Una meta storica della movida romagnola rinasce grazie alla matita di Marco Lucchi
Nessuna barriera architettonica, un look luminoso, minimal e raffinato (lo firma Marco Lucchi) dove la luce si riflette sui cristalli e sulle vetrate, sulle colonne e sui bar. Un paradiso, insomma. Anzi, il Paradiso: storico locale della riviera romagnola, che, sotto la guida di Luca De Simone e Alessandro Volta, già titolari del Byblos di Misano (Rn) e del Moscabianca di Riccione, riapre dopo due anni di fermo, riallacciando il glorioso passato con un presente fatto di novità.
Il nuovo corso di una meta storica della Riviera
Situato sui colli di Rimini dove ci si rifugia a cercare il fresco dall'afa, il “dancing” - come si diceva da queste parti - ha rappresentato a partire dagli anni '70 un punto di riferimento per gli amanti della notte, spesso dettando regole e mode dell'intrattenimento collettivo. Qui sono comparse le prime cubiste e sono state lanciate star e starlette. «D'altronde da qui anche Rimini pare Las Vegas», come disse Umberto Eco affacciandosi sul suo magico panorama: una vista mozzafiato che anche nella nuova ristrutturazione, è stata valorizzata e che consente di abbracciare con lo sguardo l'estesa riviera da Cattolica a San Marino. Una location - caratterizzata da pannelli laccati in bianco e nero, velluti dove campeggia stampato a caldo il logo del Paradiso e soprattutto cristalli (la firma inconfondibile dello stile Lucchi, che gioca sulle trasparenze e i riflessi di luce) - da godere fin dall'ora di cena nelle due ali del ristorante, realizzato intorno alla pista, e al quale si accede percorrendo un corridoio caratterizzato da pannelli di vetro fumé alti 3 metri. È qui che iniziano le serate del Paradiso: 250 coperti con menu fisso di carne o pesce comprensivo anche del vino (35 euro gli uomini, 25 le donne).
La novità delle sale esclusive
La musica fa da sottofondo, inizialmente come accompagnamento per arrivare intorno a mezzanotte ai ritmi adatti a richiamare il pubblico sulla pista, a portata di mano. Complice un impianto luci con ben 18 teste mobili motorizzate e un sistema audio Nexò, con ottima potenza e pulizia di suono. Tutto aperto e a disposizione, tranne gli spazi privé, vera novità del Paradiso: ce ne sono ben tre, ma a dire il vero il terzo è più un locale nel locale e si trova al piano superiore. Il primo luogo del desiderio (non fatevi ingannare dal nome: “Paradiso” è da intendersi profanamente come “la gioia dei sensi” e non la loro pace) è la Luxury Suite firmata da Roberto Cavalli, che ha provveduto in prima persona alla scelta degli arredi: design contemporaneo e griffato in stile zebrato, dove i tavoli sono teche di cristallo che racchiudono una composizione di ghiaccio artificiale e bottiglie di vodka, naturalmente a marchio Cavalli. L'ideale per una clientela “fashion victim”, che desidera ricevere sotto lo sguardo di tutti il massimo del servizio personalizzato, con camerieri solerti e l'efficiente scorta di bodyguard.
Luoghi superselezionati
Meno esposta, ma altrettanto ambito e preziosa è l'area Red Varnish: lussuosa e accattivante, è una zona protetta da una teca di vetro, dotata di ampi divani in vernice rossa. Al centro fa bella mostra di sé il tavolo dove è collocata una “champagnerie” a disposizione della clientela. Per arrivare al top dell'esclusivo si deve però salire di un piano. Qui l'accesso è vietato a chiunque non sia autorizzato dalla direzione e rientri in un gruppo selezionato di aficionados: a loro è riservato il ristorante bar con cento posti a sedere a cui si accede da un'entrata con lettura dell'impronta digitale. Un luogo super riservato dove il menu spazia tra un'ampia scelta di piatti che occhieggiano anche alla tradizione culinaria nipponica. Fulcro di questo spazio è infatti il Sushi Bar a vista, posto dietro una consolle in cristallo, sempre in funzione fino alle tre di mattina. D'altronde siamo nel Paradiso.