Settantuno milioni di presenze, tra strutture ricettive alberghiere ed extra-alberghiere di vario genere e seconde case. Questa la stima - firmata Jfc, il dato consuntivo ancora non è disponibile - che ha sancito il ruolo della montagna come meta dell'estate 2022. Crescita clamorosa rispetto ai 49 milioni dell'anno scorso, figlia anche - va detto - di una bella stagione molto più lunga. Comunque, su Alpi e Appennini continua il boom di presenze turistiche, che è partito di slancio negli anni più duri del Covid e pare ormai un successo consolidato. Dove ci sono grandi flussi c'è vita per il fuori casa, cocktail bar inclusi. Non sia mai che tra le più alte e paradisiache vette alpine si nascondano anche notevoli... picchi di qualità nell'offerta di mixology. Abbiamo pensato, quindi, di andare alla ricerca di qualche indirizzo interessante in Alta Badia, in Alto Adige.
Tre format per valorizzare il territorio
La valle, da anni posizionatasi su un'offerta turistico-ricettiva di alto livello, ha fatto segnare - a estate ancora in corso, al 31 luglio per l'esattezza - 471.642 presenze. Dato che ci si aspetta venga corretto al rialzo con i numeri definitivi. Un giro tra i comuni di Corvara, Colfosco, La Villa, San Cassiano, Badia e La Val, alla ricerca dei cocktail bar che si distinguono. Ci fermiamo su tre format diversi, ma tutti e tre concentrati sulla valorizzazione delle materie prime del territorio per costruire un'offerta interessante.
L'got, nel cuore del turismo di alta gamma
In strategica posizione centrale, a Corvara, e con uno spazio esterno ben sfruttabile nel periodo estivo, Andrea Dimilta ha coltivato la sua creatura in questi ultimi 8 anni. L’got è nel cuore della cittadina ai piedi delle dolomiti, tra il Massiccio del Sella e l'Altipiano del Pralongià.
Quarantacinque anni, genovese espatriato a Londra e a New York City, Dimilta viene dal mondo del flair (è stato anche direttore della scuola Flair Parlour di Genova), ha lavorato nella capitale inglese e poi a Brooklyn, all'Acqua Santa. Otto anni fa ha preso in gestione L'got (che in ladino significa "bicchiere"), spostando la location di poche centinaia di metri e rivedendo tutta l'offerta. In carta, rinnovata di stagione in stagione, si trovano una decina di drink signature a 18 euro, e in estate si aggiungono le Summer suggestion a 14 euro. Frutti di bosco, aromatizzazioni home made al pino mugo, miele e succo di mela rigorosamente local sono alcuni dei richiami al territorio che Andrea e il suo team hanno voluto studiare e inserire nei loro cocktail.
Il locale apre con le colazioni, continua con un'offerta leggera a pranzo con insalate, sandwich e un piatto caldo che varia quotidianamente, conclude con la fascia oraria dell'aperitivo. «Niente after dinner, un po' perché la temperatura non lo consente sempre e un po' perché è una precisa politica del locale», ci racconta Dimilta, che si presta a qualche scambio di battute dopo aver salutato un paio di celebrità televisive habitué del locale. «Vogliamo esserci per i nostri clienti, sempre, e questo significa concentrasi sull'aspetto della relazione. Mi piace che il locale abbia un'impronta da vecchia maniera, con tanta cortesia e attenzioni genuine per la clientela». Fondamentale, però, è l'effetto wow che i drink devono suscitare appena arrivano al tavolo. Massima cura, massima attenzione agli ingredienti. «Ma se devo indicare una chiave, scelgo la squadra. Ora siamo in cinque, c'è buon affiatamento e, nonostante il ricambio stagionale, riusciamo a trasmettere sempre lo stesso entusiasmo a tutti i ragazzi che lavorano con noi».
Le ricette de L'got
Americano Col Alt
Ingredienti
3 cl Vermouth infuso al pino mugo home made
3 cl Campari
Amaretto and pear foam
Cristalli di rosa canina
Preparazione
Build
French man in Dolomites
Ingredienti
4,5 cl gin
20 ml succo di limone
20 ml zucchero liquido
Top Champagne Gonet-Médeville
Aria di frutti di bosco selvatici
Preparazione
Shake and strain
Iceberg Lounge Bar: la notte è giovane nell'hotel 4 stelle
Nativo di Ischia, dopo gli studi alla scuola alberghiera Domenico Barone, 29 anni, ha viaggiato, come da copione: ad Amburgo prima, poi diverse stagioni a Ischia in cocktail bar come il Riva Club e discoteche, poi diverse esperienze in hotellerie 5 stelle alternando Dolomiti, Sardegna e Amalfi. Infine l'approdo all'hotel Col Alto di Corvara, dall'estate 2021, dove Domenico pare aver trovato la sua dimensione come bartender e barmanager dell'Iceberg Lounge Bar.
Aperto dalle 11 del mattino all'1 di notte, l'Iceberg è uno dei pochi locali della valle in cui si può tirar tardi bevendo bollicine e cocktail di montagna. Non è "solo" il lounge bar dell'albergo 4 stelle superior Col Alto, ma vive anche di vita propria, con uno spazio esterno dedicato e una naturale apertura verso la clientela extra ospiti dell'hotel. Serate musicali con dj set, staff dedicato con 2 persone che possono salire a 3-4, interno da 80 coperti, prezzo dei drink tra gli 8 e i 14 euro. Domenico è anche andato "a scuola" dallo stesso Dimilta del L'got, nelle occasioni in cui il barman veterano ha aperto le sue conoscenze ai più giovani bartender all'opera in zona, per condividere le tecniche di utilizzo delle materie prime del territorio.
Rivisitazioni sullo spritz, un Col Alto gin tonic e un Americano fatti rispettivamente con Gin e Vermouth aromatizzati al pino mugo raccolto presso il vicino passo Falzarego: Domenico ci spiega che la clientela ormai, anche sui cocktail e non solo sulle bollicine, ha aspettative medio-alte. «Le linee guida della nostra offerta signature sono territorialità e occhio per il cliente: ci concentriamo su capire chi abbiamo di fronte per preparare qualcosa ad hoc. Intanto, abbiamo fatto e facciamo grande lavoro sulle materie prime. Garnish con rabarbaro essiccato, pino mugo raccolto da noi in passeggiata, riutilizzo di tutti gli scarti, materie prime freschissime. Ma anche home made ricercati - dallo shrub di Weiss, banana e aceto a quello con capperi e mango, per fare due esempi. Abbiamo notato che fa tanta differenza l'attenzione ai dettagli, in particolare viene apprezzato il nostro lavoro sulla qualità del ghiaccio. «Il procedimento che uso è molto semplice», spiega Domenico, «prendo un box di polistirolo, lo riempio di acqua di rubinetto, lo metto in congelatore per 24 ore e lo estraggo. Non si congela l'intero blocco, ma solo in parte. In questo modo le impurità rimangono nell'acqua in eccesso e il ghiaccio risulta molto trasparente e pulito. Poi taglio in cubetti a seconda del bicchiere che uso, per garantire un'estetica curata a ogni drink».
Le ricette dell'Iceberg Lounge Bar
Col Alto Gin tonic
Ingredienti
5 cl Gin Bonaventura Maschio infuso al pino mugo
20 cl Thomas Henry Tonic Water
Top con spuma al basilico e limone
Preparazione:
Built on ice
Purple Spritz
Ingredienti
5 cl Aperol
10 cl Gewurztraminer
Top di soda e spuma ai frutti rossi
Preparazione
Build
Un monumento al gin al Mountain Lounge Bar dell'Hotel Cristallo
Ci si allontana di pochi chilometri, ma la qualità del servizio e dei drink resta alta. Un format ancora diverso, quello del lounge bar d'albergo "puro" diciamo così: lo troviamo all'Hotel Cristallo, 4 stelle superior a La Villa. Il 90% della clientela è interno, si chiude a mezzanotte e i drink (prezzo medio: 14 euro) sono accompagnati dal piano bar ogni sera.
A capitanare la squadra di giovanissimi (in cinque, età media 23 anni) del lounge bar c'è il 28enne Salvatore Evola, di stanza in Alta Badia da quattro anni dopo un'esperienza di 12 anni in Sicilia e poi a Cesenatico e in Costa Smeralda. «Arrivato qui come commis, mi hanno proposto di fare il barmanager e lo sono da 3 anni e mezzo», racconta Salvo, che pare aver annegato il dna siculo per convertirsi a passeggiate in quota e giri in e-bike con un occhio sempre a terra, a cercare nuove idee tra erbe e spezie del territorio.
L'accoglienza è opera di un Martini Dolomitico, con Vermouth infuso al pino mugo home made («Pigne raccolte da noi e ottenuto con infusione a freddo sotto vuoto per 48h», precisa Salvatore) e un gin di Bolzano, lo Z44. Proprio sul gin Salvatore ha fatto uno sforzo di ricerca. «Abbiamo una selezione di circa 60 gin, 6 sono etichette locali e c'è un gin tedesco. Non sono solo scenografici dietro il bancone, l'obiettivo è quello di far capire ai nostri clienti che il gin non è il distillato basico come era concepito una volta. Ci si può pasteggiare, e noi abbiamo proposto anche degli abbinamenti food per farlo degustare in purezza».
«Ho imparato qui il valore del territorio - continua Salvatore -, andiamo in passeggiata e riportiamo in casa le botaniche che ci servono, sfruttiamo l'orto dell'albergo per menta, rosmarino, timo; ci dedichiamo agli home made e alle essiccazioni, insomma il territorio montano ci dà la possibilità di giocare con tanti elementi».
La clientela non è tanto esigente, quanto curiosa: «Troviamo sempre più persone interessate a sperimentare un'emozione gustativa, e naturalmente per consentire questo dobbiamo essere attenti anche al servizio e a proporre cocktail con grande impatto scenografico». Ed ecco il trionfo di scrigni preziosi e affumicature da effetto wow. Il progetto, per il prossimo anno? Quello di produrre "in casa" un gin che si possa identificare con il lavoro fatto qui al Cristallo.
Le ricette del Mountain Lounge Bar
Apple Pie Mojito 2.0
Ingredienti
5 cl Rum bianco
2 cl di Sailor Jerry
3 cl di infuso di mela e cannella home made
Top di soda
Garnish con polvere di cannella e mela
Preparazione
Build in tumbler alto
Mai Crystal Tai
Ingredienti
4 cl Rum Agricole infuso con miele e caffè
2 cl Rum Clements
3 cl orzata
2 dash arancia bitters home made
succo di ½ limone
Preparazione
Shake & strain in bicchiere tumbler alto