Questo piccolo grande bar

case history –

Menu rubati, uniformi militari e drink sartoriali. Questo e altro nel successo del Rita di Milano.

Lo ammetto. Gli ho rubato la carta dei cocktail e senza sensi di colpa. In fondo, negli ultimi due anni, l'hanno fatto altre cinquemila persone. La lista in questione è un libretto delle dimensioni di una cartolina postale ed è facile da imboscare. Un souvenir che il Rita, cocktail bar in una viuzza ai confini dei Navigli milanesi, distribuisce ad ospiti e amici. Visto che la prima edizione è andata a ruba, i soci Edoardo Nono e Gianluca Chiaruttini hanno bissato.

Agli antipodi delle classiche liste
Che non si tratti di un menu qualsiasi è evidente. Siamo distanti mille miglia dalle drink list tradizionali. Al polo opposto delle carte scialbe e incolori. Quelle, per intenderci, dove si scrive che per realizzare un Negroni ci vogliono un terzo di questo, un terzo di quello e un terzo di quell'altro. Nel menu del Rita si abbandonano anche le segmentazioni stantie. Non ci sono termini tecnici come “pre dinner” o “after dinner”, che tanto capiscono solo gli addetti ai lavori. Ciò che ha in mano il Rita è un potente strumento di vendita e di promozione del locale. In copertina il nuovo menu, giusto per evitare sensi di colpa, reca la scritta “portami via”. Nelle sue venti pagine si raccontano filosofia e storia dei cocktail con una grafica che non solo aiuta la lettura, ma la invoglia. Mastroianni e Gassman aprono la sezione Rita New Standards, dedicata ai “cocktail secchi e decisi”, quelli della casa, ma anche quelli presi in prestito da personaggi come Douglas Ankrah (Monarch) o Salvatore Calabrese (Campari Nobile). Si prosegue con gli “old-lost and found”, drink storici rispolverati in chiave attuale. E si va avanti col tributo a neo-classici come il Bramble o il Porn Star Martini fino all'universo dei cocktail esotici Tiki.

Alcuni punti fermi
Ciò che resta della prima carta, oltre allo spirito, sono i punti fermi del Rita, fiero di dichiarare che nella preparazione non usa né sciroppi, né polveri, né liquori di poco valore, né premix. Una scelta di campo precisa, coraggiosa e che ha pagato. Ogni sera il piccolo locale milanese fa buoni numeri. Dai 200 ai 300 cocktail. La lista e la qualità dei drink, non sono le sole frecce all'arco di Edoardo Nono & Co. Ci sono altri dettagli che fanno del Rita un premium bar. A cominciare dalla qualità dell'accoglienza. Non è solo il sorriso che invita a restare. È tutto l'atteggiamento dello staff. E poi ci sono le divise. Originali, di foggia militare e con il logo Rita in evidenza. Il messaggio che arriva è che ci troviamo nella trincea della miscelazione. Un locale dove è vietato sbagliare un colpo, anzi per restare in tema, uno shot.

Cucina per fare selezione
Un articolo a parte meriterebbe l'offerta di stuzzichini. A Milano, culla dell'happy hour, il locale ha deciso di distinguersi con un servizio di piattini portati direttamente al tavolo. Specialità che richiedono al massimo dieci minuti di preparazione, come i fichi sulla piastra con Cecina de Leòn e formaggio di capra. A quest'offerta di ricerca si affiancano specialità più “facili” come i cestelli con patatine, olive baresi, carote, gambi di sedano e altre crudité. È evidente che anche la proposta per l'aperitivo è un modo per fare selezione senza fare selezione all'ingresso. I fedelissimi del locale sanno infatti che qui si viene per fare un'esperienza, non una bevuta qualsiasi. Ordinare una birra alla spina al Rita, sarebbe come andare al ristorante gourmand e ordinare due spaghetti. Tutto è curato, compreso il bottigliere costruito su disegno del mixologist Edoardo Nono. A gradini, con uno sviluppo piramidale, comprende oltre 300 referenze. Una torre composta da prodotti premium, liquori della casa e distillati da collezione.

Cocktail della casa
Tra i cocktail, prezzi 8-10 euro, spiccano due specialità, un notturno e un tutte le ore. Il primo è Willy Wonka. Si prepara con tecnica shake&double strain agitando 6 bar spoon di marmellata allo zenzero, 1 cucchiaino di miele millefiori, 2 cl di succo di lime, 1,5 cl di crema di cacao bianca, 5 cl gin e una goccia di olio di bergamotto. Dopo aver versato la miscela in coppetta, si rifinisce guarnendo con cioccolato liquido e riccioli di scorza d'arancia. Il fresco Just Me, adatto a vari momenti della giornata, si realizza invece con 6 cl Tequila in infusione (a freddo) con tè verde al gelsomino, 4 cl di succo di limone, 2 cl di succo di pompelmo e un cucchiaino di zucchero liquido. Da shakerare e completare nell'high ball con ginger ale. Si decora con ciuffetto di menta, riccioli di scorza di limone e una fetta di arancia. Sartoriale.

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