Il caffè? Impariamo a non accontentarci

Immagine dal libro Il caffè per chi non si accontenta
Immagine dal libro Il caffè per chi non si accontenta
Nutrire o far nascere una passione per un prodotto molto bevuto ma poco conosciuto è l’obiettivo del libro di Cristina Caroli “Il caffè per chi non si accontenta”.

Il caffè per chi non si accontenta - Argomenti e cultura di un prodotto molto bevuto e poco conosciuto è il nuovo libro che si rivolge al settore, scritto da Cristina Caroli, un nome ben noto alla coffee community nazionale e internazionale, amica e “spalla” di tanti baristi e campioni, come ci ha raccontato il giorno della sua vittoria al mondiale di Latte Art 2022 Carmen Clemente. Un volume “corposo” (298 pagine) che si può acquistare su Amazon, suddiviso in 12 capitoli che si possono leggere in ordine sparso, in base al proprio interesse del momento e alla curiosità che i suoi tanti paragrafi e richiami suscitano.

Da cosa nasce il desiderio di scrivere questo libro? - è la nostra prima domanda a Cristina Caroli. «Dalla voglia di condividere  una serie di interessanti argomenti o per meglio dire di angolazioni, da cui vedere il caffè, perché gli venga riconosciuto il valore che ha sia come prodotto agricolo sia socio-culturale. Non si fa che parlare di aumentare la propensione alla spesa da parte del consumatore, ma per ottenere questo, credo sia necessario lavorare sulla cultura per creare interesse e di conseguenza apprezzamento e valore. È un libro ampio, ma non impegnativo».

Chi vorresti imparasse a non accontentarsi? Dovremmo essere sempre di più a non essere soddisfatti quando si parla di caffè, per ottenere il meglio e promuovere un’offerta di qualità, etica, rispettosa e di valore. Il libro si rivolge al professionista, al coffee lover curioso, al consumatore col pallino del caffè: per tutti è una lettura che vuole nutrire o far nascere una passione autentica per un prodotto straordinario, molto bevuto e poco conosciuto.

È una risposta all’interesse che nella tua esperienza al banco bar di Aroma a Bologna vedi finalmente crescere? Il mio lavoro di barista spesso non mi consente di parlare con il cliente quanto vorrei ed effettivamente il desiderio di scrivere questo libro nasce anche dalla voglia di condividere tanti aspetti su questa bevanda che non riesco a trasmettere nel mio locale.

Quale percorso proponi? Prima di tutto non è un manuale, ma un libro da leggere e guardare, pieno di curiosità, di informazioni e di spunti per chi ama leggere e informarsi sul caffè, ma che a volte non ha ben chiara la direzione da prendere per documentarsi. Purtroppo ciò che si legge sull’argomento spesso è piuttosto generalista e già sentito dire, o per contro, molto tecnico e specifico. Il mio obiettivo è condividere qualche cosa di più fresco e diverso, aperto a tutti. 

Dunque si affianca a manuali più tecnici. Certo; la competenza di un professionista che si documenta attraverso manuali di tipo tecnico si può completare con un aspetto umanistico, con argomenti di tipo diverso, inaspettati e intriganti per il consumatore, che può essere maggiormente attirato e coinvolto.

Il barista per me è un fondamentale ambasciatore del caffè, ben venga quindi la tecnica, per portare qualità dal seme alla tazzina, ma la cultura di prodotto non può assolutamente essere messa da parte, anzi va sfruttata proprio per aumentare il fascino della bevanda e fare comprendere il suo valore. Magari quello di un’estrazione eccezionale di un caffè pregiato, da completare con qualche pennellata culturale che arricchisce l’esperienza del cliente.

Perché noi italiani conosciamo così poco il caffè? Direi che siamo un pochino presuntuosi: generalizzando, in Italia pensiamo tutti di essere esperti di caffè, così come siamo tutti allenatori della nazionale di calcio. Questo deriva da un pensiero errato, ovvero che bere tanti espessi durante la giornata ti renda competente. Nessuno si documenta sul caffè perché in media l’italiano pensa che il caffè gli appartenga già, e questo è un grande limite. Spero si continui ad arricchire il  filone monografico di settore al quale il professionista o l'appassionato possano attingere per avere una migliore conoscenza di questo prodotto e acquisire una competenza in grado di avvicinarlo alla vera qualità e alla vera etica di produzione e consumo.

I capitoli che più ti soddisfano quali sono? È una scelta difficile. Comincio dal capitolo 4 - Il caffè motore del progresso europeo. - Parlo del ruolo che il caffè ha avuto nel portare l’Europa fuori da una vera e propria nebbia alcolica e mi soffermo sulle caffetterie inglesi che hanno dato uno sviluppo incredibile alla cultura grazie alle Penny Universities e in cui sono nati pilastri veri e propri dell’economia come il mercato azionario e assicurativo, i quotidiani e i social network.

Nel capitolo 5 - L’esplosivo impatto socio-culturale del caffè, la “tazzina” è protagonista delle opere pittoriche ma anche dei caffè durante la Belle Époque, quando sono nati il cinematografo, ma anche la macchina espresso, un’innovazione tecnologica che ha legato per sempre il concetto di caffè espresso al nostro Paese.

Nel capitolo 11 - Gastrofisica: la neuroscienza del piacere di gustare, affronto l’esperienza globale nella degustazione mediante il coinvolgimento di tutti i nostri sensi e la creazione di una mappa di ricordo dell’esperienza che comprende stimoli molto sottili, che il nostro cervello traccia con grande precisione.

aroma.gourmet@virgilio.it

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