Senso Espresso, tra macchine per caffè e made in Italy

Senso Espresso
Il libro riunisce idee, valori e creatività senza tempo. Per coffee lover, professionisti del settore, appassionati di stile e design

Volume “importante” con la sua copertina rigida rivestito di tela rossa e il titolo - Senso - scavato in essa, il nuovo libro presentato da Mumac - Museo delle macchine per caffè di Gruppo Cimbali si propone quale contenitore di informazioni ed emozioni ricco e al contempo informale e piacevole, da “gustare” a piacere. Si può infatti leggere dalla prima pagina o aprire a caso, per ritrovarsi immersi tra immagini, sensazioni, simboli, ricordi, scoperte legate alla macchina del caffè e più in generale al “taste of Italy” fatto di design, senso estetico, arte, gusto, saper vivere e industria. Il suo titolo completo è infatti Senso Espresso - Coffee.Style.Emotions. “Documenti e fonti storiche integrano la narrazione svelando nuovi particolari della storia industriale di questo settore, già densa e ricca di sfumature, ma con ancora spazi da scoprire e riempire”, commenta Edgardo Ferrero, services director del Gruppo di Binasco, che continua: “Il contributo di altri enti, poi, cala il mondo delle macchine per caffè in un contesto creativo più ampio e ricco di connessioni, come se si stesse passeggiando in un museo alla scoperta dello stile italiano».

I sensi sono le coordinate del volume suddiviso in sei capitoli: aroma, suono, vista, tatto, gusto che si riuniscono infine in sinestesia. Il grandissimo lavoro di ricerca all’insegna del made in Italia emerge da ogni pagina, ogni informazione e parte della storia della macchina espresso, di cui emergono numerosi tasselli e personaggi importanti, come Angelo Moriondo, che nel 1884 presenta una «curiosissima macchina a spostamento con cui si fanno trecento tazze di caffè a vapore in un’ora», Luigi Bezzera, che si differenzia dal modello precedente perché «con la sua invenzione la tazza è singola e quindi il caffè è servito sempre fresco». Quella rapidità e freschezza ispirano il nome di Espresso quando Bezzera e Desiderio Pavoni presentano due macchine alla Fiera internazionale di Milano nel 1906. Si prosegue con Pier Teresio Arduino, Giuseppe Cimbali, Achille Gaggia ed Ernesto Valente. 

Nella prefazione Fabrizia Cimbali, amministratore delegato Gruppo Cimbali, invita «a sfogliare questo libro multisensoriale come fosse un museo in cui riscoprire tra le righe il gusto dello stile italiano. Tra sfumature, parole, note e suggestioni emergono sensazioni e riflessioni. Proprio come quando si sorseggia un espresso, mentre si assapora la meraviglia di un lusso accessibile a tutti».

Ogni capitolo si apre con una pagina emozionale e una citazione. Per l’aroma è tratta da un testo incompiuto di Italo Calvino: «L’odore ti dice senza sbagli quel che ti serve di sapere, non ci sono parole né notizie più precise di quelle che riceve il naso». Quindi una parte storica (di nuovo l’olfatto presenta un personaggio intraprendente: Domenico Parisi, un barbiere che vive negli Stati Uniti, che negli anni ’20 investe tutti i suoi risparmi per comprare una macchina, portando a New York la magia dell’espresso e il primo cappuccino del continente americano). Quindi approfondimenti storici, la magia del design, del cinema, dell’arte, della moda, di bellissimi paesaggi, inframmezzati dal filo rosso dell’espresso e dei marchi La Cimbali e Faema. Testi brevi, coincisi accompagnano le immagini, sempre curatissime.

In tutto 300 pagine che, come sottolinea Barbara Foglia, Mumac manager, parlano a tutti e raccontano di chi « a vario titolo, ha dato e dà tutt’oggi un contributo prezioso per l’evoluzione della cultura del caffè espresso. Una storia che racconta di tutti noi, senza dimenticare il nostro heritage, ma con uno slancio fiducioso verso il futuro”.

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