La creazione di Barone Pizzini è stata concepita pensando al vino, all’estetica e al risparmio energetico
A vederla da fuori, così lineare in legno e pietra, non fa presagire i contenuti innovativi del suo progetto. Ma un occhio attento può capire immediatamente che la nuova cantina realizzata da Barone Pizzini, produttore di Franciacorta biologico a Timoline di Corte Franca (Bs), ha qualcosa di particolare.
I presupposti «eco»
Dal prato antistante l'ingresso e affacciato sui vigneti dell'azienda, sporgono curiose “pipe”, allineate tra loro, che ricordano gli sfiatatoi di un transatlantico. «Si tratta - spiega l'architetto Claudio Gasparotti che ha progettato la struttura - delle prese d'aria per il sistema di ventilazione naturale che abbiamo pensato per la cantina sotterranea. Un dispositivo che ci ha permesso di evitare l'installazione dei condizionatori e di ricreare il clima ideale per l'affinamento dei vini senza alcun consumo energetico».
Del resto è questo il concetto della nuova cantina: funzionare senza sprechi, minimizzando le emissioni inquinanti e impiegando materiali naturali. Nel pieno rispetto della filosofia di Barone Pizzini, che produce soltanto vini biologici, e che in questo nuovo sito arriverà a confezionare 500.000 bottiglie l'anno.
La geografia del progetto
«Un investimento da 6 milioni di euro - ci tiene a sottolineare Nanni Pagnoni, presidente della cantina - per realizzare una struttura da 6.000 metri quadri sviluppata su tre livelli sovrapposti». A livello del terreno si trovano gli uffici e una zona di accoglienza-degustazione ancora in fase di ultimazione. Cinque metri più in basso è stata collocata la zona di vinificazione, con le vasche d'acciaio, le presse per la pigiatura soffice indispensabile per i Franciacorta, e anche il magazzino e la zona destinata all'imbottigliamento. Dieci metri sotto terra si trovano la barricaia e la zona dove le bottiglie di Franciacorta vengono raccolte nelle griglie d'acciaio utilizzate per il “remuage”, secondo i dettami del metodo classico.
L'interno colpisce per la diversa modulazione della luce. La zona di vinificazione è quanto mai suggestiva: alla tecnologia delle attrezzature si abbina il calore della copertura interamente in legno. Una luce morbida e soffice penetra da aperture ricavate vicino al soffitto: illuminazione naturale, dunque, per risparmiare energia. La barricaia è molto scenografica, al buio, con una parete su cui scorre acqua per dare la giusta umidità. L'acqua poi viene depurata con un sistema naturale e riutilizzata per irrigare la campagna, senza sprecare nulla.