Birra: meno fusti, più lattine. E decollano le premium

Birra
Courtesy Pexels/Pixabay
Il prodotto principe per le vendite dei distributori beverage perde quota a vantaggio di vini e spirit. Premium e superpremium guadagnano quote di mercato

Benissimo le lattine, male i fusti, con un recupero importante delle birre premium e superpremium: sono le tre indicazioni più significative che emergono dalla fotografia delle vendite di birra dei grossisti fatta dall’Osservatorio Tracking Grossisti di Iri.

Nel mondo degli alcolici, la birra è stata la categoria più penalizzata: pur rimanendo la prima voce di ricavi per i distributori beverage, il suo peso sul fatturato totale si è ridotto dal 38% del 2019 al 34% attuale. «Il calo - afferma Mario Carbone, responsabile dell’osservatorio -  è dovuto in primo luogo alle forti perdite delle vendite di fusti, penalizzate dalle chiusure e dalle limitazioni che hanno frenato l’attività dei locali più di altre tipologie. L’incertezza legata alla possibilità di consumare l’intero fusto nei pochi giorni di shelf life ha frenato gli acquisti. Parallelamente, il mondo del vino e degli spirit negli ultimi due anni ha registrato performance record: gli spirit hanno quasi recuperato i volumi del 2019, registrando fatturati addirittura superiori. E per il vino è andata ancor meglio».

Il calo pesante delle vendite di fusti, che per il segmento pub e birrerie è proseguito anche nel 2021, ha fatto sì che il mondo della notte (bar serali e discoteche) e i bar diurni hanno acquisito un peso maggiore nel mix di clientela dei distributori.

Vendite record per le lattine

«Il dato più eclatante è la fortissima crescita della vendita di birra in lattina - spiega Carbone -, che ha fatto segnare un +66,7% nel mondo della notte e un +46,5% nei bar diurni. Merito soprattutto del delivery, che ha sostenuto le attività nei mesi di restrizioni e di chiusure. Ma non va dimenticato che parliamo di volumi ancora molto ridotti: la quota di mercato si attesta sull’1,3%: le lattine sono l’unica confezione che ha visto negli ultimi due anni un ampliamento dell’assortimento medio dei gestori».

La tendenza alla premiumizzazione degli acquisti, che aveva subito una battuta d’arresto nel 2020, ha ripreso la sua corsa: «Nel complesso, le birre premium e superpremium sono arrivate ad assorbire il 64,1% del totale delle vendite a valore e il 74,9% a volume. Merito del fatto che nel 2021 hanno registrato i tassi di crescita più significativi, addirittura a due cifre nel caso delle premium».

Quanto alle superpremium, sono la categoria che ha registrato i più significativi incrementi di prezzo (+1,9% in media negli ultimi due anni), ma anche la più colpita dalla razionalizzazione degli assortimenti che ha caratterizzato il mercato: pur contando ancora più della metà dei prodotti birra trattati, dal 2019 a oggi ha “perso per strada” 34 referenze.

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