Sette trend (+1) per il 2019 del bere miscelato

trend 2019

La corsa delle etichette premium, l’ascesa dei distillati di agave e dei botanical spirit, il revival dei cocktail anni Settanta e Ottanta. E, ancora, il controllo del tasso alcolico, la ricerca di nuovi sapori attraverso la sperimentazione di ingredienti diversi, alcuni dei quali davvero inconsueti, cocktail più colorati per strizzare l’occhio ai social media e l’attenzione ancora maggiore verso aspetti quali il benessere e la sostenibilità. Saranno queste le principali tendenze che promettono di caratterizzare la drink culture nell’anno appena iniziato. Alcune in continuità con fenomeni già apparsi negli ultimi anni, dei quali rappresentano un ulteriore sviluppo, altre delle assolute novità. Tutte però con alla base un denominatore comune: la volontà di soddisfare e stimolare un pubblico di consumatori più consapevole, desideroso di nuove esperienze e sapori differenti e autentici e più attento alla qualità di ciò che beve.

1. Spirit di alta fascia

In continuità con i trend degli ultimi tempi, ad esempio, è l’annunciata crescita del consumo di prodotti di alta fascia. Spirit super premium, riserve ed edizioni limitate trovano sempre più spazio nei menu, e anche nella preparazione dei cocktail, e lo scorso anno hanno dominato le vendite, una tendenza che dovrebbe continuare. Così come saranno premiate le piccole produzione artigianali, percepite come proposte di qualità e sinonimo di autenticità.

2. Spazio ai distillati di agave

Per quanto riguarda le tipologie di spirit, proseguirà il regno del gin, forte anche del proliferare delle proposte premium che valorizzano diversi mix di botaniche.

Dopo il boom negli Usa, anche sulla nostra sponda dell’Atlantico è attesa l’esplosione di tequila e mezcal, magari accompagnata dall’emergere di altre categorie di prodotti a base di agave, come la raicilla, o similari, come il sotol, ottenuto dalla distillazione dell’omonima pianta che cresce nel deserto messicano. Attesa anche la rinascita di whisky e whiskey, che comincia a incontrare il favore di nuovi consumatori, sia per il suo lungo servizio sia per il gradimento in crescita già nello scorso anno, riscontrato dai cocktail che lo hanno come ingrediente.

3. I botanical spirit alla conquista del bar

Ma la vera novità di quest’anno, che si prevede destinata a durare nel prossimo futuro, è l’ascesa dei botanical spirit, prodotti concettualmente simili al gin, ottenuti ridistillando uno spirito neutro con mix di botaniche. Del primo conservano la complessità aromatica e di sapori, che li rende perfetti da degustare lisci e per l’uso in miscelazione, ma senza la restrizione dell'uso del ginepro come aroma predominante e quindi in grado di conquistare anche i consumatori che non amano questo ingrediente.

4. Classici retrò

Passando alla proposta cocktail, il nuovo capitolo nel recupero dei classici sarà segnato dal ritorno dei drink degli anni Settanta e Ottanta, che già sul finire dello scorso anno hanno cominciato ad attrarre l’interesse dei consumatori. A lasciar pensare che tale interesse diventi a breve una moda, il fatto che tali cocktail rappresentano una vera scoperta per le nuove generazioni di bevitori, che li provano per la prima volta, il loro carattere “divertente” e i nomi spesso allusivi (pensiamo al Sex On The Beach o al Slow Screw Up Against the Wall) che sicuramente destano curiosità.

5. Nuovi ingredienti

Proseguirà la sperimentazione di nuovi ingredienti, in particolari di fermentati, come gli scoby, ma a conquistare sempre più spazio sul bancone dei bartender saranno anche l'acqua di cocco e i tè, ad esempio il Butterfly Pea tea, fatto con i fiori essiccati della pianta di piselli di farfalle Clitoria ternatea, popolare nel sud-est asiatico, ricco di antiossidanti e che cambia naturalmente colore dal blu al viola quando vi viene aggiunto un elemento acido. Quest’ultimo è un ingrediente che risponde a due ulteriori trend del momento: l’attenzione agli aspetti salutari e funzionali delle materie prime utilizzate e all’aspetto del drink, con la ricerca sulla presentazione e sui colori in modo da renderli più “fotogenici” e perfetti per essere pubblicati su Instagram e in generale per la condivisione sui social.

6. Miscelare con la cannabis

Altro ingrediente destinato a una certa fortuna nella miscelazione, dopo l’esordio dello scorso anno, è la marijuana legale, ovvero tipi di canapa con una percentuale di principio psicotropo (Thc) inferiore allo 0,5% e un’alta quantità di cannabidiolo (Cbd), un metabolita con diverse proprietà benefiche (antiossidante, antinfiammatorio, distensivo contro ansia e panico e rilassante). Un ingrediente che lavora bene con la vodka e distillati bianchi, si presta a diversi utilizzi, dalle infusioni alle preparazioni di sciroppi, bitter, profumi, tinture, e apprezzato non solo dagli appassionati della pianta ma anche dai salutisti.

7. Low e no alcol

Sempre in un’ottica di attenzione al benessere si consoliderà nelle drink list lo spazio riservato ai drink a bassa gradazione alcolica o analcolici. Creazioni perfette per chi vuole gustare un cocktail ma non può assumere alcol, o non vuole esagerare e perfetti per essere consumati anche di giorno.

8. Locali più sostenibili

Infine, la sostenibilità. Tema che, dopo la battaglia per la riduzione e l’eliminazione dei prodotti in plastica monouso, si prevede venga affrontato in un’ottica a più ampio raggio. A partire dalla riduzione degli sprechi di materie prime, attraverso lo studio di modi creativi per utilizzare gli avanzi di materie prime come frutta e altri vegetali, che altrimenti andrebbero buttati, proseguendo con la riduzione dei consumi di acqua e l’utilizzo di attrezzature e tecnologie a basso consumo.

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