Cagliari: «Fedeli al terittorio e pronti a sfidare l’estero»

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Caffè Cagliari celebra i suoi primi cento anni mantenendo la barra della qualità al centro del business e rafforzando la partnership con i clienti professionisti. Il presidente spiega la filosofia di un’azienda che dall’Emilia punta al mondo

Cento anni e non dimostrarli. Una frase che calza a pennello per una realtà tra le più vivaci del panorama imprenditoriale emiliano e paradigma della forza e creatività della piccola e media impresa italiana. Stiamo parlando di Caffè Cagliari, torrefazione modenese le cui radici risalgono ai primi del secolo scorso, esattamente al 1909, quando Ambrogio Cagliari, dopo una lunga permanenza in Brasile, apre nel capoluogo emiliano una bottega per la tostatura e degustazione di caffè. Oggi l'antico punto vendita non esiste più ma, al suo posto, è sorta una fiorente azienda con una trentina di dipendenti, a capo della quale c'è la terza e quarta generazione della dinastia imprenditoriale dei Cagliari, rispettivamente il presidente del consiglio di amministrazione Alberto Cagliari, nipote del fondatore, e la figlia Alessandra, dinamico amministratore delegato.
Nel tempo la Caffè Cagliari ha esteso il suo bacino di mercato, andando ben al di là dei confini dell'Emilia, estendosi ad est fino a Rimini e ad ovest toccando Liguria e Toscana, con presidi anche in Lombardia e nel Veneto. Due i fronti di mercato della Caffè Cagliari, quello della grande distribuzione, dove il brand vanta a livello emiliano una posizione di leadership, e quello del fuoricasa con una rete di 1.500 clienti, tra caffetterie, bar e ristoranti, “seguiti” da un affiatato e rodato team di 50 agenti. «Siamo una realtà fortemente radicata nel territorio e conosciamo molto bene le dinamiche imprenditoriali locali dei distretti in cui operano i nostri clienti - spiega Alberto Cagliari -. Abbiamo, dunque, fatto della cura dei bisogni del professionista del bar un punto di forza. Molti nostri agenti sono ex baristi e quindi conoscono a fondo le problematiche gestionali dell'impresa bar: sanno non solo ovviamente consigliare le materie prime giuste per realizzare un ottimo espresso, ma anche trasformarsi all'occasione in partner del punto vendita. Veri e propri consulenti che sanno anche dove mettere le mani quando c'è bisogno per esempio di tarare la macchina o consigliare strategie commerciali per catturare nuovi segmenti di clientela. Sappiamo benissimo che il settore sta vivendo una profonda trasformazione: oltre al naturale ricambio generazionale, c'è infatti da considerare anche il continuo turn over di gestori. Molti si improvvisano professionisti senza conoscere l'abc e ciò richiede, da parte nostra, uno sforzo maggiore per andare incontro alle nuove leve di imprenditori che si affacciano sul mercato senza la dovuta preparazione».
Parlando sempre di formazione, avete creato presso i locali dell'azienda una Scuola del Caffè che funziona a pieno regime.

Esattamente. Si tratta di un centro con l'obiettivo di migliorare e aggiornare le competenze dei professionisti del bar su tutto ciò che valorizza il caffè. Il caffè, è bene ricordarlo, non è come una bottiglia di buon vino che una volta aperta si è sicuri del risultato. Per fare un buon caffè non basta utilizzare una miscela di alta qualità: se l'operatore non sa usare la macchina e non ne conosce tutti i segreti il risultato in tazzina può essere inferiore al livello qualitativo della materia prima. Per questo noi pensiamo che la formazione sia un anello strategico della nostra proposta commerciale. Tanto strategico che abbiamo aderito all'Istituto Nazionale Espresso Italiano (INEI), ottenendo la certificazione delle miscele prodotte per la linea bar. A questo proposito, la “Scuola del Caffè Cagliari” organizza corsi, tenuti da docenti INEI, che qualificano gli esercenti che desiderano ottenere l'abilitazione per servire nei propri locali l'Espresso Italiano Certificato.

Quali sono le novità di prodotto che avete messo in campo nell'anno del centenario?

Sono diverse. Intanto, abbiamo messo a punto una nuova confezione ad alta tecnologia per la nostra miscela da bar che ne conserva e protegge l'aroma. La confezione è dotata di una speciale valvola monodirezionale ad alta pressione che non consente la fuoriuscita dei gas aromatici prodotti dal caffè. All'apertura del sacchetto, la miscela offre un risultato “in tazza” di eccezionale intensità di gusto e aroma. Poi ci sono le capsule: un settore, interessante soprattutto per il mercato domestico e per tipologie di locali come ristoranti o trattorie, che stiamo approcciando con una selezione delle più pregiate qualità di caffè racchiuse in capsule brevettate Caffitaly System, caratterizzate da un innovativo sistema di confezionamento che funziona secondo il principio di estrazione per la macchina per espresso e che, dunque, garantisce un caffè di qualità.
Un altro mercato che sta dandovi grandi soddisfazioni è l'estero.
Abbiamo da sempre seguito l'export, ma di recente ci siamo strutturati a livello interno con uno staff dedicato perché il business è in forte crescita. I nostri prodotti sono già presenti in 35 Paesi e l'anno prossimo contiamo di raddoppiare il nostro fatturato estero, che fino ad oggi pesa circa il 7% su un giro d'affari di 13 milioni di euro. Ovviamente, puntiamo a mercati ad alto potenziale come la Russia e la Cina.

Quali sono i programmi per il futuro?

La nostra filosofia è molto semplice: siamo un'azienda atipica refrattaria alle mode come il biologico e i monorigine o a prodotti che non coincidono con la storia italiana dell'espresso. Continueremo a investire nelle aree dove siamo forti, sfruttando la nostra rete distributiva che riesce a fare la differenza quando si tratta di fornire al locale un servizio di consulenza. Quest'anno abbiamo prodotto un milione di kg di caffè e, nonostante la crisi, abbiamo incrementato il venduto grazie anche all'acquisizione di nuovi clienti. Ed è insieme a loro che

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