Far sentire la voce unita dell’intera filiera dell’ospitalità. È questo l’obiettivo della manifestazione organizzata da Mio Italia (Movimento imprese ospitalità), l’associazione, aderente a Federturismo Confindustria, delle imprese che operano nel settore horeca, ospitalità e turismo, convocata per lunedì 25 gennaio alle 10.30 a piazza del Popolo a Roma.
Una manifestazione, dal nome #RivoluzioneRomantica, che vuole essere un grido di dolore rivolto ai decisori politici per evidenziare ancora una volta ai decisori politici lo stato di profondo malessere di un comparto duramente colpito dalla crisi. Una chiamata a raccolta non rivolta ai soli imprenditori e lavoratori del mondo dell’hospitality e del turismo, ma anche alle imprese e ai professionisti di tutti gli anelli della catena del valore, quindi fornitori, produttori di eccellenze enogastronomiche, distributori, agenti di commercio, il cui futuro è altrettanto a rischio.
All’intera filiera guardano infatti le rivendicazione e le cinque proposte messe a punto da Mio Italia per alleviare lo stato di sofferenza delle realtà e aiutare la ripartenza delle attività. A partire da un adeguamento del valore dei ristori e la loro estensione. I nuovi indennizzi, è la richiesta, devono essere pari al differenziale dei fatturati tra gli anni 2019 e 2020 sul periodo marzo-dicembre, al netto dei ristori già erogati, e il loro valore non inferiore al 75% della differenza. Una misura che l’associazione chiede di estendere a tutte le attività con i codici Ateco assoggettate alle restrizioni.
Un’altra richiesta riguarda l’unificazione delle imposte sul reddito per il biennio 2020-2021 in un unico periodo per il versamento degli acconti alle relative scadenze del 2022: così, grazie al biennio unificato, verrebbero assorbite, ai fini del calcolo delle imposte complessive dovute, le perdite subite lo scorso anno. A questo si aggiunge la negoziazione dei contratti di locazione per l’intero periodo dell’emergenza e per quello immediatamente successivo e necessario alla ripartenza.
A tutela delle impreso più colpite, l’associazione chiede una parziale modifica alla legge Bersani-Visco. Nello specifico, la richiesta consiste nel contingentamento, per 5 anni, delle licenze attive nel 2019 per le imprese comprese tra i codici Ateco assoggettati alle restrizioni. Obiettivo della misura, che si tradurrebbe nel divieto di rilascio di nuove licenze o autorizzazioni per queste attività, è evitare che si verifichino forme di concorrenza sleale in contesti imprenditoriali che già si trovano in profonda sofferenza.
Altro fronte aperto è quello dei mutui. Su questo tema Mio Italia chiede l’apertura di un tavolo di confronto con tutte le parti, Banca d’Italia, Governo, Banche e sindacati, per arrivare a una moratoria per tutto l’anno in corso sui rimborsi alle varie scadenze, in modo da evitare la lievitazione degli oneri legati a proroghe temporee. Altri temi cruciali al centro del tavolo un accordo per consentire alle imprese la cessione alle banche di tutti i crediti di imposta, misura che fornirebbe alle aziende liquidità, e la richiesta di prorogare la garanzia statale del 100% sui prestiti a tutto il primo semestre di quest’anno.
L’elenco delle rivendicazioni si conclude con la richiesta di un nuovo patto tra imprese e governo. Prioritario per il rilancio del settore è una rimodulazione, significativamente verso il basso, di imposte, tasse, Iva, contributi e oneri previdenziali e assistenziali. Tale regime agevolato, secondo Mio Italia, dovrebbe durare per un periodo di almeno 36 mesi dalla dichiarazione di cessazione della situazione di emergenza.