I cinque trend che cambieranno il mondo dell’alcol

Quali sono gli stili di vita e le abitudini di consumo che potrebbero influenzare il mercato degli alcolici nei prossimi anni? Lo rivela uno studio dell’agenzia FutureBrand

Oggi i onsumatori vogliono vivere esperienze da condividere online ed essere in grado di preparare anche a casa bevande o piatti a livello professionale; inoltre, manifestano una maggiore attenzione al benessere e una forte propensione al fai da te, e sono sempre più connessi grazie ai dispositivi mobili. Sono queste le tendenze, in termini di stili di vita e di abitudini dei clienti, che potrebbero influenzare il mercato degli alcolici nei prossimi anni secondo lo studio “The Future of Alcohol” di FutureBrand, società di consulenza internazionale.

L’esperienza è al centro

Un trend molto interessante per chi gestisce un bar è quello che nello studio viene definito “Experience mania”, legato soprattutto alle generazioni giovani anche se non esclusivamente. «I consumatori danno sempre più valore alla possibilità di vivere un’esperienza, di cui parlare e da condividere on line, piuttosto che a comprare qualcosa semplicemente - spiega Suzanne Stahlie, managing director di FutureBrand Parigi -.Sulla base di ciò, abbiamo immaginato come un bar potrebbe essere nel futuro, creando il concept di un locale dove non ci si focalizza sugli alcolici, ma su come il ghiaccio può diventare la base di diversi drink. Una strategia che si rivolge a coloro a cui piace bere il proprio drink con il ghiaccio ma anche a quei gestori che cercano un modo per rendere il consumo della bevanda più emozionante». Continua Stahlie: «Il pubblico principale di questo bar sono uomini e donne tra i 25 e i 35 anni, persone curiose, che guadagnano bene e pronte a pagare di più per un’esperienza particolare. Il locale ha un catalogo di cubetti di ghiaccio, di diverse forme, dimensioni e sapori, con un ice master che dà consigli. Il ghiaccio, in questo modo, diventa il principale ingrediente della bevanda, come una vodka con un cubetto di ghiaccio all’amaretto o un gin con il ghiaccio all’arancia amara». Altri progetti che vanno in questa direzione sono, per esempio, quello del BarChef di Toronto, dove le proposte di Frankie Solarik mixano il bar alla cucina con una gamma di cocktail che sono anche delle creazioni gastronomiche, oppure quello di Grey Goose, noto brand di vodka premium che ha aperto la scorsa estate a New York una serie di boulangerie francesi in formato pop-up, offrendo la possibilità di vivere l’atmosfera dei beach club della Riviera francese e promuovendo al contempo un nuovo cocktail estivo, Le Grand Fizz, con chef che hanno preparato brunch, pranzi e cene serviti con la bevanda, in spazi con la colonna sonora affidata all’etichetta discografica Kitsuné.

Anche a casa 

«Un altro trend che abbiamo chiamato “Pro experiences at home” riguarda il fatto che le persone oggi cercano di ricreare un’esperienza di livello professionale a casa loro, per esempio con attrezzature più sofisticate per la cucina», racconta Stahlie. La domanda di esperienze professionali da vivere nella dimensione domestica, infatti, è cresciuta esponenzialmente: si pensi al successo di Nespresso che con il suo sistema consente di preparare a casa un caffè come quello del bar. Nell’ambito dei cocktail un buon esempio è Bartesian, un’azienda canadese che propone macchine capaci di creare e servire a casa cocktail premendo solo un tasto, grazie a capsule che contengono gli alcolici e gli ingredienti. Oppure c’è The Tasting Room di New York, la cui idea è mettere a disposizione degli appassionati di vino un’esperienza da sommelier a domicilio: in questo caso i clienti ricevono un kit di 6 diverse mini-bottiglie da degustare e valutare; in base ai punteggi attribuiti, The Tasting Room elabora un profilo di degustazione e adatta la sua offerta ai gusti specifici di ciascun cliente, consegnando poi il vino a casa.

«Occorre inventare soluzioni che permettano ai consumatori di essere professionisti a casa loro. In questa direzione abbiamo sviluppato l’idea per un servizio on demand per fare cocktail nella propria cucina: quando si preparano cocktail a casa in genere si eseguono sempre le stesse ricette perché non si hanno gli ingredienti o le conoscenze per prepararne altri - sostiene l’esperta -. Per le persone interessate alla mixology che ne vorrebbero scoprire di nuovi, abbiamo immaginato una scatola da consegnare a domicilio per creare cocktail di livello professionale, curati da bartender, con tutti gli ingredienti, gli strumenti e un libro che racconta la storia della ricetta, includendo l’accesso a una piattaforma video dove seguire passo a passo la preparazione». C’è poi tutta l’area del benessere: negli ultimi anni, i consumatori hanno sviluppato una consapevolezza più forte della propria salute e stanno adattando il proprio stile di vita a una dimensione in cui benessere ed ecologia hanno un peso maggiore, come dimostra il numero crescente di app e device che monitorano le prestazioni sportive, i parametri di forma fisica e il rinnovato interesse per la sfera dell’alimentazione. Proposte che vanno incontro a chi è attento a questi aspetti sono, tra le altre, il vino non alcolico di JMB Beverages, che in Australia ha avuto grande successo, o la birra ceca Celia Organic Craft, totalmente senza glutine e vegana. «Abbiamo pensato al concept di un negozio dedicato a birre che offrono benefici per la bellezza, per esempio per i capelli e le unghie, e con effetti positivi sulla salute grazie all’aggiunta di super ingredienti come gli Omega 3», osserva Stahlie.

Per i millennials

Un altro fenomeno inarrestabile, è la connettività, soprattutto per quanto riguarda le generazioni giovani. “Viviamo in un contesto in cui tutto è connesso, dallo smartphone, alla cucina, all’auto e così via. Nel 2016 c’erano 6,4 milioni di oggetti connessi nel mondo ed entro il 2010 si stima che saranno 20,8 milioni. Per sfruttare questa tendenza nel mondo degli alcolici abbiamo pensato a confezioni innovative per i brand di alcol, ovvero delle bottiglie intelligenti che definiscono la temperatura cui la bevanda deve essere consumata e avvisano quando viene raggiunta», racconta la manager.

«Poi c’è il trend del fai da te, legato anche al desiderio di personalizzare i prodotti: attraverso i video tutorial su YouTube», sottolinea Stahlie. «In questo campo abbiamo immaginato la possibilità, per gli amanti del vino che vogliono portare la loro passione a un livello superiore, di crearsi il proprio vino, grazie a una piattaforma digitale con cui scegliere il paese e la regione di produzione, selezionare il tipo di uva, rimanere in contatto con il viticoltore con cui si lavora per seguire il processo e disegnare l’etichetta».

Nella foto: una delle creazioni gastronomiche in forma di cocktail di Frankie Solarik del Barchef di Toronto.

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