Giovane, talentuoso, determinato: Lorenzo Pesci, marchigiano d'origine, può essere considerato come una delle presenze fisse e più solide, quando si contano i nomi di nuove generazioni di cuochi italiani. Già formatosi nelle cucine di Carlo Cracco, è oggi alla guida del prestigioso bistrot Voce, parte del gruppo bistellato di Aimo e Nadia, a Milano, e a gli scorsi Barawards è stato premiato come Cuoco dell'anno. «È un lavoro usurante, e senza la voglia di mettersi ai fornelli ogni giorno non si va da nessuna parte. La competizione è durissima, e la chiave per rimanere ad alti livelli sta nella dedizione, quasi nella testardaggine: provare, sperimentare, sbagliare fino ad arrivare alla perfezione».
Alla soglia dei trent'anni, Pesci sta vivendo il pieno della metamorfosi della figura di cuoco, investita negli ultimi tempi da una visibilità senza precedenti; cosa che va presa per quello che è, con gli aspetti migliori e peggiori: «La mediaticità dei vari programmi televisivi e la nuova comunicazione social hanno permesso al settore di avere visibilità e mostrare gli aspetti anche meno noti della professione, soprattutto i sacrifici che servono per arrivare a cucine di livello eccellente. Dall'altro lato, proprio chi ben conosce gli sforzi necessari per farcela, detesta vedere che ormai chiunque indossi una giacca o un grembiule si sente in diritto di essere chiamato chef, senza onorare tutto quello che non si vede, solo per la notorietà che ne può derivare».
Al netto comunque di una scrematura che va fatta, il momento della cucina italiana parla di freschezza, semplicità e sapore: «Stiamo assistendo a una sorta di ritorno alle origini, puntando all'essenziale e al gusto. Molti cuochi, anche i più esperti, si stanno focalizzando su pochi elementi, concentrando i gusti al massimo e limitando i fronzoli. È una filosofia vincente, a mio avviso, che condivido molto; perché è dalle basi che bisogna partire anche nell'insegnare alle nuove leve, le preparazioni più complesse come cialde, arie o simili in realtà ci appartengono poco, sia come categoria che come italiani».
Il trionfo ai Barawards 2021 non è il primo nella carriera di Pesci, che in ogni caso registra e mette in cascina: «È una grande soddisfazione, certamente. Significa che la strada è quella giusta e gli sforzi compiuti sono ripagati, sempre guardando avanti».
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