Il Collegato lavoro ha introdotto alcune novità per le verifiche nelle aziende. Il verbale di primo accesso diventa un documento obbligatorio per legge. E gli ispettori sono tenuti a darne copia al gestore. Previsto un piano straordinario di controlli anche per i pubblici esercizi
Cambiano le regole per le ispezioni nelle aziende, dopo le modifiche portate dal Collegato lavoro (legge 183/2010). Le novità principali riguardano i verbali che derivano dalla verifica ispettiva, quello di primo accesso e il verbale unico di accertamento.
Per i gestori è importante sapere che il verbale di primo accesso, già previsto e utilizzato, è diventato ora un documento obbligatorio per legge: al termine della prima visita ispettiva presso l'esercizio, gli ispettori sono tenuti a rilasciarlo al gestore oppure alla persona presente al momento della verifica.
Dovranno essere indicati i dipendenti effettivamente al lavoro, le modalità del loro impiego, le attività compiute dal personale ispettivo e le eventuali dichiarazioni acquisite.
Questo controllo dei lavoratori effettivamente presenti serve a verificare - soprattutto all'interno degli esercizi pubblici, che sono nel mirino dei controlli - l'eventuale presenza di lavoro nero.
Il verbale di primo accesso, insomma, serve all'ispettore per dare valenza alla propria indagine, perché costituisce una prova piena dei fatti che egli attesta, e lo spinge a una maggior precisione e completezza. E serve anche al gestore perché gli consente di conoscere i fatti su cui verte l'ispezione e quindi di preparare le opportune difese: è lui infatti che riceve il personale ispettivo, con diritto di essere assistito da un consulente e di rilasciare dichiarazioni che vengono segnate nel verbale stesso e sono poi valutabili dal giudice. Per lavoratore in nero, ricordiamolo, si intendono «i lavoratori subordinati senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro» al Centro per l'impiego.
Indicazioni dettagliate
Al termine dell'indagine, l'ispettore deve indicare le eventuali mancanze riscontrate in un verbale unico, che deve contenere una puntuale descrizione dei fatti (fonti di prova, documentazione, dichiarazioni, riferimenti normativi). Nel caso in cui emerga la presenza di lavoro nero, quindi, sarà indicato quando è iniziato il rapporto lavorativo, qual è il compenso percepito, quale l'orario di lavoro.
Il verbale unico di accertamento contiene anche la diffida a regolarizzare le violazioni sanabili (illeciti amministrativi): in sostanza, il personale ispettivo offre la possibilità di “regolarizzare le inosservanze entro il termine di trenta giorni” dalla data di notifica del verbale, e di pagare la sanzione ridotta entro i quindici giorni successivi a questa scadenza.
Scaduti 90 giorni dalla notifica del verbale unico, senza che sia stato effettuato il pagamento né proposto ricorso amministrativo, si procede invece all'avviso di addebito (cartella di pagamento) per la riscossione dei tributi.
Sanzioni salate
Non bisogna dimenticare che il riscontro della presenza di lavoratori in nero comporta per l'imprenditore sanzioni salate: è infatti prevista una maxisanzione (3mila euro più 50 euro per ogni giorno di lavoro nero), cui si aggiunge quella previdenziale (sanzioni civili pari al 30%, maggiorate del 50%).
La sanzione ridotta, che è indicata dalla diffida, è invece pari a 1.500 euro più 37,50 euro per ogni giorno di lavoro.