Laphroaig, fuoco e fiamme con la cucina stellata

Laphoraig Andreina Nov 23-263
Il menu di Errico Recanati, del ristorante stellato Andreina a Loreto (An), è la prova ultima di versatilità del mitico scotch whisky di Islay

Tastes like heaven, smells like hell. È lo stesso slogan di Laphroaig a rendere splendidamente l’idea dell’esperienza di degustazione di uno degli scotch whisky più riconoscibili, paradisiaco al palato, di puro impatto al naso. E, soprattutto, anche contrariamente a quanto si potrebbe pensare, mirabilmente versatile, sia in miscelazione sia addirittura nell’ormai famigerato pairing.

Citofonare per conferma al Ristorante Andreina, dal 2013 stella Michelin a Loreto (Ancona), regno infernale (nel senso buono del termine) dello chef Errico Recanati, che dalla sua sontuosa brace ha intrecciato il suo credo di fuoco e fiamme con il tridente di Laphroaig (portfolio Beam Suntory, distribuito in Italia da Stock): torba, fuoco e sale.

Una comunione di sensazioni

Questioni di famiglie in un certo senso, se Andreina era la nonna di Recanati che aprì il ristorante sessant’anni fa, mentre furono i fratelli Donald e Alexander Johnston a fondare Laphroaig nel 1815 ad Islay, dove tutt’oggi la distilleria si rispecchia nelle acque che separano Scozia e Irlanda. E di comunione di sensazioni, quando non di intenti, tanto da aver portato Laphoraig a scegliere Recanati come primo Italian culinary ambassador nel 2023.

Lo scorso novembre Andreina ha allora aperto le proprie porte per l’incontro definitivo tra lo scotch e la griglia, con un percorso di degustazione specifico che ha visto il distillato presente sia nei bicchieri sia nelle ricette, come cocktail o come ingrediente: in mostra, oltre all’incomparabile Laphroaig 10 anni, anche Laphroaig Sherry Oak (ex botti di sherry, sentori più morbidi, leggermente caramellati) e Laphroaig Lore (blend di botti diverse con un invecchiamento dai 7 ai 21 anni, ben più potente).

Cucina e miscelazione: una nuova dimensione per Laphroaig

Recanati impiega così Laphroaig in marinature e salse (riuscitissime le soluzioni con ombrina e fois gras), osa con un connubio tra carne e ricci, va sul sicuro (ma bisogna saperlo fare) con un gelato al Laphroaig che accompagna del cioccolato alla brace e una riduzione alla banana affumicata.

Più estremo il tentativo con una “neve” di Whisky Sour in abbinamento al dolce che forse spinge oltre il bilanciamento, interessanti invece le proposte miscelate, che vedono Laphroaig 10 mescolarsi ad acqua di rosmarino ridistillata, e succo di mandarino sodato. È la nuova dimensione di Laphroaig, che supera il consumo solo dopo pasto e lo ripropone dove non c’era mai stato: con Recanati, maestro dell’interpretazione della cucina rurale guardando al presente, è un primo passo eccellente.

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