Lavazza ¡Tierra!, le miscele amiche dei farmer

La collezione ¡Tierra! nasce da un progetto di responsabilità sociale per migliorare condizioni ambientali e lavorative dei coltivatori

Lavazza ¡Tierra!
La collezione ¡Tierra! nasce da un progetto di responsabilità sociale per migliorare condizioni ambientali e lavorative dei coltivatori

Il progetto ¡Tierra! nasce in tempi in cui si avvertiva l’importanza di affrontare in termini pratici quella che oggi è un’emergenza a livello globale: la sostenibilità. Il programma, che comprende i progetti più direttamente ideati e gestiti dalla Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza Onlus, è diviso in due periodi: nel 2009 si è conclusa la prima fase, che ha interessato tre comunità in Perù, Honduras e Colombia; la seconda fase, avviata nel 2010, riguarda India, Brasile e Tanzania. Dal 2013 sono coinvolte due comunità in Etiopia e Vietnam.

«Sono tre gli ambiti principali in cui il programma si sviluppa - spiega Mario Cerutti, Chief Institutional Relations and Sustainability Officer Lavazza -. Il primo protagonista è il mondo agricolo al quale forniamo competenze e strumenti per ottenere un caffè di qualità migliore con la massima efficienza in un’ottica di tutela dell’ambiente. Quindi aiutiamo l’uomo, che, oltre che coltivatore, deve essere imprenditore: anche se il suo reddito è contenuto, ogni giorno deve prendere delle decisioni importanti; gli forniamo le basi e gli strumenti per potersi orientare al meglio. Quindi vi è il tema dell’organizzazione, indispensabile per fare collaborare tra loro un certo numero di produttori al fine di avere maggiore peso contrattuale sia in fase d’acquisto, sia di vendita del caffè. Da queste basi si ottengono due grandi risultati: la comunità trae vantaggio su più fronti e diventa a sua volta esempio di alcune pratiche anche per altri produttori, dando il via a un effetto di divulgazione che coinvolge positivamente anche chi non è coinvolto direttamente dal progetto».

Le storie di sostenibilità di Lavazza - e in particolare i progetti portati avanti in Colombia e Brasile - sono state protagoniste dello stand con il quale Lavazza ha preso parte all’ultimo World of Coffee a Berlino lo scorso giugno, insieme agli assaggi dei prodotti, in espresso ed anche in cold brew e nitro, con azoto. All’assaggio, ¡Tierra! Colombia espresso, 100% Arabica lavata, contiene i profili sensoriali dalle diverse regioni del Paese: l’aroma fruttato della Cordigliera occidentale e delle regioni meridionali unito al corpo pieno tipico della regione di Meta. Le note di frutta tropicale si accompagnano a profumi di scorza di lime e fiori di gelsomino. ¡Tierra! Brasile espresso è, invece, 100% Arabica naturale con caffè della regione di Lambarì, Minas Gerais, con Cereja Passita proveniente da Carmo do Paranaiba. Il suo espresso ha corpo intenso e consistenza vellutata. Sempre nell’ambito della propria partecipazione berlinese, Lavazza ha organizzato, in collaborazione con SCA, una conferenza dedicata ai progetti di CSR, che ha visto protagonisti gli ospiti dei progetti di sostenibilità da cui provengono parte dei caffè presenti nei blend ¡Tierra!.

Tre domande a Mario Cerutti, Chief Institutional Relations and Sustainability Officer Lavazza

Come si articolano i progetti avviati in Colombia e Brasile?
Ogni Paese e ogni regione ha realtà particolari. Se in alcune regioni dell’Africa un farmer produce in media 3-5 sacchi, in Brasile arriva a produrne fino a 200. In quest’ultimo Paese il progetto ¡Tierra! ha preso il via nel 2010 a Lambarì nel Minas Gerais, e ora siamo nella “fase 2”, più specializzata, con attività per sviluppare le competenze di assaggio dei produttori e concorsi tra di loro per individuare i caffè migliori. In Colombia sono attivi più progetti, tra cui uno nella regione di Meta, fino a poco tempo fa in mano alla guerriglia e oggi sotto il controllo governativo; le zone interessate sono aree di restituzione, dove la produzione era ferma da anni a causa del conflitto, e ai produttori sono state portate nuova cultura di ciò che è la coltivazione e le pratiche attinenti al caffè. È poi in corso una seconda fase del progetto: la Colombia è un Paese molto sviluppato da un punto di vista digitale, la fibra e i cavi elettrici arrivano in tantissimi villaggi. Il problema era raggiungere però chi vive al di fuori di essi; abbiamo così identificato nel “Tv white space” (bande prima utilizzate per trasmettere il segnale tv) la via per raggiungere tutti. Abbiamo utilizzato questa banda in partnership con Microsoft e oggi possiamo raggiungere un gran numero di produttori, dando una consulenza in tempo reale sulle diverse tematiche attinenti al caffè; il servizio è poi utilizzato per altri fini, come attività di telemedicina.

Quali sono le priorità del progetto ¡Tierra!?
La prima in assoluto è aiutare i produttori ad avere vantaggi sul fronte della produttività, che si traduce in sostenibilità economica. Questa trasformazione deve rispettare anche l’ambiente; quindi diciamo no a qualsiasi opera di deforestazione, puntando al contrario su una maggiore resa data dalla cura e dalla gestione corretta della pianta e da una giusta fertilizzazione. Con il caffè contribuiamo inoltre al recupero di terreni esausti, creando nuovo lavoro per famiglie e comunità.

Riguardo al progetto, c’è interesse da parte dell’operatore e del consumatore finale?
L’attenzione nei confronti della sostenibilità è in aumento, a tutti i livelli da parte di persone di ogni età. I più interessati sono soprattutto i giovani, ma c’è attenzione anche da parte dei baristi e dei loro clienti che vogliono saperne sempre di più.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome