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Curare l’accoglienza dei clienti, offrire cibi e bevande di buona qualità, reinventare a ogni stagione il locale adattandone l’offerta: con il Mamamia di Palazzolo, Fabio Battaglia conferma la validità di una formula di successo

Divertimento e quiete pubblica possono andare benissimo d’accordo. Basta studiare il posto giusto dove aprire un locale: ne è un esempio il Mamamia di Palazzolo, in provincia di Brescia, mille persone tutti i weekend e pochi problemi di vicinato. Il segreto? La location: al primo piano (e ultimo) di un centro commerciale. Quindi parcheggio ottimo e abbondante, massima facilità nel raggiungere il locale (i centri commerciali sono sempre lungo vie ad ampio scorrimento) e un vicinato composto da fabbriche e capannoni che magari di giorno non offrono panorami da cartolina ma di sera hanno il vantaggio che non c’è nessuno da disturbare. Questi i presupposti che hanno convinto Paolo Battaglia, “navigato” imprenditore della notte del bresciano, a lanciarsi nell’ennesima avventura: il Mamamia, sesto locale della sua ventennale carriera. Un grande spazio rettangolare con ampia terrazza che corre su tre lati che di sera, grazie alle luci, si trasforma da anonimo loft di periferia in una specie di tolda di nave animata. Così appariscente e luminosa che non c’è stato nemmeno bisogno di mettere fuori l’insegna.
Tutti i locali di Battaglia hanno alcuni ingredienti di base che ne spiegano il successo (il Mamamia, a pochi mesi dall’apertura, lo scorso inverno faceva dalle 1.000 alle 1.500 persone a sera nei tre giorni di apertura del fine settimana): «Ingresso libero per far sì che le persone vengano volentieri, senza far code o preoccuparsi dell’entrata; un buon servizio di security per tutelare la tranquillità della clientela femminile; baristi giovani, belli e simpatici, che lavorano con me da anni e sanno come far star bene il cliente; bere e mangiare di buona qualità; dj tutte le sere che propone tendenzialmente musica commerciale, senza avanguardie o estremismi; volume basso fino all’una, in modo che si possa chiacchierare, e alto quando si scatenano le danze; tanta attività sui social network per pubblicizzare le nostre serate ma, soprattutto, per postare le foto di tutte le persone che vogliono far vedere che quella sera c’erano».

Una squadra di “pierre”
La squadra che fa girare il Mamamia è fatta da 18 persone: 6 baristi, due alle casse, 5 camerieri, 2 bar back e 2 alla sicurezza. Paolo sovraintende, occupandosi principalmente dei clienti: «La prima preoccupazione di ogni persona che lavora in un locale - spiega - deve essere quella di far sentire a casa il cliente. L’interazione è fondamentale. Bisogna fargli sentire che ti sei accorto di lui, che sei contento di vederlo. E magari gratificarlo con una chiacchiera, una battuta oppure con un piccolo omaggio che non si aspettava ma che gradisce. Cose semplici, ma sono proprio quelle di cui le persone adesso vanno in cerca».

Non stare mai fermi

Il Mamamia incarna una delle caratteristiche vincenti di Paolo Battaglia: non stare mai fermi. «I gusti e il modo di stare insieme e di divertirsi delle persone cambiano nel tempo, spesso in modo molto veloce. Bisogna essere attenti a percepirlo e ad aggiustare il tiro». Per questo, nei periodi in cui i suoi locali sono chiusi, Paolo gira per l’Europa e non solo a caccia di novità e di ispirazioni da riportare nella sua attività. «Il locale più bello che ho mai visto in vita mia? Il Coco Bongo di Cancun, in Messico: una macchina da spettacolo incredibile». Dal regno degli effetti speciali alla concretezza bresciana: «Un locale va tenuto sempre vivo, in modo che il cliente non finisca per stufarsi o per darlo per scontato. Noi ogni anno investiamo 40-50mila euro per il restyling. In modo da ripresentarci rinnovati a ogni nuova stagione».

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