L’intrattenimento con la musica all’interno dei locali può fare la differenza: lo conferma uno studio Fipe. In forte aumento concertini ed eventi.
La musica può essere un elemento qualificante per un locale: che sia dal vivo, registrata o d’ambiente, è un benefit apprezzatissimo, tanto che sono molti italiani si recano in bar, pub e ristoranti anche per la proposta musicale. Inoltre, in molti casi, sarebbero disposti a pagare un sovrapprezzo. Per analizzare i dettagli e i numeri del fenomeno, Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ha svolto un’indagine su un campione di circa 1.200 persone che è stata recentemente presentata a Milano in occasione dei nuovi accordi Siae per la musica d’ambiente.
Generi e preferenze
«Innanzitutto emerge che la musica è ovunque - spiega Luciano Sbraga, direttore dell’Ufficio studi di Fipe - e viene ascoltata prevalentemente in casa, dal 50,4% degli intervistati, mentre il 10% lo fa soprattutto nei locali pubblici». Negli spostamenti (36,2%) e a casa (24,4%) dominano i generi pop e dance (45,5%), mentre nei pubblici esercizi sono ascoltati soprattutto pop (17,6%), blues e jazz (17,3%), seguiti da rock e metal (16,9%) e rap e hip hop (16,3%). «La musica ha un grande ruolo per i locali pubblici ed è una componente fondamentale dell’offerta - continua Sbraga -. Tra coloro che frequentano bar, ristoranti e pub, che sono oltre il 50% degli intervistati, la quota di persone che apprezzano la proposta di serate con intrattenimento musicale è alta, del 90%. Nel caso della musica registrata, è gradita dall’83% della clientela, percentuale che sale a più dell’87% quando si parla di esibizioni dal vivo. L’81,7%, inoltre, si reca in un dato locale perché c’è la possibilità di ascoltare della musica». In generale circa il 77% va con maggior frequenza in un locale se sa che c’è della musica. I motivi? Secondo oltre il 55% la sua presenza crea atmosfera e aiuta a rilassarsi, per oltre il 49% è un’opportunità di sentire una performance dal vivo, per il 32,8% dovrebbe invece rappresentare solo un sottofondo di accompagnamento, mentre il 25,6% ritiene che sia funzionale alla socializzazione. Unicamente il 15,9% dei clienti la trova fastidiosa perché spesso impedisce di parlare. Inoltre, i pubblici esercizi restano un importante contesto per la far conoscere nuovi artisti, album e canzoni (lo pensa circa l’82% dei rispondenti). «È interessante - aggiunge Sbraga - che la metà degli intervistati pagherebbe un differenziale di prezzo per avere un sottofondo sonoro o per assistere a un concerto live, sotto forma per esempio di un ingresso o di un aumento del prezzo delle consumazioni, e che per oltre l’87% dei clienti la possibilità di ascoltare musica o assistere a un concerto live migliora la reputazione di un locale».
Concertini in aumento
Considerando la musica all’interno dei pubblici esercizi sia nella forma di concertino, sia di musica d’ambiente, dai dati estrapolati dall’Osservatorio dello Spettacolo di Siae, risulta un incremento dei piccoli concerti dal 2008 al 2015, che su base nazionale si attesta a un +21,9% (con 284.176 eventi nel 2008 che sono diventati 346.348 nel 2015).
Il fenomeno risulta intenso soprattutto al Sud: la crescita più forte è in Molise (+95,7%, da 677 concertini nel 2008 a 1.325 nel 2015), cui seguono Sicilia (+83,3%, da 14.563 a 26.698), Basilicata (+78,3%, da 997 a 1.778), Puglia (+73%, da 9.269 a 16.035). Parlando invece della distribuzione regione per regione, circa il 50% degli eventi si concentra in quattro regioni, ovvero Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana.