I Romani la chiamarono Terme Selinuntine e se ne innamorarono per la sua particolare collocazione geografica. Sciacca, cittadina in provincia di Agrigento che sembra tuffarsi nel mare, il cui centro storico, in parte racchiuso tra le mura, è un reticolo di vicoli ciechi e di cortili in stile arabo. In questo contesto urbano affascinante si colloca La Skalunata – Cafè Retrò, bar di riferimento di Sciacca che ha sempre avuto l’obiettivo di portare quell’aria di novità e di internazionalizzazione che spesso è invisa alle piccole comunità locali.
Il suo proprietario è Antonio Maniscalco, classe ’79, tedesco di nascita, ma siciliano al 100%. Ha iniziato a lavorare nel mondo bar già dal 2002 per sostenersi negli studi universitari e, dopo un breve periodo di training, ha capito che l’attività imprenditoriale era quella che gli si confaceva maggiormente. A 24 anni apre La Skalunata, locale che prende il nome dall’adiacente scalinata medievale. In seguito il locale si arricchisce di un nuovo tassello, il Cafè Retrò. Questo nuovo progetto è il risultato di un desiderio di cambiamento e innovazione che continua la mission primigenia: esplorare le nuove frontiere nel mondo della mixology. Lo abbiamo raggiunto per farci raccontare gli sviluppi di questo progetto imprenditoriale.
Sciacca è una cittadina suggestiva, molto viva in estate e in alcuni periodi dell’anno, come quello del Carnevale per il quale è famosa in tutta Italia. Pur essendo il comune più popoloso dopo il capoluogo è una realtà di meno di 40.000 abitanti: è difficile fare impresa in territorio così?
Fare impresa in un territorio come Sciacca presenta delle sfide uniche, soprattutto nel mondo del beverage. Essendo una cittadina relativamente piccola e ancora non pienamente aperta al concetto moderno di cocktail bar, Sciacca tendeva a rimanere ancorata a uno stile più tradizionale, tipico degli anni Novanta, con un focus sulla birra alla spina, shot di tequila o whisky classico. Per me, documentarsi sui libri e partecipare a master nel settore è stato cruciale per acquisire quella visione e quell'esperienza che a volte può essere più difficile trovare in una località più isolata.
Quali sono i concetti alla base della sua drink list?
La drink list, denominata Industrial Sips, è stata concepita per esplorare il lato audace della mixologist post-industriale. L'idea è nata dalla volontà di sperimentare e di offrire ai clienti qualcosa di unico e innovativo, ispirandoci all'arte dell'industria post-moderna. Il nostro obiettivo è quello di creare cocktail che siano non solo gustosi, ma anche veri e propri capolavori visivi e sensoriali, in grado di offrire un'esperienza completa ai nostri ospiti.
L’industria post-moderna non è esattamente una fonte d’ispirazione immediata. Ci spiega come le è venuta questa idea?
È nata dalla mia continua ricerca di innovazione e dal desiderio di spingere i confini della mixology tradizionale. Sono stato ispirato dall'arte e dall'architettura post-industriale, che si caratterizzano per il loro approccio audace e sperimentale. Ho voluto trasferire questo spirito nel mondo drink, creando bevande che non solo deliziano il palato, ma stimolano anche la vista e l'olfatto, offrendo ai clienti un'esperienza completamente nuova e avventurosa.
Il vostro locale fa anche cucina e oggi si parla molto di questa possibile commistione. Ritiene possibile il dialogo fra cucina e bar?
Ci credo fermamente! Questa sinergia tra l'arte del bere e quella del mangiare è fondamentale per offrire un'esperienza gastronomica completa e coinvolgente. A La Skalunata, cerchiamo di abbinare i nostri cocktail innovativi con piatti che ne esaltino i sapori, creando un'armonia tra cibo e bevande. Questo dialogo apre nuove strade nella creazione di esperienze uniche per gli ospiti, dove ogni sorso e ogni morso si completano a vicenda.
La fidelizzazione del personale è uno degli argomenti più caldi dell’ultimo periodo. Il suo gruppo sembra ben affiatato.
Il lavoro di squadra e la stretta collaborazione fra tutti i membri del team sono elementi fondamentali per creare l'atmosfera unica del Cafè Retrò. Abbiamo scelto un design post-industriale, utilizzando materiali come legno e ferro, per creare un ambiente caldo e accogliente. La nostra attenzione si concentra molto sul servizio ai tavoli. Ci occupiamo personalmente di proporre i nostri drink ai clienti. Inoltre, organizziamo eventi speciali come serate di degustazione e musica dal vivo, che si allineano perfettamente con la nostra filosofia. Ripeto, la collaborazione fra i reparti è essenziale. Ci serve anche per valutare e migliorare continuamente l’offerta, tramite briefing regolari, nei quali analizziamo soprattutto gli errori, per garantire un'esperienza sempre migliore ai nostri ospiti.
C’è un ricordo che si porta dietro piacevolmente in questa avventura?
Anni fa un cliente si sperticò in complimenti di ogni sorta, dopo aver bevuto un mio Martini. Ogni volta che lo preparo penso agli occhi di quel signore. Un ricordo se vogliamo molto semplice, ma che ha rafforzato la mia convinzione sul mondo bar. Il cuore ha una componente fondamentale, specie in un drink apparentemente semplice.