Ouzo, Metaxa e il “nuovo” mastiha. Uno dei più famosi barman greci svela a Bargiornale la versatilità di questi prodotti tipici nei drink. E le sorprese non mancano
Sarà che il pellegrinaggio vacanziero verso la Grecia registra incrementi annui continui. Sarà che il cinema, dai tempi di “Mediterraneo” a “Il mio grosso grasso matrimonio greco” fino al blockbuster “Mamma Mia”, ha fatto da traino alla Grecia, alle sue atmosfere, alla sua cultura anche gastronomica. Sarà quel che sarà, come diceva la canzone, ma liquori all'anice come l'ouzo o il brandy Metaxa sono diventati familiari anche per molti italiani. Quello che ancora pochi sanno è che si tratta di prodotti versatili e adatti anche alla miscelazione. Prendi l'ouzo per esempio. Nelle ouzerie e nei kafaneio, i bar tipici, lo vedrete allungare con bicchiere d'acqua ghiacciata, accompagnato da stuzzichini chiamati mezedes. Così vuole le tradizione.
Così ti rivedo la tradizione
Mentre nei bar di tendenza di Atene e di Mykonos l'ouzo si utilizza, già da qualche anno, come base per long drink e martini, in sostituzione o in abbinamento ai classici spirit. I risultati sono talvolta eccellenti. Allo Shark, bar-ristorante di Salonicco, “città delle belle donne e della buona musica”, Stefanos Paraskevoudis, uno dei big della mixologia greca, propone rivisitazioni di classici, in salsa greca, come il Greek Bloody Mary, dove la parte di vodka del Bloody Mary è sostituita dall'ouzo, o il Dirty Ouzo Martini, che si prepara nel mixing glass, con 2 cl di ouzo, 7 cl di vodka. Dopo aver mescolato gli ingredienti si versa in coppetta e si guarnisce con un piccolo pezzo di formaggio feta imbevuto in olio d'oliva.
Variazioni sul tema
Tra i cento drink originali dello Shark si scoprono altre chicche come il Bitter Silk, uno short drink preparato con 1,5 cl di Metaxa 12 anni, 7,5 cl di mastiha e 2 gocce Angostura Orange Bitters. Tra gli ingredienti avrete notato il mastiha, un liquore sconosciuto ai più, prodotto con la resina di alcune piante coltivate esclusivamente sull'isola di Chios.
Il sapore è singolare e non assomiglia a niente di conosciuto, a meno che non siate greci e vostra madre non aggiunga nelle classiche torte delle feste delle gocce di resina di mastiha.
Il mastiha è riuscito a catturare i palati di mixologist in tutto il mondo. Il guru Angus Winchester ce ne ha parlato in modo entusiasta.
Il merito di tale successo va anche all'efficace campagna di marketing. Basti dire che nell'aeroporto-hub Venizelos di Atene hanno messo in piedi un intero negozio dedicato. «La resina di mastiha - spiega Stefanos Paraskevoudis - fino dall'antichità era usata solo per produrre delle gomme da masticare dal vago gusto di menta. L'ha usata, e la usa, anche l'industria farmaceutica per produrre dei toccasana per lo stomaco. Il liquore è venuto dopo e deve il successo alla sua versatilità. Nella maggior parte dei casi è proposto come digestivo, spesso on the rocks, ma può essere usato anche per l'aperitivo, nei martini e, in genere, in molti classici da coppetta».
Skinos, probabilmente il produttore più conosciuto, ha creato una lunga lista di drink, dall'accento mediterraneo, che potete trovare sul sito myskinos.com. Da quelli speziati a quelli aromatizzati con erbe aromatiche. Alcuni esempi li trovate nel riquadro sopra.