A Torino prezzi inchiodati al “km 0”

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Prodotti a chilometro zero per offrire una prima colazione di qualità senza ritoccare i prezzi. Succede a Torino. Gerardo Paolo Troccoli, presidente della sezione caffè-bar dell’Epat, commenta l’iniziativa

Un recente accordo siglato tra l'Epat, l'associazione che riunisce 2.500 bar torinesi, e Abit, una cooperativa di produttori di latte con sede a Grugliasco, consente agli esercenti torinesi di acquistare latte, gelati, formaggi e latticini locali a prezzi di favore, arrivando a risparmiare fino al 30%. Dando una mano all'economia locale e giocando nella comunicazione ai clienti sul successo della filosofia del “food miles”. Ce ne parla Gerardo Paolo Troccoli, presidente della sezione caffè-bar dell'Epat.

Come nasce l'idea del cappuccino a km 0?

Dalla constatazione che la crisi dei pubblici esercizi è la punta di un malessere economico che coinvolge tutto il territorio. I nostri associati ci chiedevano di intervenire per ridurre i loro costi di esercizio. Naturalmente, per agire sulle politiche delle aziende sono necessarie misure a livello nazionale, non alla nostra portata. Allora abbiamo pensato di ragionare a livello micro, cercando una soluzione che fosse utile non solo agli associati ma anche al territorio. Da qui l'accordo con la cooperativa Abit, che a Grugliasco produce una tra le materie prime più importanti per un barista: il latte.

Come funziona l'iniziativa?

L'accordo consente a bar, ristoranti e pasticcerie di acquistare il latte Ais a 75 centesimi al litro, con un risparmio compreso tra il 5 e il 30%. Sono previsti prezzi speciali per tutti i prodotti Abit: yogurt, panna, mozzarella ecc.

Chi ottiene i vantaggi maggiori?

I maggiori risparmi li hanno i piccoli esercizi, dato che quelli più grandi potevano già strappare ai fornitori prezzi migliori. Entrambi, comunque, aderendo all'iniziativa possono evidenziare il proprio impegno a favore del territorio.

Oltre al vantaggio economico, l'accordo ha anche risvolti sociali ed ecologici...

Certo. Stimolare i consumi dei prodotti a km 0 oltre a offrire un aiuto alle aziende locali riduce anche il peso dei consumi sull'ambiente in termini di imballaggi, carburante ed energia.

Come comunicate ai clienti l'iniziativa?

Con una vetrofania, con i loghi di Abit e di Epat, dove c'è scritto “In questo esercizio qualità e professionalità si incontrano a km 0».

Qual è l'accoglienza dei baristi?

Essendo l'iniziativa appena partita è presto per fare dei bilanci. Certo è che già durante la messa a punto del progetto l'interesse dei nostri associati era molto alto. Sono ottimista: trattandosi di un'iniziativa che va a toccare direttamente le tasche degli esercenti non dubito che funzionerà.

Per i consumatori finali cambia qualcosa?
Risparmiare sull'acquisto delle materie prime, senza rinunciare alla qualità, permette agli esercenti di controllare i margini di esercizio. E quindi, nelle nostre previsioni, questo dovrebbe consentire di bloccare i listini di vendita per altri sei mesi, a dispetto degli aumenti delle materie prime previsti per i prossimi mesi.

Ritiene il prezzo una leva fondamentale per rilanciare i consumi al bar?

La crisi sta coinvolgendo tutti i settori e il nostro non fa eccezione: registriamo una contrazione del 30% dei consumi e la chiusura di molti bar. Però notiamo anche che i locali che offrono un giusto rapporto qualità/prezzo ne hanno risentito di meno. Il problema è che, in realtà, la liberalizzazione delle licenze ha aumentato di molto il numero di locali, mentre la densità demografica è rimasta pressoché invariata. Di fatto il mercato è stato invaso da baristi “improvvisati” e poco preparati. Capire che il prezzo delle consumazioni non può essere determinato sulla base del calcolo delle spese di esercizio è un primo passo avanti per offrire al cliente il prodotto che si aspetta al giusto prezzo.

Dopo il cappuccino arriverà anche la brioche a km 0?

Probabilmente sì. Stiamo lavorando per stipulare nuove convenzioni con altri produttori della nostra zona, in modo da far crescere la qualità dei nostri associati sostenendo i prodotti locali, anche nella ristorazione.

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