L’ambizione del gelato: valorizzare il territorio

Gelaterie –

Materie prime biologiche e il menu dei gusti in italiano e in romagnolo. Così i fratelli Ceccarelli hanno fatto della gelateria Biodelirio di Rimini un caso scuola

La sera ci vanno i giovani aspettando l'ora della discoteca, ma per tutto il giorno è un pellegrinaggio incessante di famiglie, ragazzi, anziani. E se Rimini, capitale della movida romagnola, ha eletto la gelateria Biodelirio a locale cult, un motivo ci deve essere. “Cius snà e de ad Nadel”, cioè chiuso solo a Natale, è scritto sul cartello con gli orari dell'esercizio (dalle 11 alle 2). Un'indicazione in dialetto in linea con la filosofia dei titolari, i gemelli Fabrizio e Francesco Ceccarelli: «Il dialetto - dicono - è un patrimonio che va salvato e usato».

Elenco dei gusti in dialetto

Per questo l'elenco dei gusti del gelato (a 16 euro al kg) è in romagnolo: “baleusa imbariega”, (castagne affogate), “còcli s'i dàtar” (noci con datteri), “mòinta” (menta) o “arcòta s'al zròisi” (ricotta e amarene), con tanto di traduzione. Il gelato dei Ceccarelli è prodotto con ingredienti biologici (e sono in corso le pratiche per ottenere la certificazione bio per il gelato da parte dall'ente autorizzato), che selezionano attentamente le loro materie prime e ci tengono a farle conoscere ai clienti: «Spiegare la provenienza degli ingredienti e come nasce il gelato - assicurano - è fondamentale perché il cliente abbia coscienza di come è stato prodotto». I due gemelli approdano al mondo del gelato nel 2000 con Arcobalenobio, mininegozio controcorrente: mentre il mondo della gelateria proponeva gusti estrosi, loro andavano alla scalata del mercato solo con fiordilatte, nocciola e cioccolato fondente. Tre soli gusti, ma davvero molto speciali.
Da un paio d'anni i due hanno inaugurato un nuovo locale nel centro storico, ma la filosofia produttiva è immutata: il punto di partenza sono materie prime da coltivazioni biologiche.
Spiega Fabrizio: «Biologico vuol dire soprattutto naturale. Non ci devono essere aromi artificiali e anche con i dolcificanti bisogna starci attenti: sciroppo di glucosio, zucchero bianco e invertito sono al bando. Usiamo solo dolcificanti biologici come miele, melata di bosco, succo di mele, mosto d'uva, malto di riso e succo d'agave messicano. L'unico addensante che a volte usiamo è naturale: il kuzu, una radice giapponese ricca di amido». Ma non basta. «Per anni - continua Fabrizio - abbiamo servito i gelati solo in coppa: era l'unico modo per non “inquinarli”. Ora abbiamo trovato un'azienda della Garfagnana che prepara cialde biologiche di farina di riso arrotolate a mano: il cono ideale per il nostro gelato».

Un gusto nuovo ogni sei mesi

Quando hanno inaugurato il loro nuovo locale, il caso ha voluto che vi entrasse Piero Chiambretti. Tanto è bastato: il presentatore li ha voluti come ospiti fissi a Markette, poi al Dopofestival di Sanremo. La pubblicità è andata a ruota e i due gemelli sono stati ingaggiati per uno spot e anche il cinema ha fatto lo stesso (si sono visti in “L'allenatore nel pallone 2, vent'anni dopo”, con Lino Banfi, e quest'estate hanno girato “No problem”, con Vincenzo Salemme e Giorgio Panariello).
Eppure i due non si sono montati la testa: «Continuiamo a studiare - dicono - e non riusciamo mai ad aggiungere più di un gusto ogni sei mesi. Oggi siamo arrivati a una trentina, ma che fatica!».

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