Stile slow per il caffè

Protagonisti –

Ripensare il rito dell’espresso con prodotti e concept originali, con il giusto supporto in termini di formazione e marketing. È l’obiettivo della famiglia De Giusti, proprietaria di Manuel Caffè

Da torrefazione a generatore di business per i clienti: così si riassume l'evoluzione di più di sessant'anni di attività di Manuel Caffè. Sono gli inizi degli anni '50 quando Giuseppe De Giusti scopre il suo amore per il caffè e apre un laboratorio artigianale a Conegliano, in provincia di Treviso, producendo miscele che si rivolgono ai locali più qualificati. Oggi guidano l'azienda i tre figli Emanuela, Mauro e Cristina che, attraverso la costruzione di un brand forte, hanno dato alla torrefazione la precisa collocazione di specialista del caffè nel mondo dell'horeca. Alla proposta di numerose miscele e prodotti che soddisfano tutte le esigenze del bar, l'azienda affianca corsi di formazione e specializzazione sul tema del caffè, sulla gestione del locale e il marketing, fornendo supporti che aiutano a migliorare gli ambienti e fidelizzare i clienti. «Oggi il settore vive un periodo difficile, a causa della crisi economica che l'Italia sta attraversando, ma soprattutto per il cambiamento storico e sociale che ha coinvolto le abitudini degli italiani, specialmente dei più giovani - afferma Mauro De Giusti -. Il bar, considerato da sempre un luogo dove incontrarsi e socializzare, è stato messo in secondo piano dai social network che sostituiscono a basso costo il ruolo di un ambiente storicamente vocato all'incontro e al confronto. Abbiamo intuito questo cambiamento e, consapevoli del fatto che gli imprenditori devono fare impresa anche in momenti di crisi, abbiamo investito tutte le energie nella qualità della nostra azienda. Siamo consapevoli che il consumo fuori casa non rappresenta una necessità ma un piacere, che tale deve essere, grazie alla percezione di una reale gratificazione da parte del consumatore finale, attraverso un'esperienza sensoriale che lo appaga. La qualità è, dunque, l'elemento giusto per attraversare con successo questo momento storico».

Il recente avvio del franchising SpazioCaffè, con ritmi più lenti e un diverso coinvolgimento della clientela, può avere un ruolo nel dare nuovo slancio al mercato?

Certamente. Il progetto di caffetterie SpazioCaffè risponde alle esigenze del mercato attuale e rilancia la classica pausa caffè in modo originale: si presenta come una caffetteria slow-fast, versatile ed elastica, capace di adattarsi sia alle esigenze di un consumo veloce sia a quelle della pausa relax. Risponde inoltre alla richiesta emergente di soste prolungate di studio o lavoro. Lo stile degli arredi, della comunicazione, la vasta gamma di prodotti offerti - dalle miscele, alle macchine, all'oggettistica - e il dialogo che l'ambiente sa instaurare con l'ospite, permettono di vivere un'esperienza sensoriale nuova e coinvolgente.

Qual è il valore dell'export e a quali Paesi si rivolge?

Il desiderio di diffondere la cultura italiana del caffè anche nei luoghi più lontani è una vocazione della nostra azienda, che da sempre si rivolge ai Paesi oltre frontiera, che sommano il 56% del fatturato. In Europa i più ricettivi sono Germania, Austria, Francia e Spagna; allargando il raggio d'azione raggiungiamo Arabia Saudita, Stati Uniti e Corea del Nord. Ci stiamo muovendo anche verso Cina e India.

In Italia tutto aumenta, ma un incremento di 10 centesimi per il caffè suscita malumori. Eppure oltre frontiera il costo a tazzina è più elevato.

Paragonare il prezzo dell'espresso in Italia a quello di altri Paesi è un errore concettuale. Nei nostri bar lo consumiamo spesso in piedi, davanti al bancone e in fretta: è una tradizione che si perpetua da anni e che milioni di persone ripetono ogni giorno, per questo è diventato uno stile italiano nel mondo. Sicuramente il prezzo contenuto insieme alla qualità del prodotto hanno contribuito al suo successo. Per questo penso non si possa fare un parallelo tra il costo della tazzina in Italia e quello oltre frontiera. Si può intervenire solo dove al “solito” si unisce un servizio nuovo, al tavolo, dove il rito del caffè cambia radicalmente insieme al tempo che gli viene dedicato. Il gestore del locale ha sufficiente marginalità nell'acquistare un chilo di caffè di alta qualità dal suo fornitore di fiducia, a condizione che non gli abbia chiesto troppi servizi, perché questi incidono sui costi della miscela.

Avete in cantiere nuovi progetti per il canale bar?

Ne abbiamo molti. Abbiamo cominciato con l'inserimento di due nuovi prodotti di alta qualità: DeGusto, una miscela 100% Arabica con tostatura in monorigine che in tazza si presenta raffinata e originale, e Capriccio, un caffè morbido e dolce, dal retrogusto fruttato. Entrambi sono proposti in barattoli da 2 chili, realizzati con una tecnologia innovativa che mantiene inalterate le caratteristiche organolettiche. Le confezioni, verniciate e serigrafate, hanno grande visibilità nel locale e rappresentano una soluzione ideale per estetica e funzionalità. In parallelo abbiamo avviato un'importante azione di riqualificazione dell'operatore tramite il progetto Prestige e la scuola Sapere. Il primo è una selezione d'eccellenza che certifica i locali che rispondono a requisiti di qualità stabiliti dall'azienda e premia il gestore e i suoi collaboratori con una serie di vantaggi mirati a sostenere l'alto profilo raggiunto per professionalità e servizio. La seconda è una vera accademia che offre agli operatori la possibilità di una crescita professionale e imprenditoriale attraverso corsi teorici e pratici che mirano a migliorare il servizio offerto dal locale, quindi la qualità percepita dal cliente finale.

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