Popolo di santi, navigatori e amanti dell'aperitivo. Negli ultimi dodici mesi in Italia sono stati serviti quasi 870 milioni di aperitivi fuori casa, tra serali e diurni, per un mercato che vale circa 6 miliardi di euro. Sono i dati presentati da TradeLab, società di servizi di consulenza, durante l'evento Sei già dentro l'happy hour? organizzato a Milano da Cattel e Apci (Associazione professionale cuochi italiani).
Insomma, il rito made in Italy tiene. E anzi è in crescita: secondo la stessa analisi di mercato, il 22% degli italiani vorrebbe fare più aperitivi, amati perché sono considerati occasioni dalla forte valenza sociale e perché hanno un ottimo rapporto qualità-prezzo. Chi sceglie il rito pre-cena (circa 14 milioni di connazionali, per un totale di 582 milioni di aperitivi e 4,5 miliardi di euro) spende in media 7,70 euro per un rituale che segna la fine della giornata lavorativa e che permette di stare insieme agli altri senza essere impegnativo. Lo scontrino medio di chi punta all'aperitivo pre-pranzo (circa 8 milioni di italiani che fanno 285 milioni di aperitivi per un totale di 1,5 miliardi di euro) è più basso, circa 5,20 euro. Questa formula ha successo soprattutto nel sud Italia (45%) mentre al centro-nord i numeri si abbassano. Equamente distribuito invece il rituale del tardo pomeriggio: 24% al nord-est e altrettanto al nord-ovest, 20% al centro, 32% al sud.
Cresce l’interesse per i cocktail analcolici
Dai dati diffusi da TradeLab durante l'evento (focalizzato soprattutto sull'aperitivo nella ristorazione) viene fuori una fotografia a 360° del rapporto con questa occasione di consumo. Interessante per esempio capire cosa ordinano gli italiani per il pre-cena: se il 30% punta sui cocktail alcolici, quelli analcolici si ritagliano un consistente 22% (con il 28% del campione che si dichiara interessato a drink meno alcolici che in passato), mentre vino e birra portano a casa entrambi il 20% delle preferenze.
Anche dall'indagine sulle fasce d'età della clientela emergono dati degni di nota, soprattutto alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione. A oggi fa l'aperitivo serale almeno una volta al mese il 49% della Gen Z (18-24), il 50% di chi ha 25-34 anni e il 44% di chi ne ha 35-44 (vale a dire i Millennial o Gen Y), il 36% della Gen X (45-54 anni) e circa un quarto dei baby boomers: il 31% di chi ha 55-64 anni e il 23% di chi è nella fascia 65-74.
I luoghi dell’aperitivo
Ma dove si va a fare l'aperitivo? Secondo l'indagine di mercato, illustrata da Bruna Boroni, il luogo più gettonato sono i bar diurni (dove si batte lo scontrino più basso, in media da 6,30 euro), seguiti da bar serali (25%), pub ed enoteche (14%), ristoranti o locali serali di fascia alta (13%, con lo scontrino più ricco: 17 euro), chioschi e postazioni ambulanti (6%) e per finire le catene, che si affacciano da meno tempo in questo mondo e che portano a casa un 3%.
Servizio, attenzione al cliente e food guidano la scelta
Resta poi la domanda principale: in base a cosa si sceglie dove e come fare l'aperitivo? A muovere gli italiani è una ricerca di benessere psicofisico, che unisce piacere ed emozione, ma anche tranquillità e senso di appartenenza. Senza dimenticare il ruolo chiave del cibo: secondo i dati di TradeLab l'offerta food ha un peso maggiore di quella del beverage. A guidare la scelta dell'aperitivo sono infatti la qualità del servizio e l'attenzione al cliente (44%), la proposta food varia (38%) o ricercata (24%), la proposta beverage di qualità (35%) e la presenza di cocktail originali (21%).