il mitico Moleskine, il libretto d’appunti amato da poeti e pittori, ispira (e finanzia) un nuovo concept di locale, pronto al salto mondiale.
Durante un viaggio, lontani dalla routine, si è propensi a fare bilanci e progetti per il futuro da “fermare” su un quaderno, un blocco, che si acquistano volentieri: di qui il successo del primo Moleskine Café all’interno dell’Aeroporto Internazionale di Ginevra. E dopo mesi di progettazione ha aperto lo scorso luglio il Moleskine Café di Milano, in Corso Garibaldi al civico 65.
Un look in bianco e nero
È la città delle “origini”, dove il brand è stato creato nel 1997, ispirato all’idea di riportare in auge i taccuini neri usati da personaggi come Vincent van Gogh, Pablo Picasso, Ernest Hemingway e Bruce Chatwing. Il nuovo concept è pulito e internazionale. «Non vogliamo offrire italianità; Moleskine vuole essere un contenitore globale, libero da qualsiasi impronta locale; è il cibo che rispecchia la realtà che lo circonda» afferma Andrea Vietri, project manager di Moleskine Café. L’ampio locale è un ambiente in cui fare shopping e socializzare, gustare del buon cibo, dedicarsi al lavoro, stupirsi vedendo uno schizzo diventato un progetto di fama mondiale. Il locale ha linee pulite in cui dominano il bianco e il nero (i colori aziendali) “ammorbiditi” dal legno dei tavoli e dai colori pastello delle sedute. I posti a sedere sono in tutto 95, di cui 35 nell’area esterna, altrettanti a pianoterra con un grande tavolo social e altri di diverse grandezze; chi vuole isolarsi può andare nella zona sofà del mezzanino (20 posti).
Attirano l’attenzione il banco bar e il corner di vendita dei prodotti Moleskine. L’espresso (1,20 €) è realizzato con la miscela studiata da Sevengrams, estratta con una Rancilio Excelsius classe 11. A rotazione ci sono delle singole origini estratte con il portafiltro nacked (senza beccucci) che dà più corpo in tazza (3 €) o in modalità filtro. A colazione la preparazione è affidata alle macchine filtro (2,80 €), poi sono protagonisti il V60 o il Chemex (3,80 €).
Campioni al banco
Nel locale incontriamo al banco Lorenzo Sordini, campione italiano di cup tasting 2016, e una giovane barista con tanta voglia di crescere, Elisabetta Paviglianiti. Un loro compito importante è far comprendere preparazioni spesso sconosciute al cliente italiano. I primi risultati sono incoraggianti: la media giornaliera è di 6-7 litri di caffè filtro e almeno 20 estrazioni manuali. Accanto a quello classico c’è una buona richiesta di cappuccini doppi (3 €). «Il filtro è richiesto dalla clientela locale e per l’Italia questo è un grande successo - dice Vietri -: se chi sta al banco sa comunicare e il layout va oltre il locale tradizionale, anche il cliente italiano è disposto a consumare in modo diverso. E se c’era chi si sorprendeva per l’espresso a 1,20 €, valutandone la qualità si è convinto di aver pagato il giusto» .
II piano a vetro del banco propone croissant e frutta fresca, yogurt da abbinare a succhi di frutta, verdure e preparazioni salate. Da poco viene proposta la “slow breakfast”, disponibile in 4 declinazioni (9 €): menu italiano (pane, burro e marmellata, yogurt, 2 succhi, muesli e frutta secca); continentale (pane, prosciutto cotto, brie, burro, yogurt, 2 succhi, muesli, frutta secca); yogurt (2 yogurt, marmellata, miele, frutta fresca, frutti rossi, frutta disidratata, muesli, 2 succhi); energy (2 succhi, tagliata di frutta, 1 yogurt, muesli, semi di chia, frutta secca, miele); per tutti a scelta una bevanda calda tra espresso, cappuccino e caffè filtro. Ha preso il via anche il brunch: tutte le preparazioni sono cucinate espresso e il menu è stato messo a punto dallo chef Stefano Frangella, che ha introdotto cotture sottovuoto a bassa temperatura.
Consumo esperienziale
Sulla parete parallela al grande tavolo “da studio” con funzione decorativa, c’è un’area dedicata alle prime fasi del processo creativo dell’archistar Cino Zucchi. Uno spazio è dedicato a figure emergenti e il locale ospita eventi, mostre, conferenze. Traccia il primo bilancio dell’attività Arrigo Berni, Ceo di Moleskine: «Sono finiti i tempi della semplice esperienza di acquisto, che oggi si può fare più rapidamente online: nei punti vendita fisici il cliente vuole qualcosa di più e il caffè e il consumo di cibo in un ambiente che favorisce la socializzazione sono un’unione naturale per Moleskine. Siamo soddisfatti, anche se siamo consapevoli che abbiamo ancora da imparare. Il format sarà riproposto in numerose località nel mondo e le richieste sono già numerose».