L’aperitivo sempre nel cuore degli italiani

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Foto di bridgesward da Pixabay
In ottima salute e anche in crescita il rito italiano per eccellenza, il cui mercato negli ultimi 12 mesi ha raggiunto un valore di 6 miliardi di euro. tutti i numeri dello studio di TredaLab, che traccia il quadro di un momento di consumo apprezzato dagli italiani di tutte le età anche per la sua forte valenza sociale

Popolo di santi, navigatori e amanti dell'aperitivo. Negli ultimi dodici mesi in Italia sono stati serviti quasi 870 milioni di aperitivi fuori casa, tra serali e diurni, per un mercato che vale circa 6 miliardi di euro. Sono i dati presentati da TradeLab, società di servizi di consulenza, durante l'evento Sei già dentro l'happy hour? organizzato a Milano da Cattel e Apci (Associazione professionale cuochi italiani).

Insomma, il rito made in Italy tiene. E anzi è in crescita: secondo la stessa analisi di mercato, il 22% degli italiani vorrebbe fare più aperitivi, amati perché sono considerati occasioni dalla forte valenza sociale e perché hanno un ottimo rapporto qualità-prezzo. Chi sceglie il rito pre-cena (circa 14 milioni di connazionali, per un totale di 582 milioni di aperitivi e 4,5 miliardi di euro) spende in media 7,70 euro per un rituale che segna la fine della giornata lavorativa e che permette di stare insieme agli altri senza essere impegnativo. Lo scontrino medio di chi punta all'aperitivo pre-pranzo (circa 8 milioni di italiani che fanno 285 milioni di aperitivi per un totale di 1,5 miliardi di euro) è più basso, circa 5,20 euro. Questa formula ha successo soprattutto nel sud Italia (45%) mentre al centro-nord i numeri si abbassano. Equamente distribuito invece il rituale del tardo pomeriggio: 24% al nord-est e altrettanto al nord-ovest, 20% al centro, 32% al sud.

Cresce l’interesse per i cocktail analcolici

Dai dati diffusi da TradeLab durante l'evento (focalizzato soprattutto sull'aperitivo nella ristorazione) viene fuori una fotografia a 360° del rapporto con questa occasione di consumo. Interessante per esempio capire cosa ordinano gli italiani per il pre-cena: se il 30% punta sui cocktail alcolici, quelli analcolici si ritagliano un consistente 22% (con il 28% del campione che si dichiara interessato a drink meno alcolici che in passato), mentre vino e birra portano a casa entrambi il 20% delle preferenze.

Anche dall'indagine sulle fasce d'età della clientela emergono dati degni di nota, soprattutto alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione. A oggi fa l'aperitivo serale almeno una volta al mese il 49% della Gen Z (18-24), il 50% di chi ha 25-34 anni e il 44% di chi ne ha 35-44 (vale a dire i Millennial o Gen Y), il 36% della Gen X (45-54 anni) e circa un quarto dei baby boomers: il 31% di chi ha 55-64 anni e il 23% di chi è nella fascia 65-74.

I luoghi dell’aperitivo

Ma dove si va a fare l'aperitivo? Secondo l'indagine di mercato, illustrata da Bruna Boroni, il luogo più gettonato sono i bar diurni (dove si batte lo scontrino più basso, in media da 6,30 euro), seguiti da bar serali (25%), pub ed enoteche (14%), ristoranti o locali serali di fascia alta (13%, con lo scontrino più ricco: 17 euro), chioschi e postazioni ambulanti (6%) e per finire le catene, che si affacciano da meno tempo in questo mondo e che portano a casa un 3%.

Servizio, attenzione al cliente e food guidano la scelta

Resta poi la domanda principale: in base a cosa si sceglie dove e come fare l'aperitivo? A muovere gli italiani è una ricerca di benessere psicofisico, che unisce piacere ed emozione, ma anche tranquillità e senso di appartenenza. Senza dimenticare il ruolo chiave del cibo: secondo i dati di TradeLab l'offerta food ha un peso maggiore di quella del beverage. A guidare la scelta dell'aperitivo sono infatti la qualità del servizio e l'attenzione al cliente (44%), la proposta food varia (38%) o ricercata (24%), la proposta beverage di qualità (35%) e la presenza di cocktail originali (21%).

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