Ecco a voi 5 Fingers Bar Spoon, cucchiaio da miscelazione sormontato dalla manina che posa nell’italico gesto del “Che vuoi?”. Il dizionario lo include tra i più popolari e antichi gesti napoletani anche se, nel tempo, è diventato patrimonio comune. Nel “What do you expect?”, “Que veuz-tu?” o “Was willet du?” le estremità delle cinque dita si riuniscono rapidamente e formano un cono col vertice in alto. La mano può restare ferma o essere scossa più o meno velocemente, secondo che la domanda venga posta con gentilezza o con impazienza.
L’autore del nuovo tool è Diego Ferrari, barman del Noble di Lodi, volto noto della bar industry, paladino del low-alcohol e grande appassionato di disegno, arte e tattoo. Diego Ferrari è un po’ fuori, ma è questo che ci piace di lui. Anni fa aveva persino “truccato” una macchina da tatuaggi per realizzare i suoi Martini (leggi qui).
Lo sviluppo e la realizzazione 5 Fingers Bar Spoon è in edizione limitata. «Solo 300 pezzi - dice il barman lodigiano - ma perché non amiamo fare il passo più lungo della gamba». Ferrari parla al plurale perché al suo fianco c’è Gionni Gabriele proprietario della THE BARS, azienda nota a livello europeo per la produzione di bar tools, che si è occupato dello sviluppo e della messa in opera.
I numeri legati alla creazione e produzione di 5 Fingers Bar Spoon la dicono lunga sulla cura e attenzione dedicato al nuovo tool: 32 ore di disegno a mano libera, 98 ore di sviluppo del disegno in 3D, 28 ore di sviluppo del prototipo, 325 ore di sviluppo stampi e pre-produzione, 65 ore di produzione del pezzo, 48 ore di argentatura, 24 ore di invecchiamento, 62 ore di sviluppo del packaging, 60 ore di laser e assemblaggio. Roba da veri nerd: in totale 644 ore di lavoro.
Ferrari, ma cosa vuoi dire con quella manina? «Tante cose». Non solo Cosa vuoi? Quindi. «No, le sfumature di quel gesto sono tante. Dal “Cosa vuoi?” al “Ma cosa!”, dal “Ma che stai dicendo?” al “Ma che stai facendo?”. È un po’ come la parola caxxo! La puoi usare in mille sfumature». A questo punto, non ci resta che andare a girare il nostro Gibson.