Andrea Matarangolo, grazie ai formatori e avanti con umanità al banco bar

La riapertura porta nuove sfide ed anche opportunità, da cogliere con atteggiamento positivo, puntando sulla qualità

Andrea Matarangolo

Prosegue la riapertura di bar e caffetterie che ha preso il via il 18 maggio: chi ha potuto ha approfittato di qualche giorno in più per comprendere a fondo l’andamento del mercato, come strutturare il locale e come organizzarsi al meglio con le nuove procedure. Riportiamo di seguito alcune riflessioni che ci ha inviato Andrea Matarangolo, titolare dello spazio culturale per esperti, professionisti e appassionati di food & beverage Chupa ed education coordinator di Sca Italy.

Aula corsi dello spazio culturale Chupa
Aula corsi dello spazio culturale Chupa

«Abbiamo ripreso i corsi in questi giorni con la massima attenzione al distanziamento, all’igiene, alle giuste pratiche per il cupping: ho visto tutti sollevati per questo ritorno alla normalità, oltre che interessati alla didattica. La voglia di normalità è ciò che più ricorre di frequente parlando con colleghi e operatori del mondo del bar. Di recente un amico colombiano mi ha detto In questo momento ci è stata tolta l’umanità, ma è con l’umanità che dovremo uscire e ne usciremo. Penso che abbia ragione e che, magari senza accorgercene, dei passi nel giusto senso li abbiamo fatti e li stiamo facendo.

Il primo gesto importante l’ho riscontrato nei giorni della chiusura totale, quando la maggior parte delle persone ha cercato svago, intrattenimento ed anche formazione sul web. Tanti baristi hanno approfittato della formazione e dell’informazione che numerosi formatori (trainer ed esperti) hanno messo a disposizione gratuitamente. Talvolta si è trattato di brevi tutorial, altre volte di interventi più complessi e articolati, comunque c’è stato modo di apprendere. Ringrazio tutti in qualità di coordinatore della formazione di Sca Italy, ma più in genere da operatore del settore, grato chi ha regalato un poco del proprio sapere in una fase tanto difficile e assolutamente eccezionale.

Riunione AST durante il lockdown
Riunione AST durante il lockdown

Torniamo alla riapertura. La maggior parte degli italiani ha soddisfatto la voglia del “caffè del bar” che covava da tanto tempo. L’ha fatto magari con paura, ma la voglia di bere un buon espresso e di incontrare di nuovo l’amico barista al banco bar - anche se con il dovuto distanziamento - hanno avuto la meglio. Ed è proprio lui, il professionista al banco bar il vero protagonista e  la chiave del successo della riapertura, che riporta al concetto di “umanità”, intesa come disponibilità, accoglienza, ascolto. Una postazione curata, pulita, macchina compresa, conferisce tranquillità al cliente perché gli comunica attenzione all’igiene, oggi più che mai importante. Il barista è da sempre lo psicologo del cliente e ora lo deve essere più di prima! I problemi, i dubbi, i successi e i fallimenti  arrivano immancabilmente al bancone; se poi la consumazione avviene in piedi, il cliente ha più tempo o, almeno, maggiore possibilità di richiamare su di sé l’attenzione.

Infografica igiene e caffè di Sca Italy
Infografica igiene e caffè di Sca Italy

È importante dargli attenzione, ma al contempo è importante raccontargli cosa si sta facendo per la sua sicurezza e offrirgli qualche dettaglio in più su quanto sta consumando se davvero (ma al bar forse la tendenza non è così evidente) la sua attenzione sta crescendo anche nei confronti della qualità di ciò che gli viene offerto. Finalmente, chi ha qualcosa da dire (la composizione della miscela, le caratteristiche della bevanda in tazza, la proposta di più tipi di caffè) ha più tempo per farlo. Come pure di presentare un prodotto particolare che è entrato nel menu. Tutto e sempre con un atteggiamento positivo, attento a cogliere ogni opportunità. Come la disponibilità da parte di molti comuni di concedere gratuitamente più spazio per il dehors. Ci sono amministrazioni che, a fronte della mancanza di spazi esterni, stanno sacrificando porzioni di parcheggi per agevolare i locali, fino ad arrivare alla realtà del gestore che offre parte dei propri spazi esterni al collega/concorrente. La concorrenza va poi fatta spingendo sulla qualità, non sullo sconto, che non fa assolutamente bene al cassetto del locale.

Guardo al futuro con ottimismo: noi tutti non vediamo l’ora di tornare alla normalità e la sosta al bar fa parte della nostra routine più consolidata. Impegniamoci per meritare fiducia e per offrire qualcosa in più”.

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