Allegra, prospettive positive per le caffetterie a marchio Usa

La buona risposta e la capacità di adattamento alle nuove richieste del mercato hanno limitato le perdite dei locali, con un basso tasso di chiusura. Si prevede una ripresa a partire dall’anno in corso

Allegra, proiezioni Usa 2021

La resilienza, ovvero la capacità di reazione di fronte a difficoltà e a situazione traumatiche, è una parola-chiave per inquadrare la situazione delle caffetterie a marchio negli Usa. Lo sottolinea il Project Café Usa 2021 di Allegra World Coffee Portal che valuta il settore in 36 miliardi di dollari. C’è un calo del 24% nell’ultimo anno principalmente a causa dl Covid, tuttavia la contrazione dei punti vendita equivale solo al -0,6%, ovvero 208 su un totale di 37.189. Dunque, nonostante le grandi turbolenze del mercato, gli Stati Uniti rimangono un riferimento per innovazione e capacità di adattarsi rapidamente alle nuove esigenze del mercato. Il principale esempio in tal senso è il rapido diffondersi dei drive-thru, ovvero il servizio fornito ai clienti che possono acquistare senza lasciare l’auto.

Drive thru di Starbucks Coffee
Drive thru di Starbucks Coffee

Questa modalità oggi è presente nel 37% delle catene e sta diventando una strategia sempre più interessante da attuare: la percentuale dei consumatori che preferiscono questa modalità all’ingresso nel locale è passata dal 48% nel 2019 al 63% nel 2020. Con 6.391 siti, Dunkin è il più grande operatore drive-thru del Paese, davanti Starbucks con a 3.900 sedi e Panera Bread (840).

Anche nelle città d’oltre oceano è avvenuta una redistribuzione della clientela, con locali posti nei pressi di mezzi di trasporto e uffici che hanno subìto un calo importante e altri nelle zone periferiche e rurali che hanno visto aumentare gli incassi durante la pandemia in quanto i clienti sono rimasti a casa e hanno fatto acquisti a livello locale. Le sfide che le aziende devono affrontare sono ancora grandi; solo il 38% degli intervistati ha dichiarato un andamento positivo, per gli altri la perdita media mensile a locale è stimata in oltre 32mila dollari; tuttavia l’81% dei leader di settore intervistati ritiene che ci sia ancora un ampio potenziale di crescita per i locali a marchio negli Stati Uniti.

Polina Tankilevitch -Pexels
Polina Tankilevitch -Pexels

La chiusura forzata ha visto i locali organizzarsi sul fronte delle proposte e promozioni sul web, che sono state sfruttate dai consumatori, tra i quali il 45% indica che proseguirebbe con questa opzione qualora ve ne fosse la disponibilità, individuando tre aspetti da migliorare: consegne più rapide, tariffe più basse e imballaggi in grado di escludere qualsiasi perdita di contenuto. Ancora, rimane l’attenzione sull’aspetto etico del caffè ordinato e consumato dal 57% egli intervistati (erano il 48% nel 2019), nonostante gli operatori si siano visti costretti a sospendere temporaneamente iniziative quali l’uso di tazze riutilizzabili nel locale.

Foto Roman Odintsov - Pexels
Foto Roman Odintsov - Pexels

Prospettive positive. Con la conclusione del piano vaccinale, si prevede che il segmento delle caffetterie di marca potrà tornare ai livelli di vendita pre-pandemia entro il 2023; il 65% dei leader di settore intervistati ritiene che le condizioni commerciali dei coffee shop miglioreranno nei prossimi 12 mesi, con una vendita dei locali a marchio entro la fine del 2025 e una crescita quinquennale del 2%. La conclusione di Jeffrey Young, fondatore e Ceo di Allegra è che «il mercato delle caffetterie negli Stati Uniti sta attraversando la peggiore situazione a memoria d’uomo a causa della pandemia che sta esercitando una pressione straordinaria sull’horeca in tutto il mondo. Tuttavia, con la prospettiva di vaccinazioni di massa e la capacità degli operatori di adattarsi rapidamente alle nuove situazioni, ora si vede una luce alla fine del tunnel di un anno particolarmente impegnativo. I caffè rimarranno una parte vitale dell’economia dell’economia degli Stati Uniti ancora negli anni futuri; prevediamo che il commercio inizierà a stabilizzarsi dall’estate 2021; tuttavia prima che gli operatori si adattino completamente alla “nuova normalità”, ci vorranno alcuni anni».

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