Gli italiani il caffè e la voglia di sapere cosa c’è oltre la tazzina

La ricerca condotta da AstraRicerche per conto del Consorzio Promozione Caffè conferma che per 8 consumatori su 10 il caffè è un piacere ed evidenzia nuove aspettative e modalità di consumo

Gli italiani e il caffè

Da sempre simbolo di piacere, il caffè mantiene questa sua valenza all’interno della ricerca Gli Italiani e il caffè condotta nel mese di ottobre da AstraRicerche per conto del Consorzio Promozione Caffè. Molti i punti comuni e nuove interessanti tendenze sono emerse da questa seconda indagine (la prima fu nel 2014); la sua presentazione è stata l’occasione per conoscere il nuovo presidente Michele Monzini amministratore di Caffè Mokito. Il suo vicepresidente Patrick Hoffer ha sottolineato il difficile momento per il mondo horeca di cui auspica un rapido ritorno a un’apertura che permetta agli italiani «di tornare a prendere un caffè al bar e a socializzare davanti alla tazzina di caffè», sottolineando inoltre il ruolo del Consorzio che da oltre 20 anni promuove il consumo di caffè da un punto di vista salutistico e anche sociale.

Il consumatore desidera ricevere maggiori informazioni sul caffè
Il consumatore desidera ricevere maggiori informazioni sul caffè

Voglia di conoscere. Lo abbiamo sottolineato più volte e la ricerca lo ha ribadito: gli italiani si pongono in modo più attento e con maggiori aspettative di un tempo davanti alla tazzina di caffè. Così, tra le preferenze nella modalità di consumo emerge che il 37,8% degli intervistati gradisce provare ogni volta una miscela diversa, rispetto a un 62,2 che rimane fedele al solito. Solo un terzo degli italiani si dichiara informato riguardo a ciò che esiste “fuori dalla tazzina”, di cui tuttavia è interessato. Alla domanda riguardo il desiderio di conoscere meglio quanto sta consumando il 78,4% ha risposto positivamente; tra questi “molto di più” per il 25,7% mentre il 6,6% esprime il desiderio di diventare un vero esperto. Ciò che più si desidera conoscere sono le varietà, le origini e le loro caratteristiche, la lavorazione, la storia, le pratiche sostenibili della filiera. Quest’ultimo aspetto è considerato sia da un punto di vista sociale sia economico; riguardo alla qualità, quasi 7 consumatori su 10 confermano di preferire un prodotto biologico e, nella stessa misura, un marchio che fornisca indicazioni sulle diverse origini, il grado di tostatura e le caratteristiche organolettiche. Al caffè vengono associati diversi benefici: fa bene all’umore (47,5%), aiuta a stare svegli (44,6), dà la carica e migliora le prestazioni mentali (43,1).

Caffè freddo e latte
Caffè freddo e latte

Avanza il latte. I momenti di consumo vedono al primo posto la mattina (78,5%) seguita dal dopo pranzo (67,4) e dal pomeriggio (41,4); la sera somma un 29.5%. Cambiano i modi di preparazione preferiti che per la prima volta segnano il sorpasso della macchina a cialde/capsule (39,5%) sulla moka (37,2); terza la macchina espresso (14,6). Mutano anche i tipi di caffè consumati: quello “normale” (senza aggiunte) scende dal 76,2 al 59,5%, mentre hanno un posto sempre più importante le preparazioni con l’aggiunta di latte (il cappuccino passa dal 41,2 al 44,2; il macchiato dal 23,5 al 27,5). A questo fenomeno, aggiungiamo noi, probabilmente concorrono i giovani con le loro esperienze all’estero, dove raramente si beve un espresso mentre più spesso si chiedono preparazioni più elaborate, con una presenza importante di latte. Se i giovani consumano meno caffè degli adulti - prosegue la ricerca - lo fanno in più luoghi, mentre gli adulti tendono a farlo soprattutto a casa: il numero medio dei luoghi passa dai 3,3 dei 18-24enni a 2,76 dei 55-65enni.

Il caffè al tempo del lockdown
Il caffè al tempo del lockdown

Voglia di bar. Il consumo medio di caffè giornalieri degli italiani è di 2,75, per i quali il lockdown ha mutato i luoghi, che vedono crescere la casa (89,4% nel 2014, 90,3 nel 2020) che già aveva il primato e scendere il bar (77,5 ieri, 65,1 oggi) e il ristorante (37,6 su 26,8). Il 60,3% degli italiani ha sentito la mancanza del rito del caffè al bar di cui mancano soprattutto il rito sociale, l’incontro con gli amici e il gusto del caffè del bar. Oggi le cose stanno lentamente tornando alla normalità per il circa la metà dei consumatori: il 19,1% dichiara di essere tornato alle abitudini di sempre e il 29,6% è tornato al bar cercando di mantenere però la giusta distanza dalle altre persone. Il 27% invece ancora non si fida del tutto a tornare nel locale e il 15% va meno al bar perché lavora da casa. C’è poi una parte di popolazione che ha cambiato abitudini e privilegia il caffè fatto in casa: il 16,5% con la moka e il 13,5% con la macchina da caffè casalinga.

Gli italiani e il caffè
Gli italiani e il caffè

Infine una suddivisione dei consumatori in base al proprio rapporto con il caffè:

  • gli abitudinari - 27,9%: il caffè è più che altro una consuetudine, di cui non curano più che tanto la qualità; durante il Covid ciò che è mancato di più è stato il caffè prima di iniziare la giornata;
  • i rilassati - 26,6%: nella “tazzina” che privilegiano normale e amara, trovano un vero momento di relax e di piacere. Del bar amano il gusto, l’odore, il colore, il suono della macchina;
  • gli edonisti - 21,0%: per loro il caffè rappresenta un puro piacere, lo preferiscono la mattina al risveglio; lo bevono amaro e amano provare miscele diverso. Durante il lockdown hanno sentito la mancanza della tazzina del bar;
  • gli appassionati - 12,5%: il caffè è un’esperienza da condividere, un piacere per sé e da offrire agli altri, un momento di relax, allegria e spensieratezza. Dopo il Covid è il rito che sancisce il ritorno alla normalità;
  • i chiacchieroni - 12,0%: la sosta al bar o alla macchinetta è uno dei modi migliori per fare pausa e rilassarsi durante la giornata facendo quattro chiacchiere; scelgono il locale badando all’atmosfera e alla possibilità di incontrare amici e colleghi.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome