha estratto molto bene tutti gli espressi; nella realizzazione dei cappuccini la crema è stata ben realizzata; purtroppo è avanzato un po’ di latte. Lavora nel settore da 30 anni ed oggi è la barista di riferimento a Villa Giavazzi a Verdello (BG). Cinque ani fa, un corso svolto presso Caffè Milani le ha fatto scoprire la complessità e il fascino della filiera del caffè e l’importanza di curare ogni particolare nell’ultima fase di questo lungo viaggio: l’estrazione; da allora ha seguito numerosi corsi. Determinata, il prossimo anno vuole tornare a gareggiare.

Davide Valenziano ha estratto la miscela Gran Crema Delicato di Filicori Zecchini a 93,5°C che gli ha permesso di ottenere un espresso con un buon bilanciamento tra acidità e amarezza. Ha fatto una gara lineare, che a tratti ha fatto trapelare un poco di tensione. Soddisfatto dei propri espressi, si dà un voto tra il 6 e il 7 per i cappuccini. Nel bar Platz a Rogoredo di Casatenovo (LC) il suo impegno e la sua professionalità si fanno notare.

Ha presentato un espresso con una buona nota cioccolatosa realizzata con una miscela 80-20 di Torrefazione Paranà estratta a 90°C, Fabiano Bucci. Un ultimo intervento sulla macinatura l’ha portato a stringerla forse un po’ troppo, ma ha trovato buoni i suoi espressi e riguardo i suoi cappuccini afferma “li avrei bevuti volentieri”. Lavora al De Gustibus di Valmontone (RM), un locale serale, dove all’espresso si uniscono numerose estrazioni a filtro; il caffè è protagonista di numerose bevande miscelate anche originali (ha ideato un drink al carciofo).

Il team di Mumac Academy si è mosso con grande professionalità insieme ai professionisti di Inei e alle squadre dei giudici tecnici e sensoriali, creando una due-giorni intensa e molto interessante.Un’unica nota per i partecipanti e i loro accompagnatori: in una fase come l’attuale in cui più che mai i baristi sentono la necessità di confrontarsi, di sentirsi “comunità”, di trovare nuovi spunti ed anche amicizie, sarebbe forse il caso di approfittare meglio e di più di occasioni come queste. Si è concorrenti in pedana, ma per il resto del tempo si è colleghi in una realtà complessa qual è quella del bar; meglio non lasciarsi sfuggire l’occasione di trovare nuovi amici e riferimenti per la propria attività.

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