Il bianco delle chiese, quelle tipiche dei borghi pugliesi, ci accoglie nel pomeriggio inoltrato di una tiepida giornata di gennaio. Siamo a Locorotondo, un'ora da Bari. Un gruppo di bartender locali, capeggiati da Vincenzo Mazzilli e Nicola Milella dello Speakeasy Bari, ha organizzato un contest per giovani bartender molto particolare: Drink My Soul, da un'idea di Luciano e Salvatore Patronelli (BBeP - Barba Baffi e Pellicce di Locorotondo), realizzato in collaborazione con Velier.
Quindici in gara, un tema a metà tra promozione del territorio e ricerca nel bartending: protagonisti sono gli ingredienti della stupenda regione adriatica, rielaborati e adattati secondo la sensibilità personale e la professionalità dei concorrenti. Eterogenea l'età, le storie, variegatissimi i background.
Si sono visti infusi, ricette curative tramandate da generazioni, minimalismi tecnici volti a valorizzare al massimo i prodotti tipici, i tradizionali classici, rivisitati in chiave pugliese.
A valutarli, una giuria formata da Vittorio Muolo (imprenditore alberghiero), Tommy Colonna, la giornalista Sonia Gioia di la Repubblica e Gerardo Leone, in rappresentanza dello sponsor. Insieme a chi vi scrive, per Bargiornale.
Gli odori tipici delle Murge, che si irradiano tra i colori giallognoli e ocra delle campagne della zona, quelli del timo. Gli stessi utilizzati da Francesco Cito, talento sregolato classe 1994, nel suo Dietro L'Angolo. Classificatosi terzo, il suo drink presenta Tequila, sciroppo al peperoncino locale, lime e la morbidezza del tipico fiore mediterraneo. Una sorta di ricerca, dietro casa, di un angolo di Messico, come nei sogni che solo la miscelazione sa dare.
Dalla miscelazione onirica, ma concreta, di Cito, alla precisione e alla ponderazione del più maturo Francesco Cianciotta, secondo classificato. Il suo Terre parte dalla valorizzazione delle particolarità della base alcolica, l'Hendrick's Gin. Equilibrato con uno sciroppo alle cipolle rosse di Acquaviva, succo di bergamotto, liquore alle rose e aromatizzato con un rametto di timo, interpreta la Puglia facendola entrare, sapientemente, in un drink capace di far irradiare la propria base e portarla a odori, colori e sapori del luogo. In un insieme notevole, anche nella presentazione. Soprattutto negli ultimi decenni, è necessario coniugare le connotazioni locali con le necessità della globalizzazione, in soluzioni sempre di maggior respiro internazionale. È l'intenzione, ben riuscita, di Marco Palmitessa e del suo Apulian's Bloody Mary. Vincitore del contest, grazie a una riproposizione del drink corroborante per eccellenza, costruito con ingredienti tipici della zona, presenta in aggiunta una clorofilla di basilico a bordo bicchiere e una decorazione di basilico locale. Un'interpretazione capace di portare, potenzialmente, la regione adriatica nel mondo, modellandola su gusti, tipicità e abitudini più tipiche dell'estero, che italiane. Il buio cala sulle colline meravigliose di questa terra, nel naso e nella bocca rimangono gli aromi. Inizia la notte, ma per la miscelazione pugliese pare essere l'alba di un meraviglioso cammino.
Le ricette
Apulian's Bloody Mary di Marco Palmitessa
Ingredienti:
5 cl Vodka Stoly red, 2,5 cl succo di limone femminello Igp, 1,5 cl mix spezie (worcester, tabasco, pepe nero, sale integrale di Margherita di Savoia, agrodolce di cipollotti bianchi), 7,5 cl estratto di pomodori piccadilly confit (aromatizzati arancia zenzero limone), crustas di basilico tritato e sale
Terre di Francesco Cianciotta
Ingredienti:
4,5 cl Gin Hendrick's, 1,5 cl Sciroppo homemade di cipolle rosse, 1,5 cl succo di bergamotto, 1/2 tea spoon di Rosolio di rosa Zanin, 1 rametto di timo
Decorazione:
fiori di rosmarino e buccia di cetriolo di Polignano
Dietro l'Angolo di Francesco Cito
3 cl Tequila Ocho blanca, 3 cl succo di lime, 2 cl sciroppo di peperoncino, Top con infuso di timo
Decorazione:
rametto di rosmarino e scorza di limone