Riapertura il 18 maggio: ecco le regole

locali riapertura
Foto da Pixabay

Comincia una nuova fase dell’emergenza sanitaria: quella della ripartenza dopo il lungo periodo di lockdown. Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato il Dpcm 17 maggio 2020 che dal 18 maggio dà il via libera alla ripresa delle attività economiche, tra le quali la tanto attesa riapertura delle attività del fuoricasa. Il nuovo decreto delinea il quadro normativo nazionale in vigore dal 18 maggio al 31 luglio all’interno del quale, Regioni e Comuni potranno stabilire, con propri decreti e ordinanze, le regole valide sul proprio territorio per disciplinare le modalità di svolgimento delle attività economiche, produttive e sociali.

Vai all'articolo con l'elenco consultabile delle ordinanze regionali.

Le attività devono infatti svolgersi nel rispetto dei contenuti di protocolli o linee guida, messi a punto in modo da prevenire o ridurre il rischio di contagio nei vari settori, adottati dalle regioni o dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome, nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali. In mancanza di protocolli regionali si applicano le linee guida nazionali.

Inoltre, lo Stato o le regioni potranno introdurre limitazioni allo svolgimento delle attività, in base all’evolversi dell’epidemia. A questo proposito le regioni, che potranno anche allentare le misure, ma informando il ministero della Salute, dovranno monitorare giornalmente l'andamento della situazione epidemiologica sul territorio e, in relazione a tale andamento, le condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale.

Il mancato rispetto dei protocolli regionali o delle linee guida nazionali sarà sanzionata, spiega una nota del governo, con le sanzioni amministrative già in vigore (da 400 a 3.000 euro), salvo che non ricorra anche un reato (fattispecie che ricorre in ogni caso per la violazione degli obblighi di quarantena), si applicano le attuali sanzioni amministrative e nei casi in cui la violazione sia commessa dall’attività di impresa è prevista la chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni.

Il Dpcm 17 maggio 2020

A confermare la riapertura dei locali a partire dal 18 maggio è arrivato domenica 17 maggio un nuovo Dpcm che all'art. 1 comma ee specifica che «le attività di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, pizzerie, gelaterie, pasticcerie) sono consentite a condizione che le regioni e le province autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l'andamento epidemiologico nei propri territori». Lo stesso punto conferma anche che regioni e province devono adottare specifici protocolli o linee guide che regolino lo svolgimento di tali attività in modo prevenire o ridurre il rischio di contagio, e che tali provvedimenti devono essere in linea con le linee guida nazionali «e comunque in coerenza con i criteri di cui all'allegato 10» dello stesso Dpcm.

Sulla base delle prescrizioni dell'allegato 10 le linee guida regionali dovranno considerare il rischio di aggregazione e affollamento e la possibilità di prevenirlo efficacemente nelle singole realtà e nell’accesso a queste; la prossimità delle persone (sia lavoratori sia clienti, ecc.) rispetto a contesti statici (persone tutte ferme in postazioni fisse), dinamici (persone in movimento) o misti (contemporanea presenza di persone in posizioni fisse e di altre in movimento); l’effettiva possibilità di mantenere la appropriata mascherina da parte di tutti nei contesti raccomandati;
il rischio connesso alle principali vie di trasmissione (droplet e contatto) in particolare alle contaminazioni da droplet in relazione alle superfici di contatto; la concreta possibilità di accedere alla frequente ed efficace igiene delle mani; l’adeguata aereazione negli ambienti al chiuso; l’adeguata pulizia e igienizzazione degli ambienti e delle superfici; la disponibilità di una efficace informazione e comunicazione.

il Dpcm, inoltre conferma anche la possibilità di proseguire con i servizi di delivery e asporto, anche negli esercizi situati nelle aree di servizio e rifornimento presenti sulle autostrade, ma sempre rispettando la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro e il divieto di consumare i prodotti all'interno dei locali e di sostare nelle loro immediate vicinanze.

Le linee di indirizzo comuni delle regioni

All’interno di questo quadro le regioni hanno redatto un documento condiviso, le Linee di indirizzo per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative (trovate il testo completo e da scaricare in fondo all'articolo), che contiene le schede tecniche con gli indirizzi operativi specifici per i vari settori di attività. Linee che hanno ottenuto il via libera dal governo e incluse nell'allegato 17 del Dpcm, che potranno essere ulteriormente integrate dai provvedimenti delle singole regioni, e che pertanto rappresentano il punto di riferimento a livello nazionale per la riapertura.

Per quanto riguarda gli esercizi di somministrazione di pasti e bevande, quindi bar, pub, pasticcerie, gelaterie, ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, anche se collocati nell’ambito delle attività ricettive, di stabilimenti balneari e nei centri commerciali, e le attività di catering (in questo caso se la somministrazione di alimenti avviene all’interno di una organizzazione aziendale terza, sarà necessario inoltre rispettare le misure di prevenzione disposte da tale organizzazione), ecco le prescrizioni, che riportiamo integralmente, previste dalle Linee di indirizzo:

  • predisporre una adeguata informazione sulle misure di prevenzione, comprensibile anche per i clienti di altra nazionalità.
  • Potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura maggiore di 37,5 °C.
  • È necessario rendere disponibili prodotti igienizzanti per i clienti e per il personale anche in più punti del locale, in particolare all’entrata e in prossimità dei servizi igienici, che dovranno essere puliti più volte al giorno.
  • Negli esercizi che dispongono di posti a sedere privilegiare l’accesso tramite prenotazione, mantenere l’elenco dei soggetti che hanno prenotato, per un periodo di 14 giorni. In tali attività non possono essere presenti all’interno del locale più clienti di quanti siano i posti a sedere.
  • Negli esercizi che non dispongono di posti a sedere, consentire l’ingresso ad un numero limitato di clienti per volta, in base alle caratteristiche dei singoli locali, in modo da assicurare il mantenimento di almeno 1 metro di separazione tra i clienti.
  • Laddove possibile, privilegiare l’utilizzo degli spazi esterni (giardini, terrazze, plateatici), sempre nel rispetto del distanziamento di almeno 1 metro.
  • I tavoli devono essere disposti in modo che le sedute garantiscano il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro di separazione tra i clienti, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale; detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale. Tale distanza può essere ridotta solo ricorrendo a barriere fisiche tra i diversi tavoli adeguate a prevenire il contagio tramite droplet.
  • La consumazione al banco è consentita solo se può essere assicurata la distanza interpersonale di almeno 1 metro tra i clienti, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale; detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale.
  • La consumazione a buffet non è consentita.
  • Il personale di servizio a contatto con i clienti deve utilizzare la mascherina e deve procedere ad una frequente igiene delle mani con soluzioni idro-alcoliche (prima di ogni servizio al tavolo).
  • Favorire il ricambio d’aria negli ambienti interni ed escludere totalmente, per gli impianti di condizionamento, la funzione di ricircolo dell’aria.
  • La postazione dedicata alla cassa può essere dotata di barriere fisiche (es. schermi); in alternativa il personale deve indossare la mascherina e avere a disposizione gel igienizzante per le mani. In ogni caso, favorire modalità di pagamento elettroniche, possibilmente al tavolo.
  • I clienti dovranno indossare la mascherina tutte le volte che non si è seduti al tavolo.
  • Al termine di ogni servizio al tavolo andranno previste tutte le consuete misure di disinfezione delle superfici, evitando il più possibile utensili e contenitori riutilizzabili se non igienizzati (saliere, oliere, ecc). Per i menù favorire la consultazione online sul proprio cellulare, o predisporre menù in stampa plastificata, e quindi disinfettabile dopo l’uso, oppure cartacei a perdere.

Norme che in linea teorica consentono a tutti i locali di tirare su le saracinesche, in quanto decisamente più morbide e sostenibili rispetto al protocollo dell’Inail tanto contestato dagli operatori. Tuttavia, è difficile che il 18 tutti i locali siano pronti. A dirlo i risultati di un sondaggio condotto da Swg per Confesercenti, su un campione di imprenditori del commercio al dettaglio e della somministrazione, che dicono che 4 imprese su 10 resteranno chiuse. Tra le principali motivazioni la mancata convenienza dell’apertura (68%), ma anche il timore (13%) legato alla sicurezza, entrambi effetti anche dalla lunga incertezza che ha accompagnato i provvedimenti, arrivati in un tempo troppo ravvicinato a quello della riapertura, che non ha permesso ai gestori di adeguare il locale e l’organizzazione del lavoro alle nuove disposizioni. Incertezza legata anche alle scelte che faranno le singole regioni, alle quali spetta anche di fissare il calendario di riapertura delle attività, eventualmente posticipandole: è il caso del Piemonte, che ha stabilito che le porte di bar e ristoranti si apriranno ai clienti il 23 maggio, e della Campania, che dal 18 maggio permette la riapertura dei soli bar, ma esclusivamente per il servizio al banco (non ancora a tavolino), e dal 21 maggio la possibilità di servizio al tavolo insieme alla riapertura delle altre attività della ristorazione. 

Il Dpcm 17 maggio 2020 in Gazzetta Ufficiale (con allegati)

Linee di indirizzo per la riapertura delle attività economiche, produttive e ricreative

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