Un’interessante iniziativa ad alto impatto sociale si svolge all’interno del carcere di Bollate. Nato nel 2016, dalla collaborazione tra la Cooperativa sociale bee.4 altre menti e importanti case di produzione di macchine da caffè dei settori domestico, horeca. e vending, il progetto Ri-genera ha l’obiettivo di favorire il riscatto sociale attraverso il lavoro e il reinserimento professionale. A tal fine è stata allestita un’officina di oltre 400 mq, dove lavorano i detenuti insieme ad un team di professionisti che li aiutano a diventare tecnici autonomi in diversi ambiti quali la meccanica, l’elettronica, la componentistica, acquisendo competenze forti, spendibili in una carriera professionale. L’officina è suddivisa in funzione della specializzazione tecnica in tre settori di intervento: macchine professionali da bar, distributori automatici del settore vending, macchine da caffè a capsula Ocs.
Delle macchine prese in carico vengono effettuate riparazioni, revisioni e “messe a nuovo” o rigenerazioni, con l’obiettivo di restituire valore ed efficienza a ciascun macchinario allungandone il ciclo di vita e di funzionamento. Dopo lo smontaggio le componenti in plastica e metallo, sono pulite mediante l’uso di vaporizzatori ad alta pressione, bagni acidi e sabbiatrici. In fase di assemblaggio vengono montati kit standard in base alle tipologie di apparecchiature, che infine sono chiuse e protette in modo per essere trasportate in sicurezza.
“Vogliamo essere riconosciuti per il fatto di essere bravi nel nostro lavoro e competitivi nei prezzi, oltre che portatori di un messaggio importante: la possibilità di creare un carcere utile esiste anche e soprattutto nelle nostre pratiche di lavoro - afferma Pino Cantatore, socio fondatore della Cooperativa sociale bee.4 altre menti -. Tutti abbiamo bisogno di rieducarci all’idea di un carcere utile, capace di essere di servizio a chi vive fuori e di proporre servizi ben fatti”. Scegliere di affidarsi al progetto Ri-genera significa optare per un modello di economia che riduce i costi di gestione e l’impatto ambientale legato allo smaltimento dei rifiuti, valorizzando le competenze e rinnovando il valore del proprio investimento in macchinari. “La sfida – prosegue Cantatore – è riuscire a creare un legame duraturo tra la dimensione della qualità e i luoghi di pena. Per farlo abbiamo bisogno di lavorare su due piani: internamente investendo sulle persone che hanno fame di sapere e voglia di costruire un futuro differente, valorizzando le competenze esistenti o formando le persone; all’esterno abbiamo bisogno di fare cambiare la mentalità delle persone rispetto al carcere e ai luoghi di pena, ripensando lo stereotipo che vorrebbe confinare là dentro esclusivamente aspetti negativi. Tutti abbiamo bisogno di rieducarci all’idea di un carcere capace di essere di servizio a chi vive fuori e di proporre servizi ben fatti. Fortunatamente nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito, grazie alla disponibilità dell’Amministrazione Penitenziaria e allo spirito di iniziativa del mondo delle imprese, alla nascita e al consolidamento di progettualità interessanti e ricche di potenziale. Vogliamo collegarci a questo filone, candidandoci ad essere un partner serio e affidabile di chi opera nel settore dell’erogazione di caffè e della distribuzione automatica”. A tal fine sono continue la ricerca verso il miglioramento e l’attenzione a rendere più consistente la base dei clienti, dimostrando rapidità nella risposta e lavori eseguiti con cura e attenzione.
Collaborano con il progetto le aziende Dalla Corte, Wega, La Cimbali, La Spaziale, Faema, Rancilio per il settore horeca; Lavazza/Firma, Capitani, Espresso Petroncini, Krups, CBT per quello domestico; Necta, Bianchi, FAS, Mistral service per il vending.