Il nuovo consorzio di produttori punta a valorizzare e a qualificare il vino verso i consumatori e gli operatori in Italia e all’estero. Ed è aperto a tutte le imprese
Cecchi, Sartori, Terredora, Santa Margherita, Drei Donà, Medici Ermete, Giv, Zonin, Marchesi di Barolo: sono le aziende vinicole aderenti al neonato Consorzio Italia del Vino e rappresentano, insieme, circa 500 milioni di fatturato. «Non è un club esclusivo, ma un sistema aperto alle imprese produttrici di vino che vogliono condividere l'attività d'impresa per ottenere risultati superiori», spiega a Ristoranti il presidente del Consorzio Ettore Nicoletto, amministratore delegato di Santa Margherita, il primo a promuovere il progetto che ha come mission la salubrità del prodotto vino. «Crediamo sia giunto il momento di mettere a fattore comune le esperienze e le competenza delle singole aziende e certificare il prodotto buono e sicuro dal punto di vista alimentare. Per questo stiamo lavorando verso la definizione di protocolli con regole etiche e produttive che vadano oltre quelle previste dalle leggi», aggiunge Nicoletto.
Ne è un esempio il progetto, avviato all'inizio di maggio, di valorizzazione della gestione del vigneto come fattore competitivo, puntando sulla sostenibilità e sulla riduzione dell'impatto e dei rischi dell'uso dei pesticidi e anticipando così quanto previsto dalla specifica direttiva comunitaria che entrerà in vigore nel 2011. Gli obiettivi di Italia del Vino sono rivolti sia al mercato interno che all'estero. «Abbiamo sentito la necessità - puntualizza ancora Nicoletto - di mettere l'accento sul fatto che l'industria vinicola nazionale è un settore serio con un alto senso etico che ha a cuore la sicurezza alimentare e la qualità. Mi auguro che il maggior numero di imprese condivida questo progetto, che, va detto, nasce sulla condivisione di alcuni valori fondanti. E chi vuole starci sarà benvenuto».