Il vino seduce? Eccome, ora il marchio è registrato

Vino –

A Manhattan (New York) piaccione le degustazioni in cui s’insegna a utilizzare il vino come strumento di seduzione. Si chiamano Wine Seduction Tasting e ad organizzarle è un’esperta di vino e pierre, l’italiana Alessandra Rotondi

Nelle storie d'amore il vino ha sempre un ruolo fondamentale: serve a creare l'atmosfera e a trovare la sintonia giusta per far scoccare la scintilla della passione. Il vino come una pozione magica, insomma, dotata di poteri che pochi conoscono. C'è qualcuno però che ha approfondito il discorso, ha sviscerato gli aspetti che legano il vino all'amore e ha capito che potevano diventare oggetto di veri e propri corsi, speciali tasting o seminari, capaci di coinvolgere un ampio pubblico e di diventare occasione di business per cantine e ristoratori. Il personaggio in questione è Alessandra Rotondi, esperta di vino e di pubbliche comunicazioni, giornalista da anni trasferitasi a New York, dove conosce tutti i personaggi chiave della ristorazione e del jet-set. Non è un caso che abbia curato la scelta dei vini per l'ultimo matrimonio di Ivana Trump.
Degustazione fa rima con seduzione

Alessandra Rotondi è l'ideatrice di una formula unica, denominata Wine Seduction, che può strutturarsi in varie forme (dal tasting al corso, dalla cena al seminario) ma che ha un'unica finalità: insegnare a utilizzare il vino come strumento di seduzione, secondo criteri di scelta che non solo devono tenere conto dell'abbinamento con i cibi, ma anche dell'atmosfera e della situazione. Ed è da lei che ci siamo fatto spiegare il meccanismo di questi eventi, di grande successo a Manhattan: «La formula più comune è una cena seduti di almeno quattro portate per degustare quattro vini in abbinamento, iniziando dalle bollicine (spumante, Champagne o Prosecco) per poi passare, in sequenza, a un bianco, a un rosso e a un vino dolce. Ma si possono prevedere più portate e naturalmente più categorie di vini». Dapprima la descrizione è tecnica, con le informazioni sull'etichetta, uva o uvaggi, lavorazione, descrizione organolettica e cenni sull'azienda, ma poi si passa alla descrizione delle potenzialità seduttive.
«Il pubblico - spiega Alessandra - viene invitato sin dall'inizio a immaginare il wine tasting a cui sta partecipando come un corteggiamento, di cui ogni vino diventa uno “step”, una fase, uno scalino: quindi c'è un approccio, una scoperta, una conferma, un lieto fine. Ma si possono avere Wine Seduction Tasting anche senza cena, in forma di seminari. A seconda del tema dominante o della location (accademie, boutique, librerie) descrivo in che modo il vino possa diventare “strumento di seduzione” culturale, commerciale o letteraria».
Una divertente occasione di business

Il nome Wine Seduction è un marchio registrato, la metodologia è coperta da copyright e gli eventi sono condotti da Alessandra, senza l'intervento di altri, a eccezione del proprietario o del responsabile del locale, che ospita e introduce la serata. «Se partecipa un'azienda vitivinicola - spiega la nostra istruttrice di “wine seduction” - faccio modo che ci sia un suo rappresentante, come il titolare, l'enologo o il distributore, perché possa curare di persona i rapporti commerciali che automaticamente ne conseguono».
E qui veniamo all'altro aspetto interessante di questi eventi, quello commerciale (chi volesse organizzarne uno in Italia può prendere contatti attraverso il sito Wine Seduction). Quali sono i vantaggi per un ristoratore? «I Wine Seduction Tasting - spiega Alessandra Rotondi - sono ideali per una clientela alta o medio alta che cerchi un tocco di glamour e una situazione diversa dal solito, istruttiva ed elegante al tempo stesso. Il ristoratore ne trae vantaggio perché il Wine Tasting Seduction si trasforma in un evento poliedrico, con sfilata di abiti, accessori, citazioni letterarie, brani musicali, interazione dei clienti. Il tutto incuriosisce i media e ne fa scrivere. Il successo della serata moltiplica le prenotazioni all'evento successivo e i profitti di coloro che ne sono coinvolti. E c'è un vantaggio anche per la cantina che ha a disposizione un'ottima vetrina».
Però attenzione, non tutti hanno i requisiti adatti: «Un ristorante - dice Alessandra - deve avere una sala per almeno 40-50 persone con possibilità di movimento tra i tavoli. La cucina deve far uscire le portate per tutti contemporaneamente, senza attese tra un tavolo e l'altro. La cena è a prezzo fisso con menu e vini prestabiliti».

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