Simonelli Group ha compiuto lo scorso anno i suoi primi 80 anni di attività e prosegue un intenso lavoro di ricerca e di espansione. Nonostante la sua operatività sia su scala mondiale, il gruppo è fortemente radicato nel proprio territorio anche attraverso la collaborazione con diversi istituti scolastici e con le Università, soprattutto quelle di Ancona, Camerino e Macerata. Da gennaio infatti è operativo l’International Hub for Coffee Research and Innovation, costituito in collaborazione con l’Università di Camerino: quest’ultima dal 30 novembre al 1° dicembre ospiterà il primo convegno internazionale “The Quality of coffee. A never ending research”. Di più: dallo scorso giugno il gruppo si è costituito in Società per Azioni e oggi a Simonelli Group Spa fanno capo tutte le attività di studio, ricerca, progettazione, produzione e commercializzazione dei brand aziendali. A ottobre invece è stato inaugurato un museo aziendale e il centro direzionale Simonelli Group a Belforte del Chienti (Mc), dove ha sede anche lo stabilimento produttivo, che vanta un potenziale di 120 macchine al giorno sia con il brand Nuova Simonelli sia con quello Victoria Arduino. È proprio a Belforte del Chienti che è stato realizzato il modello Aurelia: la prima macchina per caffè a ottenere la certificazione ergonomica nel 2003. Nel tempo sono state introdotte numerose tecnologie applicate alla macchina espresso: T3, con il controllo tridimensionale della temperatura, Gravimetrica che misura l’esatta quantità di caffè estratto, Milk Silk ed Easy Cream, per creme di latte perfette, Clima pro, che gestisce la camera di macinatura del macinacaffè. Non ultime le novità presentate a Host lo scorso ottobre: l’Aurelia Wave, che tra le innovazioni ha la Smart Water Tecnology, in grado di rilevare i parametri dell’acqua in ingresso e avvertire se vi sono variazioni; Prontobar Touch, superautomatica compatta, con display touch da 7”, sistema Easyceram e tecnologia Silent, che si ritrova nel nuovo macinacaffè MDXS on demand. La silenziosità infatti è un filone che Nuova Simonelli ha imboccato, importante in un ambiente come il bar, la cui rumorosità può avere effetti negativi sul benessere dei dipendenti e dei clienti.
Maurizio Giuli è direttore marketing di Simonelli Group e presidente dell'Associazione italiana costruttori macchine per caffè espresso Ucimec. Con lui abbiamo fatto il punto sull'evoluzione del settore in Italia.
Qual è il fine dell’International Hub for Coffee Research e quali benefici può dare all’intero mondo del caffè?
L’evoluzione futura del settore è strettamente legata alla sua capacità di fare innovazione e migliorare il livello qualitativo. Ma non c’è innovazione senza conoscenza. Per questo è nato il progetto “International Hub for Coffee Research and Innovation”, creato da Simonelli Group e dall’Università di Camerino. La sua missione è mettere insieme le migliori competenze internazionali per fare ricerca scientifica e spostare in avanti gli orizzonti della conoscenza sul caffè, che diventerà poi patrimonio del mondo scientifico e della coffee community attraverso pubblicazioni, convegni e seminari.
Per le macchine espresso l’Italia è un punto di riferimento?
L’Italia detiene la leadership mondiale nella produzione di macchine per caffè espresso professionali grazie soprattutto alla capacità delle aziende nazionali di coniugare tradizione e innovazione. Le macchine di Nuova Simonelli si contraddistinguono per l’elevata tecnologia unita a una qualità estrattiva superiore. Aiutano il barista a esprimere al massimo la sua professionalità. Tutto è sotto controllo, sempre.
Il barista italiano riesce a cogliere le opportunità che le nuove tecnologie applicate alla macchina espresso gli offrono?
Il bar è stato a lungo radicato alle tradizioni. Oggi si affermano nuove tendenze focalizzate su un modo più moderno di vivere il caffè, in cui il barista diventa una sorta di sommelier, capace di interpretare le caratteristiche di ogni origine per trasformarla in una bevanda ricca di aromi e di sensazioni uniche. Ai caffè standard si preferiscono quelli pregiati, che richiedono l’uso di macchine con standard qualitativi irraggiungibili per quelle di vecchia generazione. Cambia così il rapporto fra macchina per caffè e barista, un interlocutore esigente che non si accontenta di una macchina qualunque.